Era un luogo magico quello che si prostrava davanti agli occhi.
A prima vista un semplice lago con un albero spoglio, certo, ma ogni secondo passato ad osservarlo metteva in mostra un suo dettaglio nuovo.
Le sue acque passavano dall'essere un semplice grigio a un'infinità di gradazioni dell'indaco, scuro verso la riva, tendente al bianco verso il centro, probabilmente a causa del cielo nuvoloso.
Gli alberi in lontananza a destra si riflettevano sulla sua superficie creando ombre scure, spigolose, a contrasto con i profili morbidi delle figure solide alle quali appartenevano. Infatti questi alberi, probabilmente appartenenti ad una pineta, disegnavano come una linea soffice tra l'acqua e le nuvole del cielo, una spessa linea verde scuro, puntinata di giallo.
Alla sinistra di questa pineta, proprio al centro dello sguardo, trovava posto una collina brulla, seminascosta dalla foschia, quasi non fosse sicura di trovarsi nel posto giusto.
Infine, all'estrema sinistra c'era un'altra pineta. Questa era però più indomata rispetto all'altra ma del medesimo colore.
Alzando poi lo sguardo, era un cielo grigio e nuvoloso quello che contornava l'immagine, anch'esso contenente sfumature violette.
Tutto questo però si trovava solamente sullo sfondo, lontano da quelli che erano i soggetti principali dell'immagine: il molo e l'albero.
Partendo da quest'ultimo, poteva sembrare un semplice albero autunnale, con alcune foglie rosse e altre ancora in fase di transizione. In realtà, se solo si prestava un po' più di attenzione, si poteva notare ed apprezzare il tronco di questo, che fin dalla base si ramifica in due e poi ancora, rispettivamente dal lato sinistro e poi dal lato destro, in due e in tre. Si poteva notare come solo la parte sinistra fosse rimasta di un verde acceso, che diventava più tenue andando verso l'altro lato, e come la parte destra, di un bel rosso vivo, avesse i rami molto sottili e ricchi di una parte dei gambi delle foglie ormai cadute.
Si poteva anche notare il fatto che alla base avesse una vegetazione non troppo fitta ma nemmeno rada, che questa fosse di un verde tendente al giallo e che fosse molto lunga.
Si poteva notare anche che probabilmente sia queste erbe sia l'albero avevano le radici immerse nel fondale e non sulla riva, che iniziava soltanto dopo, dove le foglie cadute si appoggiavano.
Per quanto riguardava il molo invece, la struttura in sé era semplicemente una passerella di legno. Nulla di più, infatti le cose che lo rendevano particolare erano quelle appoggiate sopra di esso.
Queste partivano dalle chiazze d'acqua che lo bagnavano nella parte più lontana, individuabili però solo grazie al riflesso della luce su esse, e arrivavano fino alle foglie e agli aghi di pino nella parte più vicina.
Sulle foglie cadute si potrebbe aggiungere anche il fatto che si dividevano fondamentalmente in due gruppi: quelle di un rosso vivo e quelle fucsia. In realtà, però, erano infinite le sfumature di queste ed erano completamente diverse da quelle sulla riva, più scure, probabilmente a causa del terriccio presente su essa delle quali si erano sporcate.
Grazie a queste foglie si poteva anche dedurre che l'albero era un acero, avendo esse la caratteristica forma della foglia di questo genere di pianta.
Per quanto riguardava gli aghi di pino invece, si poteva pensare che essi siano stati portati dal vento, data l'assenza di aghifoglie. Infatti, date le pinete intorno allo specchio d'acqua, le probabilità che gli aghi secchi di queste si siano staccati e siano volati via erano molto alte, così come quelle che, una volta arrivate sul molo si siano bagnate e quindi rimaste su esso.
Un'altra cosa che colpiva lo sguardo erano le chiazze di un marrone più chiaro presenti sul molo in prossimità dell'albero e poi di nuovo più verso la fine. Esse potevano benissimo essere solamente un riflesso della luce, una semplice macchia dovuta ad una particolare reazione del legno usato con l'umidità oppure il fatto che quelle zone siano fatte con una diversa varietà di legno.
Infine, un'ultima cosa che colpiva si trovava alla destra della passerella, dove la luce permetteva di vedere il fondo del lago. Qui infatti questo appariva di un colore molto scuro, ma non era dovuto alla profondità, infatti, trovandosi in prossimità della riva non poteva essere così. Questo colore era dovuto alla vegetazione subacquea dello specchio d'acqua. Ciò era intuibile grazie alla sfumatura verde che si poteva intravedere dalla superficie e, sempre grazie a questo, si poteva anche intuire che probabilmente era molto fitta.
Tutte queste cose facevano sì che questo luogo apparisse semplice, banale e un po' triste a uno spettatore superficiale ma che mostrasse la sua vera bellezza a chi ci spendeva qualche attimo in più.Foto: 1
Parole: 773Titolo poesia: Percezioni.
Guardavo il cielo grigio di quel luogo
le foglie cadute
l'acqua calma.
Ascoltavo il fruscio del vento
il cinguettio degli uccelli
lo scricchiolare delle assi di legno.
Percepivo l'umidità nell'aria
e nelle assi di legno
impregnate fino al cuore.
Non c'era niente
soltanto io
e la natura.
Come quando da bambina mi sdraiavo in un prato
a guardare le nuvole
sognando.
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CSS - Unaragazzachesogna (scrittura)
DiversosRaccolta di one shot e copertine (realizzate da @demone-senza-ali) partecipanti al concorso "CSS- concorso di scrittura e copertine a coppie" di @ChiusaNellaMiaMente