Capitolo 2

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Momo pov's

Strano pensare a quante volte l'ho guardata, senza che neanche se ne accorgesse. E' più forte di me, è come una calamita, ha qualcosa che senza volerlo mi attira verso di lei. Questa voglia di ritrovarmi da sola con lei, questa voglia di guardare ogni lato del suo viso, ogni espressione che, con la sua consueta sincerità, esprime senza timore. Ogni suo sorriso, ogni broncio, ogni sguardo perso tra la folla, perso nell'amore che ha per il rap, perso nei pensieri.

La guardo e non posso fare a meno di continuare a farlo, perchè ogni volta che succede, ogni volta che il mio sguardo si posa su di lei, sento una scossa attraversarmi il corpo, sento i brividi incresparmi la pelle, il cuore accelerare. E' inevitabile. Ho provato ad evitare di farlo, ho provato a non soffermarmi sulle sue labbra, così sensuali a volte che non vorrei far altro che baciarle, averle tra le mie, averle nei miei capelli, sentirle respirare il mio odore.

Mi limito ad osservarla da lontano. Da lontano fa meno male, da lontano non può accorgersene, non può intravedere i miei occhi lucidi, il mio sguardo perso, le mie labbra che cercano di non arricciarsi. Da lontano non può vedermi soffrire, non può venire verso di me, chiedermi cosa mi succede, e ricevere una risposta vaga. Da lontano posso vivere quelle emozioni che tengo segrete e nascoste, che sopprimo, che vorrei calpestare con i miei stessi piedi.

E' stato difficile accettare che non mi avrebbe mai amata

. E' palese che mi voglia bene, ma come una maledetta sorella, e lo ripete così tante volte che a malapena riesco a sopportarlo.

"Ci vogliamo bene come sorelle"

Ogni volta che succede cerco di trattenermi, di non fare smorfie, di non mostrare ciò che sento. A volte riesco nel tentativo, a volte i miei occhi mi tradiscono e Dahyun mi guarda con sguardo confuso. Io le sorrido e mi ricompongo, ancora schiava di un segreto che sento di non poter rivelare. Ogni giorno cerco di focalizzarmi sul presente, sul mio branco, sulla famiglia, sulle amiche. Ogni giorno cerco di depistare quel pensiero, quel nome. E quando penso di esserci riuscita, si scontra contro di me come le onde di un mare in tempesta sulla riva, lei ritorna a guardarmi e io ritorno ad amarla.

Tante mi è capitato di sentire storie di persone innamorate. Ogni volta ho chiesto una semplice domanda: "quando ti sei resa conto di amarla?". Loro mi hanno guardata, ci hanno pensato su, ma non hanno mai trovato un reale attimo in cui avessero consapevolizzato quello che stavano provando.

"Non c'è un momento in cui te ne accorgi, succede e basta"

Io tuttavia, ricordo quel momento come se fosse oggi, ricordo il palpito del mio cuore, il mio sguardo sul suo sorriso, la mia pelle cosparsa di brividi. Ricordo la gratitudine, la felicità, la paura, ma quell'amore così forte, quell'amore così feroce, da non lasciarti un attimo per respirare, degli occhi da osservare, un corpo da sfiorare.

Seduta su di una sedia, la guardo. La guardo e assaporo quel momento, quell'attimo in cui tutto è cambiato, in cui Dahyun ha smesso di essere una semplice amica, trasformandosi in un vortice di emozioni che quasi non so classificare, in un vortice di etichette e pensieri malsani, in una Momo che non avevo mai incontrato e penso farò fatica a togliermi di dosso.

*

Mi sveglio sudata, ancora. Mi sveglio di nuovo con il cuore che sussulta, la pelle umida di sudore, i capelli appiccicati alla fronte. Mi sveglio con la bocca impastata, lo sguardo concentrato sul soffitto. Qualcosa è diverso. Abbasso lo sguardo e incontro gli occhi di mia madre, che mi guardano con apprensione. Inizialmente non capisco, cerco di tirarmi su ma le ossa mi fanno male, ho il corpo che risente di ogni mio movimento. Riesco a mettermi seduta e mi rendo conto di essere in ospedale.

Ospedale?

-Momo...come stai

La guardo stralunata, cercando di connettere il cervello alla lingua, cercando di capire come fossi arrivata in quella stanza tiepida ed insipida. Non ho un ricordo particolare. Poco prima di addormentarmi ero con le altre, un po' agitata per la giornata, un sensazione che non mi lasciava mai prima di ogni concerto: ansia ed eccitazione.

Cos'era successo?

Riguardo mia madre, in piedi di fronte a me, che mi scosta i capelli dalla fronte.

-Come mai sono in ospedale?-

Lei mi sorride, quel sorriso di conforto che ho sempre amato, quel sorriso che solo le mamme ti possono dare.

-Sei svenuta. Non è niente di che, stress e calo di zuccheri insieme non è un buon mix-

-Non ricordo niente-

Mi sento intontita e debole, stanca e spossata.

-E' successo prima dell'inizio. Ti sei sentita male e hanno subito chiamato l'ambulanza. I dottori hanno detto che puoi uscire domani mattina, vogliono che riposi-

Il pensiero dell'Twiceland mi spiazza.

-Dove sono le altre?-

-Saranno tornate in hotel mezz'ora fa-

Il mio cuore sprofonda e vorrei soltanto ritornare a dormire. Vorrei tornare a dormire., risvegliarmi domani mattina, senza incubi o immagini distorte. Non può essere, mi sono saltata l'ultima giornata. Sbatto la testa contro il cuscino, una rabbia dentro che mi lacera.

-Non ci credo, non ci credo-

-Momo so che ci tenevi, ma la salute viene prima. Devi cominciare a mangiare di più e più zuccheri. Mangiare salutare fa bene, ma tutto lo stress che hai infligge sul tuo corpo. Bruci più calorie di quelle che ingurgiti, non puoi continuare così-

-D'accordo, mangerò di più-

Faccio il muso e mi giro su di un lato, chiudendo gli occhi. Vorrei solo ricominciare a dormire. Niente e nessuno in questo momento potrebbe risolvere questa situazione. Ho saltato la giornata , ho lasciato le altre senza di me, ho lasciato che il mio corpo avesse la meglio sulla mia mente. 

Non ho voglia di sentire nessuno...

FINE PRIMA PARTE.

SPAZIO AUTRICE-

fine prima parte ragazzi miei...ho voluto spezzare questo secondo capitolo, spero che vi sia piaciuto eeee....ALLA PROSSIMA!


I Need U. [Dahmo Story] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora