Rotte (Poesia inutile)

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I. Sostanza

Dall'alto di un mondo immutabile,

inesistente,

specchiano i poeti i lor pensieri,

credendoli certo immutabili

eternamente.


A niente serve volar nei cieli

con la testa china a guardare

la terra e poi quel punto in mezzo

travolto dal mondo e il suo mutare

scambiando il complemento col soggetto.


Anche le montagne, a poco

a poco, seppur maestose e grevi,

cedono la forma al vento,

i nostri pensieri sono

il riassunto

della storia degli uomini

che han già lottato.


Lo vedi, dal passato, il presente

che si muove al futuro?

La nostra sostanza

è di universo che cambia.




II. Prima dell' alba

Uno sgabello, una botte come tavolino,

la barista porge il primo bicchiere di vino,

la luce fumosa e i quadri dell'esposizione

di un luminoso artista da chissà che nazione,

il pavimento in terracotta e appiccicoso

di spintoni e barcolli di un ubriacone ascoso,

il ragazzo sogna tra la gonna e lo stivale

della ragazza che urla acuta qualche vocale.

In levare inizia la chitarra e poi il violino

la barista porge un altro bicchiere di vino,

inizia ormai il solito giro inquieto

dove di sbieco

i solitari sguardi si trovano.

I musici son bravi e la tua vita non ha senso:

si capisce dalle occhiaie rigonfie di hashish

e chissà quale altra merda che i padroni ci danno

per farci credere ribelli.

Le pareti girano abbastanza

e la tua filosofia non ha senso

per me, stasera,

voglio solo la tua bocca, le tue coscie,

voglio il mio cazzo nella tua mano

prima che l'odiosa luce dell'alba porti

un giorno avanti il marcire dei nostri corpi.

Io non posso salvarti;

tu non puoi salvarmi:

lasciati giocare, prendere, girare, andare, venire.

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