1- Biglietti

788 84 38
                                    



Pareva un bambino, Jimin, il migliore amico di Taehyung mentre correva entusiasta verso l'appartamento che condivideva con quest'ultimo, con in mano due biglietti vinti ad un semplice sondaggio organizzato dalla crew della Coca Cola. Taehyung amava la coca cola e Jimin, non avendo nulla da fare nella sua bizzarra vita, aveva deciso di partecipare al concorso senza spiaccicarne parola con il maggiore.

Appena fece scattare la serratura, nel bel silenzio della casa, sventolò in alto i biglietti raggiungendo l'amico che si trovava comodamente seduto sulla sedia a fumarsi una sigaretta.

«Indovina quale perla ti sto per regalare?» la voce del ragazzo dai capelli rossi fece storcere le labbra a Taehyung, per l'improvviso disturbo che gli aveva causato al suo povero udito.

«Brad Pitt a petto nudo?» il sarcasmo non poteva mai mancare al maggiore e ciò fece roteare gli occhi a Jimin, trovandolo decisamente stupido e poco divertente.

«Ho vinto due biglietti per un viaggio a Rio de Janeiro!» esclamò sorridendo a trentadue denti e posizionò i fogli di carta sul tavolo, aspettando impaziente che Taehyung sclerasse insieme a lui. Cosa che non arrivò.

«Cosa diavolo hai combinato? Jimin, non prendermi per il culo» sbottò nervoso il maggiore e con movimenti circolari, spense il mozzicone della sigaretta nel posacenere di ceramica adagiato sul tavolo.

La cosa che più dava ai nervi a Jimin, era che il suo migliore amico per qualsiasi cosa, non ne rimaneva mai felice. Aveva aggiunto alla famiglia un gatto di razza persiana la quale scelsero di chiamarla Alaska e Taehyung non ne rimase contento. Odiava i gatti, però la coccolava ogni secondo. Una persona più contorta e strana di questo ragazzo, forse ne vi era nessuna traccia nel mondo.

Jimin faceva di tutto pur di far sorridere il suo migliore amico, ma gli sforzi che sprecava, non venivano mai apprezzati.

«Ho pensato che ti sarebbe piaciuto andare in vacanza, staccare la spina dallo studio potrebbe alleviare il tuo stress e quelle tue mestruazioni quotidiane» borbottò e si avvicinò al frigo per prendere una bottiglia d'acqua. La gola gli si era fatta secca.

«Non ho le mestruazioni, nano passivo» lo accusò Taehyung fulminandolo con lo sguardo.

«Allora ama la crew della Coca Cola, è stato organizzato da loro il concorso» gli fece la linguaccia il minore e portò il bicchiere alle labbra, facendo scendere il liquido fresco lungo tutta la gola.

Gli occhi di Taehyung vennero attraversati da una scintilla di emozione alla parola della sua bevanda preferita e cominciò a torturarsi l'interno guancia, guardando spaesato i biglietti poggiati sul tavolo.

Le bottiglie di coca cola nella dispensa non potevano mai mancare.

«Va bene» sussurrò con voce flebile, prendendo tra le dita uno dei due fogli di carta.

«Mh?» Jimin si voltò ad osservarlo confuso, non avendo compreso ciò che l'altro aveva appena detto.

«Ho detto che va bene» non era cambiato quasi nulla dal tono della voce di Taehyung, ma questo bastò a far palpitare come una furia il cuore di Jimin, che felice, lo abbracciò stritolandolo come se fosse un pupazzo, a se.

«Mi soffochi nan-nano!» esclamò il maggiore, cercando di allontanare quell'energumeno dalle proprie spalle. Più che energumeno, Jimin sembrava più un koala, ma erano dettagli che venivano messi in secondo piano.

Il più piccolo si allontanò e saltellò intorno al tavolo, battendo velocemente le mani.

Era così spensierato e allegro.

Al contrario di Taehyung, Jimin amava divertirsi, non smetteva mai di sorridere e con quel suo sorriso meraviglioso, contagiava tutti facendoli completamente affogare nei feels più assurdi.

«Sei proprio un bambino» ridacchiò il castano, passandosi una mano nel ciuffo scompigliato, portandolo all'indietro.

«Un bambino che tu ami da morire» ammiccò Jimin e con le piccole manine, fece alzare Taehyung dalla sedia che piagnucolò, sentendosi già stanco e privo di forze.

«Non sei il mio tipo e poi sei corto» se lo scrollò di dosso per poi salire le scale, raggiungendo la propria camera seguito da Jimin.

«Perché ho la sensazione che tra non molto farai sesso?»


«Cristo Taehyung ti sbrighi? Abbiamo l'aereo tra cinque minuti!» esclamò esasperato Jimin, sbattendo violentemente i piedi per terra guardando Taehyung che, bellamente, sfilava per l'aeroporto manco fosse un vip.

«Devono spostarsi quando passo, devono bramare questa camicia Gucci che ho addosso» assunse un'aria seria, quasi ridicola, mentre pronunciava quelle parole con un tono di voce estremamente roca.

«Ma tu sei da ricovero, ma perché sono tuo amico?» sbuffò stizzito e lo tirò verso la pila di gente che aspettava di entrare nell'aereo.

«Perché sono il dio Gucci»

«No sei solo un coglione»

Salirono dopo una manciata di minuti, Jimin cercava emozionato il posto a lui assegnato e Taehyung fulminava con lo sguardo ogni persona che vi era presente lì dentro.

In realtà, tutta quella messa in scena da finto duro, era solo una maschera per nascondere la paura e l'ansia che stava provando in quel momento. Non aveva mai messo piede in un aereo in vita sua e non comprendeva come Jimin fosse così entusiasta di volare.

Si sedette accanto al minore e tirò un forte sospiro, guardandosi intorno. Non appena venne annunciato il volo, strinse tra le mani la cintura, deglutendo.

«Voglio volare, non sto nella pelle» Jimin spiaccicò le mani sul finestrino, sorridendo ed ammirando il panorama.

Taehyung sospirò e chiuse gli occhi, cercando di alleviare la tensione magari con un pisolino.

«Namjoon, non puoi farmi una sega qui» un sussurro appena udibile, attraversò le orecchie di Taehyung, facendogli aprire gli occhi scioccato.

Che dio gliela mandi buona.

SPAZIO AUTRICE

Buonasera a tutti ed eccomi tornata con una storia ancora più strana del solito. Spero davvero che vi piaccia. Ho pensato a tutto questo quando ero al mare, la mia mente non ha mai niente di serio a cui pensare. Tutto frutto della mia immaginazione malata. Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo perché ne ho bisogno. È sempre un piacere sapere la vostra opinione.

Buona permanenza.

-Lele

𝐁𝐀𝐑𝐌𝐀𝐍„ - 𝐤.𝐭𝐡𝐠+𝐣.𝐣𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora