a n e m o n e

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Mi sdraiai sul verde limpido del prato ricoperto dalla rugiada fresca del mattino, inumidendomi i pantaloni neri

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Mi sdraiai sul verde limpido del prato ricoperto dalla rugiada fresca del mattino, inumidendomi i pantaloni neri. Appoggiai la mia esile schiena al tronco spesso dell'albero secolare che ormai mi faceva compagnia ogni mattina, e come sempre mi presi qualche minuto per osservarmi attentamente intorno. Una dolce pioggia la sera prima aveva lavato gli arbusti dalle foglie secche, che ora giacevano inermi affianco ai miei piedi. Ci sarebbe stato il silenzio assoluto, se solo ogni tanto qualche uccello non avesse cinguettato puramente, e se non avessi messo dell'r&b a basso volume a rilassarmi il sistema nervoso. Avrei potuto anche tranquillamente addormentarmi, se non avessi aspettato qualcuno.

E dopo mezz'ora d'attesa, lo vidi correre allo stesso modo della prima volta, stesso ritmo, stesso vestiario. Aspettai che mi guardasse, e infatti quando posò i suoi occhi sulla mia figura, gli feci un semplice cenno con la mano, che sperai capisse. Mi guardò con fare dubbioso, quasi scioccato, ma si avvicinò lo stesso, togliendosi le cuffie nere.

Ci divideva mezzo metro, quando sfilai dal mio zaino il suo orologio, e appena notò l'oggetto fra le mie mani spalancò la bocca, anche se tutto ciò durò per pochissimo tempo, perché poi mi guardò e mi dedicò un sorriso. "Lo stavo cercando dappertutto, non so come ringraziarti!" parlò e la curva sul suo viso aumentò, e solo in quel momento notai quanto il suo sorriso sembrava formato da bianchi gelsomini. Non so se fu impressione mia o ci fu un lieve terremoto, ma io sentì il mio cuore tremare gagliardo per un paio di secondi.



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