24. Stolen Kisses

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Si immerse nella vasca, cercando di non far bagnare i capelli corvini.

Era stato un pomeriggio alquanto strano, dopo la disputa tra i membri della famiglia Agreste.

Aveva giocato con Bridgette tutto il giorno, litigato nuovamente con il padrone di casa durante la "cena", parlando di quanto potesse essere pericoloso e imprudente restare da sola con Adrien.

Troppe cose non le erano chiare in quei discorsi, soprattutto dopo l'aggiunta di preoccupazioni da parte di Nath.

Il rosso della famiglia, per lei, era stato sempre un punto invisibile, dimenticato in un angolo del suo cervello.
Non aveva mai avuto troppi contatti con lui e, che si preoccupasse in questa maniera, le sembrava fin troppo sospetto.

Aveva posto delle domande a trabocchetto, sperando di riuscire a cavare dai due delle informazioni, ma tutto ciò che era riuscita a scoprire, era che, il biondo, non era riuscito ad accettare fin da subito la nuova situazione di trovarsi in un corpo immortale.

A detta di Alya, era stata dura per lui riuscire a superare la cosa, anche non essendo stato l'ultimo a essere trasformato - in quanto, l'ultima, era stata proprio la mora. -

Da ciò che aveva capito, Adrien aveva causato diversi problemi, dovuti alla sua forza.
Quali fossero questi problemi, per lei era un mistero.
Decise di non voler entrare nei particolari; voleva fosse Adrien a rivelarle tutto.

Si asciugò velocemente e indossò il solito pigiama di pizzo.
Doveva ancora svolgere una piccola parte degli studi per il giorno successivo ma, inevitabilmente, la sua mente viaggiava altrove.

~

Furono due colpi alla finestra a farla alzare dal letto e a porre fine a quella tortura chiamata studio.

Sorrise nel vedere il protagonista dei suoi pensieri, appoggiato al piccolo bordo della sua finestra.

«Mademoiselle, permetterebbe a questo umile vampiro di entrare nella sua dimora?» recitò, reggendosi a quattro zampe alla finestra.

«Oh, ma certamente.» rispose a tono, scostandosi di lato per permettergli di entrare.

Lo guardò stupita, quando con un unico balzo, il biondo era in camera sua.

«Allora?» domandò sedendosi sul letto.
«Beh, diciamo che nel bosco dietro casa, ci sono molti meno alberi.» sorrise innocentemente.
«Che idiota.» ridacchiò, facendogli cenno di sedersi di fianco a lei.

«Tu? Come stai?» sussurrò, avvolgendole le spalle con il braccio, dopo che lei posò la testa sulla sua spalla.
«Potrebbe andare meglio.» mormorò la corvina.
«Hai cenato con loro?»
«Cenato per modo di dire. Io mangiavo e loro mi rimproveravano, dicendo che non dovevo avere contatti così ravvicinati con te.» rispose, imitando la voce di Gabriel.

«Una cosa non mi è chiara, fino a prova contraria, un figlio non parla così a un padre.» mormorò, riferendosi alla minaccia di Adrien.
«Ci sono tante cose che non sai, piccola.»
«In che senso?»
«Ne abbiamo passate tante. Dopo secoli non lo guardi più come una figura superiore.»

«Eh?»
«Prova a immaginare: viviamo da molto, è normale che dopo un po', non lo tratti più come una persona al di sopra di te.»
«Oh, non ci avevo pensato.»
«È mio padre, certo, ma non gli do tutto questo potere.»

«Che ribelle.» scherzò la corvina, poggiandogli una mano sulla coscia. «C'era anche Nath, a cena intendo, ed hanno parlato di tutta questa tua forza che non riesci a controllare..»

«Non ho certo chiesto io di essere un vampiro.»
«Che intendi?»
«È successo. Erano già tutti vampiri, ho compiuto vent'anni e ho fatto la stessa fine.»
«E.. a te stava bene..?»
«Non avevo scelta, non avrebbero lasciato il figlio morire di vecchiaia.» mormorò. «Potemmo cambiare argomento?» domandò infine.

«Vorrei conoscere qualcosa in più di te..»
«Sono stanco..» sussurrò, alzandola e mettendola a cavalcioni su di lui.
«Se non mi dirai niente..» lo minacciò, puntandogli il dito contro.
«Le dirò tutto ciò che vuole sapere.» si finse spaventato, facendola ridere.

«Hanno detto qualche altra cosa quei due?» domandò annoiato.
«Parlano sempre di proteggere, quando non comprendono che voglio semplicemente stare con te.» disse, mentre prendeva a camminare per la camera.
«Uh-uh, ma che bella dichiarazione.» sorrise il biondo.

«Piantala.» lo ammonì. «Sto gelando.» dichiarò camminando verso il letto. «C'è spazio anche per te, eh.» sorrise, mentre si accoccolava sotto le coperte.
«Con piacere.» sussurrò maliziosamente.
«Pervertito.» commentò, mentre lo abbracciava.

«E la tua amica?» chiese improvvisamente, dopo averla fatta mettere sopra di sé, ed aver iniziato ad accarezzarle i capelli.
«La mia che?» domandò, alzando leggermente la testa, per guardarlo negli occhi.
«Capelli viola.»
«Sa di quello che successe all'hotel.» ammise, tornando ad abbracciare il biondo.
«Ed immagino non l'abbia presa bene.» pensò Adrien, disegnando cerchi immaginari sulla schiena di lei.
«Mh, mh.»

«È un vampiro!» esclamò Adrien, imitando la voce di Juleka.

Marinette rise, accoccolandosi maggiormente a lui.
Le piaceva avere questo tipo di contatto con lui.
Sentiva il petto muscoloso del biondo sotto il suo seno.
Era decisamente strano non sentire il suo battito cardiaco, ma era un fattore di poca importanza.

«Puoi immaginare che litigare con lei, con tuo padre e tuo fratello, non porti a nulla di buono. Non conosco nessuno qui, litigare con la maggior parte delle persone con cui ho a che fare, non è una buona idea.» mormorò.

«Hai me.» rispose dolcemente, baciandole la fronte.

Marinette sentì le guance prendere fuoco e il battito cardiaco accelerare.
Aveva detto due parole.
Due uniche parole.
Come era possibile che riuscisse ad avere questo effetto su di lei?

Alzò la testa dal suo busto, prendendo a guardare quei due smeraldi che si ritrovava al posto degli occhi.

Voleva farlo, ma aveva tremendamente paura.

Se l'avesse respinta?
Se l'avesse dato della stupida?
Loro non erano nulla.. o erano qualcosa?

«Adrien..» sussurrò.
«Mari..?» inclinò la testa, perplesso.

Si mosse in avanti, facendo riunire nuovamente le loro labbra.
Lo baciò dolcemente, gli succhiò leggermente il labbro inferiore e si staccò, guardandolo negli occhi.

«Oh Dio.. scusa io..»
Adrien la zittì baciandola nuovamente, sorridendo a tanta tenerezza.
«I-Io..» balbettò la corvina, dopo che si staccarono per riprendere fiato.
«Fallo ogni volta che desideri, ti prego.» sorrise, accarezzandole i capelli.
«Ma.. cioè.. noi..»
Adrien la interruppe ridendo.
«Ehi!» lo rimproverò, colpendolo sulla spalla.
«Sei troppo tenera.» sussurrò, continuando a ridacchiare.
«Ti odio.»

«Volevi sapere se tra noi c'è qualcosa?» sorrise nel vederla arrossire.
«Beh, si.» balbettò.

«Vuoi essere la mia ragazza?» domandò, guardandola arrossire più di prima.

Marinette, d'altro canto, era paralizzata.
Aveva realmente chiesto una cosa del genere?
Si riprese dopo averlo visto ridacchiare.

«Si..» sussurrò, abbassando lo sguardo.
«Sappi che mi hai reso la persona più felice del mondo.» dichiarò baciandola.
«Sei il solito esagerato.» ridacchiò.
«Sono serio, se potessi, ti farei sentire il mio battito cardiaco, il mio cuore sta esplodendo.» arrossì il biondo.

Marinette sorrise, allungandosi per dargli un leggero bacio a stampo.

«Riusciremo ad uscirne, vedrai.» sussurrò il vampiro, accarezzandole i capelli.

Continuò così qualche secondo, fin quando, abbassando lo sguardo, non la trovò addormentata.
Sorrise, pensando a quanto potesse essere perfetta.

«Finisce sempre così, io che dico una cosa dolce e tu che ti addormenti con un sorriso in faccia.» sussurrò sorridendo.

«Buonanotte piccola.» la baciò sulle labbra, prima di addormentarsi a sua volta.

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