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Jungkook scosse la testa per non pensarci e lo penetrò senza pietà con entrambe le dita, andando in fondo.
E si accorse quanto incredibilmente stretto era dal viso di Taehyung cruciato dal dolore e dalle sue dita quasi bianche per la stretta che le imprigionava.
Non doveva importargli, non poteva importargli di lui.
Era così cruciato con sè stesso, non voleva ferirlo eppure era rimasto deluso da lui. Quella perfezione che aveva visto non esisteva, era irreale e immaginaria e se n'era reso conto a sue spese.
Continuò a tenerlo fermo sotto di sè, obbligandolo a quella tortura mentre le sue dita si muovevano violente al suo interno.
Cosa aveva appena fatto lasciò senza parole Taehyung.
Aveva osato penetrarlo con le dita senza che lo chiedesse. Cosa che neanche il più avido dei padroni aveva mai fatto.

Il biondo cercò di non dare a vedere il dolore che provava e strinse i denti, sapendo di diventare violaceo in volto.
Affondò le unghia nella carne della sua spalla e tirò un sospiro frustrato.
Il ricco Jungkook uscì velocemente con le dita sentendo che il suo orifizio era abbastanza dilatato e lo penetrò in un colpo secco.

E quando affondò il colpo calò il silenzio.

Con quel colpo il senso dell'udito del ragazzo moro fu offuscato, come il resto dei sensi. Come uno sparo che stordisce la mente della preda mentre scappa dal cacciatore.
Il diavolo si era impossessato di lui ed era arrivato a ferire quell'angelo che stava sotto il suo corpo nudo e sudato.
Si accasciò su di lui, immobile, non si mosse, aspettava un suo cenno, un permesso.
Aveva bisogno del suo amore e di nient'altro.
Dell'amore di Taehyung.

Il biondo spalancò gli occhi, trattenne il respiro.
Il grido gli si cristallizzò in gola.
« J-Jungkook »
Il respiro del moro iniziò ad affannarsi, il suo nome risuonò nelle orecchie per troppo tempo. Si sollevò appena per incontrare il suo sguardo che restava la cosa più bella del mondo. Con una mano iniziò ad accarezzarlo piano sul viso mentre una lacrima scendeva libera sulla sua guancia, lasciando una scia di traverso. Continuò a guardarlo e un pensiero in un sussurro riuscì a sfuggirgli.
«Mi dispiace Taehyung.. » Jungkook chiuse gli occhi e lasciò che i singhiozzi si prendessero possesso di sé stesso.

Da troppo tempo non piangeva, da quando sua madre era morta, uccisa da un perfido uomo che aveva tentato di stuprarla sotto i suoi occhi. E lui adesso stava facendo lo stesso. I suoi occhi gli avevano sconvolto l'esistenza, lui era riuscito ad abbattere quei muri che aveva costruito attorno a sè.

Taehyung era ancora con la bocca paralizzata in un grido sordo, ancora senza forze, disarmato e annullato. Gli occhi persi nel vuoto, quasi come volessero uscire dalle orbite e scappare, tutto pur di non guardare quella scena pietrificante.
E poi qualcosa gli bagnò la guancia.
Cos'era?
Un flusso discontinuo di liquido gli inondò la guancia.
Non poteva essere altro, se non il segno della più profonda debolezza dell'uomo, il pianto.
«hey.. Jungkook..» riuscì a dire prima di attorcigliare le braccia attorno alla sua testa, con le mani che tremavano e gli occhi ancora sbarrati.
Quando le sue mani avvolsero il corpo di Jungkook, il moro lo abbracciò tenendolo il più stretto possibile a sè. Il pianto si arrestò poco dopo ma restò in silenzio perchè non sapeva cosa dire.
Sollevò appena il volto e lo guardò accarezzandolo per poi staccarsi completamente da lui e raggiungere la parte opposta del letto.
«Vai Taehyung.. Sei libero.. » decisione piuttosto difficile e contro ogni sua volontà ma doveva farla, doveva per forza lasciarlo andare. Non aveva il coraggio di tenerlo ancora li dopo tutto quello che aveva fatto; così alzò le lenzuola per coprirsi e restò lì, sul letto immobile, aspettando che andasse via.
'Sei libero' oh, così dolci parole risuonarono nella mente di Taehyung. Ma tanto dolci, da far venire quasi la nausea, come se fosse appena uscito da un'abbuffata di dolci, e gli si presentasse una torta davanti. Nausea e senso di smarrimento.
Senza parole, ecco com'era.
Mai s'era trovato davanti una situazione del genere, mai nessuno aveva osato lasciare andar via uno schiavo.
Evidentemente lui non era quel 'nessuno'. Evidentemente era diverso. E Taehyung si maledisse mentalmente per essersi lasciato sfuggire una tale occasione, d'oro.
Ma ora, doveva prendere tutto quello che c'era di suo e andar via.
Avrebbe potuto dargli tanto, avrebbe potuto dargli tutte le ore della sua vita, avrebbe potuto dare ogni respiro, ogni battito di cuore, ogni parola sussurrata all'orecchio mentre si faceva l'amore.
Ma ora, quelle chances erano vane, si erano dissolte.
Taehyung si alzò, si rimise i pantaloni lentamente e prese i suoi vestiti da straccione in mano, e li strinse al petto, in silenzio.
Guardò Jungkook, per un'ultima volta e gli posò appena un bacio a fior di labbra, per poi voltarsi e camminare per il quieto corridoio.

Se n'era andato.

Come una visione mistica, lui l'aveva lasciato davvero.
Il cuore di Jungkook iniziò a stringersi e far male, le sue labbra bruciavano ancora per quella sensazione di delicatezza che avevano appena lasciato. Taehyung era quella perfezione che stava cercando, ma solo in parte. L'aveva distrutto, l'aspettativa che lui potesse essere il migliore gli aveva mandato il cuore in frantumi.
Jungkook pianse in quel letto. Pianse e urlò così forte, che i domestici ebbero paura di andare a vedere, si limitarono ad ascoltare le sue imprecazioni contro l'amore dai piani inferiori.
Non uscì da li per un giorno intero. Non voleva vedere nessuno ne sentire nulla.
Aveva fatto chiudere tutte le finestre e aveva raccomandato alla sua domestica più fidata di non far passare nessuno oltre la porta di quella stanza.
Passò il tempo a stringere quei vestiti che erano suoi ma che Taehyung aveva indossato in quel tempo che era stato li.
Li strinse e li riempì di lacrime perchè sentire quel profumo di rose che l'aveva colto al primo incontro, sentire il profumo della sua pelle, l'essenza della sua anima in quella stanza e non averla, faceva male.
Si maledisse. Maledisse tutto ciò che l'aveva condotto in quel luogo dove la sua forza e il suo essere erano stati travolti e fatti a pezzi da un ragazzino dalla pelle di ninfa, le labbra di rosa e gli occhi più profondi di un pozzo.

Un ragazzo, che oltre al cuore, gli aveva rubato la vita.

Perchè nessuna vita valeva la pena di essere vissuta se non accanto alla perfezione e questa era scappata via, troppo inorridita dalla vita che aveva davanti.

Ma ciò che Jungkook non sapeva era un'altra cosa.

Angolo autrice!
Ma questa storia vi sta piacendo? :c ho notato un piccolo calo nelle Visual e nei commenti, quindi sono curiosa! Anyway, spero di non farvi disperare ma probabilmente il prossimo sarà un capitolo super breve e so già che mi vorrete maledire dopo questo 👌

Also: please se volete date un'occhiata anche alla mia altra storia "V stands for..." perché ci tengo tantissimo
(le coppie per ora sono Taekook/Yoonmin/Namjin quindi siete tutte accontentate muahah)
Fatemi sapere cosa ne pensate!

ℒe Marquis de l'amour  | VkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora