LA NEVE SULLA TUA PELLE

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Caro Junwoo,

Mi dispiace doverti lasciare così, con questa lettera, dopo tutto quello che abbiamo passato assieme, ma trascorrere ancora del tempo con te voleva dire mettere in pericolo la tua vita, e nonostante tutto io non voglio vedere il tuo esile corpo giacere in mano loro.

Sai, tu sei stato il primo che dopo la morte dei miei genitori è riuscito a far scendere una lacrima di gioia dai miei occhi. Avevo ormai perso il conto, forse erano trascorsi cinquecento, forse novecento anni, da quando la mia famiglia è stata uccisa dalla vostra specie, e sai benissimo quanto possa essere stata dura per un cucciolo come me, disprezzato da tutti, creduto portatore di sfortuna solamente per essere nato con il manto bianchissimo, al contrario delle altre volpi.

E non era forse il manto rosso a nascondere tutte le ferite, e il sangue che ne fuoriusciva?

Sai mi sentivo debole, vulnerabile, e nonostante siano passati secoli, lo sono ancora nonostante tutto.

Ricordo bene quel giorno, dopo una notte di dolore ed insonnia mi ritrovai con nove code candide al posto di una sola, pensai che mi era stata veramente data la possibilità di rivendicare la morte della mia famiglia, di poter sterminare quella strana specie che quel giorno aveva fatto irruzione nel bosco accompagnata da cavalli e da cani, che gridavano, come se fosse appena scoppiata una guerra.

Una guerra forse, era scoppiata veramente dentro il mio cuore, che ardeva solamente di odio e vendetta.

Fu quel sentimento di vendetta a farmi trovare quelle che come me, avevano nove code al posto di una.

Si fanno chiamare Kumiho, sono assetate di sangue, da secoli rapiscono ragazzi come te, e poi non si fanno scrupoli ad ucciderli ed ad usarli per i loro scopi.

Mi mandarono ai confini del bosco, mi dissero:

"Il mondo degli umani non è poi così male, sono una specie così stupida! Riuscirai ad avere la tua vendetta: Trasformati in umana, seduci qualche uomo, uccidilo e portacelo! Dopotutto è quello che fa la nostra specie da migliaia di anni, no?"

Ma a quanto pare anche da umano, sono troppo diverso per sedurre qualche uomo.

Quando mi sono guardato allo specchio la prima volta ho quasi avuto paura, I candidi capelli bianchi che coprivano il mio viso fino all'altezza degli occhi grigiastri, quasi bianchi, e con alcune sfumature rosee.

Vedendo quella pelle più bianca della neve credevo di essere davanti ad un mostro.

Ho vagato per la città, come un gatto appena abbandonato dal padrone.

Pensavo, mi trovavo forse tra gli assassini della mia famiglia?

Ho pianto, nei vicoli di notte sotto la pioggia, cercando di accettare me stesso per quello che ero, che sarei rimasto albino anche sotto spoglie umane.

Ho pensato, magari eravate stupidi come mi avevano detto, ma la vostra stupidità era riuscita a lasciarmi da solo per tutto il resto della mia esistenza.

E poi, dal nulla ho incontrato te, che camminavi stanco in uno di quei vicoli, e mi hai visto, con le lacrime in viso, ti sei avvicinato, hai preso le mie mani e mi hai sussurrato abbracciandomi dolcemente "Non preoccuparti, ci sono io adesso".

Non capivo, e non capisco ancora, perchè ti sei fermato, quel giorno, ad aiutare me, invece di continuare sulla tua strada come facevano tutti gli altri?

Mi hai accolto a casa tua, anche se non avevi idea di chi fossi, guaristi le mie ferite, mi desti un nome, riasseblasti il mio cuore.

E solo allora sono riuscito a capire, che non siete tutti assassini, non siete tutti crudeli come quella volta.

Lentamente, tutto quell'odio, veniva sepolto dalle piccole cose di ogni giorno, dal ramen preparato da te per pranzo, con le uova e con le cipolle, dagli abbracci quando mi risvegliavo sommerso dagli incubi, dalle passeggiate lungo i ponti di Busan, dalle tazze di tè caldo nelle giornate di pioggia.

E, anche in quel poco tempo che abbiamo passato insieme, credo che forse, sia stato tu quello a far innamorare me, una volpe albina che si spaccia per qualche strano motivo, in ragazzo.

Ma ora, dopo tutto quello che mi hai donato, devo lasciarti, le Kumiho hanno sicuramente capito che le cose non vanno come dovrebbero, secondo i loro piani.

Non posso fare a meno di scappare per salvarti, saranno sicuramente sulle mie tracce.

Ti prego non preoccuparti per me, posso cavarmela da solo.

Piuttosto, non innamorarti di nessuno, potresti finire sotto i loro artigli, o potrei addirittura diventare geloso, no?

Per favore, non dimenticarti della creatura a cui hai dato un nome, ed uno scopo migliore per cui vivere.

E ricorda, io non mi dimenticherò mai di te.

Tornerò, stanne certo.

Starò bene.

이미 보고 싶다,

사랑해요.

김찬혁 

OKAY 

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OKAY 

Sono tornata!

Scrivere questa lettera è stato un travaglio, oddio mai più.

Scusate per le parti in coreano ma credo si fosse capito questa storia è ambientata in Corea Lmao

Se avete qualche dubbio e la mia traduzione italiano-coreano fa schifo prendetevela con me, perchè sono alle prime armi con la lingua.

Vi ringrazio con tutto il cuore per aver letto la storia! 

감사합니다, 사랑해요💕✨

  ti sarango troppo @LiveForWriteAndDance


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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 30, 2018 ⏰

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