Dura tutto pochi istanti.
Una creatura di Morgoth spunta all'improvviso, tanto che a malapena te ne accorgi. Il volto deforme ghigna, la sua spada – se così si può definire lo spuntone di metallo tagliente che regge – gocciola il sangue di coloro che hanno avuto la sfortuna di porsi sulla sua strada, forse quello dei tuoi amici e parenti. Nel suo sguardo ci sono crudeltà e voglia di uccidere, e per un attimo tremi, nonostante il calore soffocante del fuoco che ormai avvolge tutto. Ma non dimentichi il tuo compito.
Lo scatto della creatura è rapidissimo, e altrettanto velocemente il grido di terrore del piccolo Eärendil ti giunge alle orecchie. E allora fai ciò che ti è stato detto di fare.
La spada di quell'essere entra dentro di te, e fa male, terribilmente. Se ne avessi la forza grideresti, ma ogni percezione sta già scivolando via, lasciando solo il dolore e lo sforzo di riempire i polmoni d'aria. Voronwë urla qualcosa, ma non riesci a distinguere le parole. Poi senti la lama che viene estratta dal tuo corpo, e una nuova fitta ti travolge, ma è solo un attimo, ora puoi respirare. Attraverso il velo che sta coprendo i tuoi occhi puoi vedere il figlio di Tuor, terrorizzato e coperto di sangue – il tuo – ma ancora vivo.
E sai che morire è servito a qualcosa, che sei riuscito a eseguire l'ordine del tuo signore, e non ti penti di averlo fatto, né di avere seguito lui. Lui ti dava fiducia, l'ha data a tutti voi, e guiderà i tuoi compagni verso la salvezza. Tu non potrai andare con loro, ma intanto hai fatto ciò che dovevi.
Dolce sarà il tuo sonno, Ilmion[1].
Ma un giorno l'Ala Bianca tornerà a battere.
...
Fa caldo. Il fumo offusca il cielo, il fuoco è ovunque. Sei stanco, ma non puoi permetterti di fermarti, perché se lo facessi verresti ucciso.
E tu non vuoi morire.
Se morissi, perderesti ogni occasione di salvare Gondolin, e non vuoi. Questa è la tua casa, e daresti qualunque cosa per proteggerla.
Ti volti giusto in tempo per evitare un colpo diretto alla tua schiena. La tua spada apre in due la testa dell'orchetto, e il suo sangue nero copre la lama e l'elsa e ti schizza sul braccio. È gelido, come se fosse di ferro. Rabbrividisci.
Continui a uccidere qualunque nemico ti si pari davanti, illudendoti che il disperato tentativo compiuto da te e dai tuoi compagni riesca, che prima o poi riuscirete a scacciarli tutti e non sarete costretti ad andarvene. Non provi paura, ma solo rabbia. L'ira infiamma il tuo sangue, gonfia il tuo cuore, dandoti forza, ma è fredda, e ti permette di mantenere il controllo.
Non puoi permettere che vincano.
Il sangue della progenie di Morgoth continua a macchiare la tua spada, oltre che il suolo, scorrendo in un nero fiume vicino a quello rosso del vostro. Non puoi credere che sotto ci siano le strade della tua splendida città.
Continui a colpire, ancora e ancora, e pensi che forse riuscirai a farcela. Ma in un istante cambia tutto. Il dolore alla spalla arriva improvviso, e un attimo dopo senti il clangore del metallo della tua arma per terra.
Ti hanno appena strappato un braccio.
Una cascata di sangue sgorga immediatamente dal tuo corpo. Ignorando il dolore, porti la mano sinistra a coprire ciò che resta della tua spalla, e la mancanza dell'arto ti fa rabbrividire. Vacilli. Cadi. Senti la voce di Egalmoth, e ti senti frustrato per il non poterti alzare e poter ricominciare a lottare al fianco del tuo comandante.
![](https://img.wattpad.com/cover/161061729-288-k75a398.jpg)
STAI LEGGENDO
La fine di Ondolinde
FanfictionGondolin cade. In molti si sacrificano per lei. Questi sono i pensieri di uomini delle Dodici Case, personaggi importanti, o di cui non si sa nulla. Questa è la storia della fine di un luogo di speranza. (Presenza di OC) (La storia si basa soprattut...