3- Coca Cola e Sfacciataggine

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Avrei continuato a dormire beatamente se solo quell'idiota di prima categoria avesse smesso di picchiettare continuamente le nocche contro la porta e chiamandomi con quella voce altamente fastidiosa.

«Yah brutto screanzato non farmi urlare ancora, apri questa porta!» mi rigirai tra le coperte sentendomi ancor più stanco di prima e pigramente scesi da quel grande e bellissimo letto matrimoniale avvicinandomi, poi, alla porta.

Annoiato, l'aprii di poco e feci sbucare solo un occhio che stava cercando invano di fulminare Jimin. Mi guardò e sbuffò incrociando le braccia al petto innervosito.

«Che cazzo vuoi? Stavo riposando» sbottai e di scatto mi spinse la porta contro facendomi fare dei passi all'indietro.

Gemetti di dolore e mi accarezzai il naso che aveva iniziato a pungere facendomi salire delle lacrime.

«Ma ti rendi conto?! Mi hai fatto male coglione!» gli sbraitai contro e Jimin rise di gusto chiudendosi la porta alle spalle.

«Ti sembra il caso di dormire? Dobbiamo andare in spiaggia perché voglio farmi un bagno. E poi cos'è questo cattivo odore?» arricciò il naso e velocemente andò ad aprire il balcone che affacciava sulla spiaggia.

«Forse sei tu, la merda a confronto con te è più profumata» lo punzecchiai e ricevetti un'occhiataccia da Jimin.

«Non meriti risposta»

Subito un venticello fresco accompagnato dalle urla felici dei ragazzi che si stavano divertendo sulla spiaggia, mi colpirono e chiusi gli occhi per un attimo.

«Scendi dalle nuvole e indossa il costume che ci aspetta un rilassante bagno!» esclamò battendo le mani e si avvicinò alla porta.

«Ti aspetto all'entrata seduto sulla poltrona mentre sorseggio un the fresco, spero che non mi venga da pisciare nell'acqua» scoppiai in una fragorosa risata e Jimin se ne andò dalla stanza, ridendo tanto da sentirlo attraverso le pareti.

«Come devo fare con lui..» sussurrai subito dopo essermi calmato e presi un costume nero aderente che mi fasciava per bene il sedere ed andai nel bagno.

-

Avevamo appena raggiunto la spiaggia e dopo aver pagato i due lettini senza ombrellone, il bagnino ce li posizionò alla riva.

«Prima di sdraiarmi, ho bisogno di un bagno» guardai Jimin sorridendo ed annuii concordando pienamente. Anche io ne avevo decisamente bisogno e con un gesto veloce, presi in braccio Jimin e corsi verso l'acqua con l'intenzione di far fare un tuffo al mio migliore amico.

Lo guardai ridendo appena cadde nell'acqua con un tonfo e sbucò subito dopo con la testa guardandomi con sguardo truce.

«Sei un grandissimo pezzo di merda!» mi si scagliò contro e mi spinse sott'acqua.
L'unica cosa che potetti fare, era dargli un forte pizzico sulla gamba che lo fece indietreggiare e tornai fuori, prendendo un respiro profondo.

Non ero molto amante dell'acqua ma quando ti si presentavano quelle giornate afose, fare un bel bagno era decisamente l'ideale.

«Adesso siamo pari, contento marmocchio?» lo stuzzicai guardandolo con un ghigno.

«Non sono un marmocchio e poi non mi hai fatto tanto male» mi fece il dito medio e roteai gli occhi al cielo.

Mi avvicinai lentamente a lui fronteggiandolo con aria di sfida.

«Vuoi che ti dia un pizzico nella tua zona proibita? Perché potrebbe far davvero male» assottigliai lo sguardo e Jimin spalancò gli occhi facendo alcuni passi indietro.

«Non ci provare neanche, maniaco!» alzò di poco la voce e sorrisi sornione. Mai mettersi contro di me.

«Le dita che pian piano iniziano a stringere la cappella e tu che ti pieghi dal dolore pregandomi di smetterla. Che scena magnifica» sussurrai con voce roca e Jimin tremò. Lo stavo davvero spaventando.

«Tu non sei normale, esci da questo corpo demonio!»

-

Era passata un'oretta dal bagno che avevamo fatto ed ora, io e Jimin, stavamo bellamente sdraiati a prendere il sole che picchiava contro la nostra pelle.

Ad essere sincero non c'erano neanche tante persone, forse perché il sole stava quasi per calare ma le loro voci mischiate alle onde del mare erano musica per le mie orecchie.

Delle goccioline di sudore strisciavano contro la mia fronte finendo sul collo e un'improvvisa sete si fece spazio nella mia gola. Mi alzai dal lettino e diedi una veloce occhiata a Jimin intento ad ascoltare la musica con gli auricolari.

Mi avvicinai verso un piccolo bar proprio sulla spiaggia e la prima cosa che vidi, fu un bancone e delle persone intente a servire ai clienti. Non vi era nessuna presenza di tavolini ma solo dei semplici ed alti sgabelli accanto al grande bancone verniciato con del marrone lucido.

Asciugai la mia fronte imperlata di sudore dopo essermi seduto su uno degli sgabelli ed un ragazzo mi sorrise.

«Salve, cosa desidera?» arrossii di colpo sentendo la sua voce e mi mossi nervosamente.

«Una-»

«Sebastian, vieni subito qui!» una voce mi interruppe ed il ragazzo che avevo di fronte fece un inchino scusandosi.

«Jungkook servi tu il cliente, vado da Yoongi» si rivolse all'altro giovane che era appena uscito dalla porta e mi guardò con sguardo glaciale.

«Buonasera, cosa desidera?» rimasi impalato sentendo quella voce e mi resi conto che quel tipo era lo stesso ragazzo con la quale andai a sbattere questa mattina.

«Una Coca Cola, grazie»

Alzò un sopracciglio e si rimboccò le maniche, sfociando un sorrisetto che mi fece decisamente innervosire.

«Sul serio amico? Una coca cola? Troppo banale»

«Scusa, cos'hai contro la coca cola?» non feci caso al fatto di non aver usato gli onorifici ma non mi interessava neanche farlo.

«No, cos'hai tu contro le bevande più deliziose» mi puntò il dito contro e lo guardai male, iniziando a picchiettare le dita sul bancone splendente.

«Ho chiesto una coca cola, perché mi stai menzionando altra roba? Il cliente ordina ed il barista serve ma non è ciò che stai facendo» risposi stizzito. Quanto cazzo era insolente.

«Io vizio i miei clienti con roba più originale e poi sono un Barman, non un barista»

«Quello che è, poco mi importa. Adesso posso avere la mia coca cola? Grazie» poggiai il mento sul palmo della mano e distolsi lo sguardo dai suoi occhi color pece che stranamente mi fecero provare una sensazione sconosciuta nel mio petto.

«Mi devi un favore, ragazzino. Io non offro mai bevande di questo tipo» posizionò la bottiglia di coca cola sul bancone e lo ringraziai con un cenno del capo. Misi delle monetine su quest'ultimo e scesi dallo sgabello, sentendo lo sguardo del tipo su di me.

«Posso sapere il tuo nome?» mi bloccai a quella richiesta e lo guardai negli occhi con le guance che divennero di un rosso acceso.

«Perché vuoi saperlo?»

Rimase a fissarmi per alcuni secondi, come se volesse arrivare nei miei pensieri.

Come se volesse denudarmi.

«Taehyung..» sussurrai aprendo il tappo della bottiglia.

«Mi chiamo Kim Taehyung, e tu?»

Si leccò le labbra lentamente e poggiò i gomiti sul bancone, avvicinando il viso al mio con uno strano sorrisetto sulle labbra.

«Piacere Taehyung, io sono Jeon Jungkook».

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 01, 2019 ⏰

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