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Sapete quella cosa che Theo e Pansy guardano troppo poco per occuparsi di cose ben più ludiche (tipo il sesso per intenderci) e che mi costringono a guardare troppo spesso?
Quella scatola che potrebbe sembrare magica ma che non lo è affatto, quella piena di immagini in movimento e suoni contrapposti, luci e personaggi demenziali che dovrebbero far ridere ma che non lo fanno per niente?
Beh, si. Io, Blaise Zabini, Mangiamorte, erede di una somma cospicua di codardia, guardavo la televisione.

Da quando Draco è partito per una delle sue missioni non ho molto da fare, e inventare nuove pozioni nocive non è semplice né rapido, quindi mi limito a distrarmi così. Ed è stato proprio in una di quelle tante sere di settembre, uggiose, piovose, noiose e da overdose, con niente da fare ne da pensare ne da inventare che mi sono imbattuto in un programma che parlava della regina Elisabetta I e dell'Inghilterra ai suoi tempi.

Ho sempre stimato molto quella donna, in grado di tenere ai suoi piedi un'Inghilterra come quella del 500, in grado di apprezzare il buon teatro e allo stesso tempo progettare la colonizzazione di tre quarti delle terre selvagge, in grado di far fronte a problemi con la flotta e risolverli combattendo anche contro gli Aragonesi.
Beh, era stata una gran donna senza dubbio, nessun'altra mai era stata grande quanto lei e nessun'altra mai lo sarebbe stata. E beh, nel programma c'era anche un accenno a Shakespeare, sentendo quel nome mi venne in mente un giorno, in cui ero chiuso in biblioteca ed in cui sentivo le voci della Mezzosangue e dello Sfregiato parlare sussurrando per non disturbare nessuno.
Era circa il sesto anno e sapevo come la situazione del Trio Miracoli fosse alla frutta.
Weasley se la faceva con Lavanda Zoccola-Brown e la Granger si era vagamente inacidita per la situazione delle due sanguisughe dietro ogni angolo.

Stavo facendo una ricerca per Cura delle Creature Magiche, ed il nostro caro professore ci aveva dato da svolgere un tema sulle Acromantule.
Io da bravo Serpeverde potevo fare due cose:
o pagare un primino per farmi fare il tema, o copiare di sana pianta il tema da "Animali fantastici, dove trovarli". Ed era esattamente questo che stavo facendo, per poi pagare un primino per farmela fare e decidere quale delle due mi interessasse di più.

L'Acromantula è un ragno velenoso con otto occhi, originario del Borneo, caratterizzato da una fitta peluria, un'apertura delle zampe superiore ai 4 metri e poderose pinze che producono un caratteristico ticchettio quando è eccitato o arrabbiato.

Mi venne in mente la sala comune poco prima di una festa, il ticchettio delle scarpe con tacchi infiniti delle ragazze e l'eccitazione palpabile nell'aria.
Otto occhi, o forse ottocento, sempre intorno, pronti a giudicare ogni singolo capello messo male o un vestito che poco si intonava con un altro dall'altro capo della sala. E poi riguardo all'apertura delle zampe, mi veniva più in mente l'apertura delle gambe delle ragazze, eccitate ed esaltate dopo la festa.

L'Acromantula è carnivora e predilige le prede grosse, fra cui non disdegna l'uomo, inoltre produce una secrezione velenosa con cui paralizza le proprie vittime prima di divorarle. Tesse tele a forma di cupola sul terreno. La femmina è più grossa del maschio e può deporre fino a cento uova alla volta.

Una voce interruppe il mio lavoro ed il flusso dei miei pensieri.

"Romeo e Giulietta, Otello, Amleto, Re Lear... Harry queste sono le più famose tragedie di Shakespeare, ed ognuna di queste rispecchia una parte del mio carattere."

"La cosa che mi spaventa, Herm, è che in ognuna di queste il protagonista muore."

"Tesoro, se non morisse non sarebbe una tragedia, non credi?"

"Spero che allora questa non sia una tragedia."

"Credimi, questo compito lo è. Come pretendi di prendere una A con Piton se gli rispondi anche nel compito che i fantasmi sono trasparenti?! È ovvio che ci toglierà dei punti! E abbasserà ulteriormente la tua media!"

Ridacchiai io, e come me sentii ridacchiare Potter. Era ovvio che la sua era una sana provocazione.
L'ho ammirato per circa venti secondi, ma non ditelo a nessuno, soprattutto a nessuna Serpe. Potrei essere decapitato per una cosa del genere, e potreste vedere in un futuro la mia testa rinsecchita e appesa al muro insieme a quelle degli elfi domestici in qualche Manor. Eh già, la moda dei Black ha preso piede un po' ovunque tra i purosangue.

Insomma quei due che continuavano a parlare mi distraevano, e decisi di farglielo sapere, lanciando su di loro un Silencio che li sconvolse. Vidi la Granger voltarsi e guardarmi oltraggiata, mentre prendeva la bacchetta per annullare gli effetti dell'incanto.

"Mi disturbavate..." spiegai, guardandola e rispondendo alla sua muta domanda.

"Oh... scusa" sentirla scusarsi ed arrossire non aveva uguale soddisfazione in nulla.

Però mi avevano intrigato i loro discorsi, quindi nei mesi successivi, mi dovetti costringere a leggere qualche opera shakespeariana.

Ricordo che Draco mi aveva preso in giro parecchio. Era stata una delle poche volte che lo avevo visto ridere quell'anno. E una delle ultime.

Mi ero sentito maledettamente in colpa per non essere riuscito a salvarlo per anni, ma lui pareggiò i conti qualche giorno dopo, quando per stargli accanto ero andato contro tutta la mia famiglia e avevo preso una decisione. Avevo deciso da che parte stare.

Mi aveva picchiato a sangue quella sera, tornati a Hogwarts. Mi aveva dato dell'idiota e dell'incosciente.

Io ero stato zitto e lo avevo abbracciato, e per la prima volta in sedici anni, Draco Malfoy aveva pianto sulla mia spalla.

"Blaise, credimi, è stata la stronzata più grossa che avremmo mai potuto fare. Non esiste cosa peggiore che avessimo potuto fare..."

"Credimi Draco, finchè possiamo dire 'questo è il peggio' vuol dire che il peggio deve ancora venire..." e avevo dannatamente ragione.

Mi chiamo Blaise ZabiniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora