Tre

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Erano strani, sicuramente, questo lo dovevamo ammettere, ma poi, come cavolo facevano a nascondersi durante le lezioni.

Nube avrebbe giurato che nessuno fra quelli erano della sua stessa scuola...
Eppure il giorno dopo, si trovò Grace e Julie a Spagnolo.

-Allora i tuoi nuovi amichetti?- Clarissa era di certo la persona più snervante che potesse esistere, e quella mattina, dirette verso scuola, forse ci sarebbe stato un omicidio.

"Come faccio a toglierla di mezzo?" pensava Nube mentre non seguiva nessuno dei suoi discorsi cattivi e noiosi.

-Ti ho chiesto come sono i tuoi nuovi amici... Sarebbe carino rispondere, anche perché sono la tua migliore amica.-

Nube si voltò di scatto, guardò la bionda negli occhi e pensò "Sono la sua migliore amica?"

-Oh Cla, mai visto gente così.- finalmente rispose la mora.

-Lo sapevo, non avresti dovuto iscriverti, non riesci a fare amicizia tu.-

-Ma che hai capito?! Gente fantastica, mai incontrato persone più dolci e disponibili.-
Fu in quel momento che la bionda alzò gli occhi al cielo e facendo saltellare la solita coda che legava i suoi capelli piatti e senza vita, andò via, essendo arrivate a scuola.
Nube lo aveva detto apposta, solamente per farla innervosire.

Se la rise e arrivata a Spagnolo incontrò le due ragazze del corso.

-Hola Nube, anche tu qui?- questa era Grace, sempre così dannatamente perfetta.

Julie, un po' più timidamente, fece un gesto con la mano per salutarla.

-Oddio, io che pensavo foste degli ologrammi presenti solo durante il corso.- le due risero spontaneamente e poi Grace le chiese se volesse sedersi accanto a lei.

Fortunatamente, il professore disse che il favoloso progetto di gruppo non era stato approvato dal consiglio scolastico, quindi non avrebbe potuto tenerlo più.

Nube lanciò un respiro di sollievo e Grace, invece, la prese davvero male.

-Avremmo potuto lavorare insieme, che peccato... Anche se da come ho capito, non ti piace lavorare in gruppo.-

Nube si pentii di averlo detto e poi cercando di scusarsi ammise -É solo che non riesco mai ad accettare ciò che dicono gli altri, voglio fare di testa mia.-
-Oh, beh, non hai tutti i torti.- la assecondò l'altra.

-Posso chiederti una cosa?- la ragazza dagli occhi grigi la guardò titubante.
-Ti sembriamo dei pazzi lì? Mi sono sempre chiesta perché raramente si avvicinano al gruppo di teatro.-
Nube sorrise e poi parlò -Beh si, ma penso siate tutti unici e speciali e ciò vi rende davvero un bel gruppo. Siete davvero particolari, non come gli altri adolescenti, sembrate più, più... Più, non lo so ma siete più.- Nube pensava davvero ciò che aveva detto, ed era felice di averlo ammesso davanti a lei.
-Siete in sintonia, io non mi sono mai sentita parte di un gruppo.-
-Perché? Ti trovo socievole, intelligente e molto solare, saresti quello che ci manca lo sai? Di solito vanno tutti via dopo il primo giorno, noi siamo quelli che sono rimasti.-
-Non sono sicura... Penso di non essere alla vostra altezza.-
-Per cosa? Se parli di recitazione, guarda che è l'ultimo dei tuoi pensieri, lo facciamo solo per divertirci.-
-Non dicevo quello, ma probabilmente renderei il vostro gruppo diverso, non mi va di intromettermi.-
Grace la guardò con degli occhi dolci dolci e poi le mise una mano sulla spalla -Se non ti vedo domani ti vengo a cercare.-

Nube scoppiò in una fragorosa risata e poi seguirono la lezione scambiandosi qualche battutina ogni tanto.

-Te lo giuro, grazie di cuore.- la mora saltellava di qua e di là, camminando accanto a Victor che cercava di calmarla.
-Per cosa? Per averti convinta ad andare lì? Lo so, sono fantastico.- il ragazzo fece uno sguardo compiaciuto tirandosi indietro delle ciocche di capelli.
Nube non era felice perché ora poteva far parte di un gruppo, era felice perché aveva conosciuto tante persone nuove e tra queste Grace che era una ragazza dolcissima.
-Anche modesto.- rise lei.
Si stavano dirigendo in mensa per pranzare insieme, Nube sperava di non incontrare Clarissa, e Victor sorrideva come al solito, salutando a destra e a manca quasi ogni persona nel corridoio.

-Hey ma sei tu?- una voce già sentita fece sobbalzare la ragazza che stava sorseggiando un po' d'acqua dalla sua bottiglietta.
Si voltò e al tavolo dietro al suo c'era Ryan.
-Hey!- esclamò con un sorriso che aveva riempito improvvisamente tutta la stanza.
-Io che pensavo fossi un fantasma...-

Nube pensò che poco prima, a Spagnolo, aveva fatto una battuta simile alla sua e sorrise fra sé.

-Non sei con gli altri?- chiese poi, guardandolo mentre mangiucchiava le sue patatine nel vassoio.
-Oh, sono esattamente lì.-
Si girò seguendo il suo sguardo e vide gli altri ragazzi dirigersi verso di loro salutandola da lontano.

-Nube!- urlarono alcuni.
Si sedettero e poi capogruppo si rivolse di nuovo a lei -Venite a sedervi con noi dai.-

La ragazza guardò Victor che sorrise e poi si unirono all'altro tavolo.
Nube prese posto tra Grace e Victor, che invece si trovava accanto a Logan che con una voracità assurda divorò il suo panino in due secondi.
-Lui fa sempre così...- disse William ridendo riferito a Logan.

Julie, mangiava con una tale eleganza che forse ritrovarsela davanti era quasi snervante.
Nube stava attenta a come mangiava, ad ogni boccone, solo per non apparire come era di solito, ovvero non troppo femminile.

-Verrai domani vero?- chiese Nick rivolto alla nuova del gruppo.
Lei titubante li guardò uno ad uno e poi abbassò la testa imbarazzata.
-Beh... Si vedrà.- disse sottovoce.
-Lascio tutto al fato.- continuò senza alzare il volume.

-Cosa lasci al fato? É la tua vita, decidi tu.- rispose Cath un po' acida.
Nube la guardò per qualche secondo e avrebbe voluto fulminarla con lo sguardo ma non voleva essere cattiva.

Abbozzò un sorriso falso e poi cercò di cambiare discorso.
Il viso di Ryan, dopo quella scena, era diverso.
Era preoccupato e cercava in tutti i modi lo sguardo di Nube che era, invece, assente.
Cercò di farla sorridere con delle battute e non avendola molto vicina, molte lei, non le sentí nemmeno. "Dannato casino." pensava il ragazzo.

Victor nel frattempo aveva iniziato già a chiacchierare con le persone che aveva attorno e simpatico com'era, lo apprezzavano già tutti.

Quando si alzarono per riprendere le lezioni, Ryan corse subito accanto a Nube e poggiandole una mano sulla spalla le sorrise.
Lei alzò lo sguardò e gli ricambiò il sorriso.
-Eh che non lo so...- disse ad un certo punto.
-Hey, tranquilla, penso solo che sei davvero interessante e non voglio che ci perdiamo di vista, okay?- lei annuì convinta e poi si avviarono tutti insieme nel corridoio che portava alla maggior parte delle aule.
-Pensaci però.- disse capogruppo davanti l'aula di filosofia in cui Nube sarebbe entrata e lui no.
-Certo.- lo salutò con un sorriso dolce mentre gli altri non si accorsero che fosse andata via e Victor la seguì, perché avevano la lezione in comune.

-Ma quello lì? Ryan dico.-
-Cosa?-
-Gli interessi.-
-Oh ma che dici...-
-Nube ti faccio volare e creare un uragano.-
-Ví, smettila. Non lo conosco nemmeno.-
-A me sembra un ragazzo adorabile.-
-Non lo so...-
-Vacci, ti fa bene questa cosa. Poi perché non dovresti? Eri felice e mi hai ringraziato allo sfinimento.-
-Perché potrei rovinare il loro gruppo, non voglio essere lì per dividerli o altro. Loro non hanno bisogno di me, li hai visti no?-
-Ma tu hai bisogno di gente come loro.-
Nube sbuffò sonoramente e poi prese a toccarsi le punte dei capelli, come al solito.

-Smettila, ti giuro, mi hai stancata.- urlò Nube.
Lei è Clarissa erano sul tragitto per casa e l'ultima non faceva che lamentarsi della scuola, delle persone e di lei.
-Come ti permetti?-
-Di fare cosa?-
La bionda camminava tutta composta con la sua borsa a tracolla sulla spalla destra e agitava quella dannata coda di capelli morti e biondi in una maniera così snervante che Nube l'avrebbe picchiata presto.

-Pranzi con qualcuno che non sia io e ti senti subito pronta a giudicarmi? Io sono la tua migliore amica.-
-É proprio qui che ti sbagli. Non ho bisogno di te.-
-Saresti persa...-
-Starei meglio.-
-Saresti sola.-
-Negativo, se non mi fossi mai avvicinata a te, avrei avuto di certo molti più amici. Sei una persona orribile e mi sbagliavo su di te. Non mi conosci e non mi hai mai conosciuta.-
Nube velocizzò il passo per allontanarsi da quell'essere ripugnante e poi si fermò di colpo, si girò e le urlò -Spero di non vederti più.- così la mora attraversò la strada e infilò gli auricolari nelle orecchie.
In sottofondo si sentì un -Tornerai da me strisciando...- che la ragazza non calcolò e finalmente tornò a casa sua.

I suoi genitori erano strani ma erano di certo meglio di Clarissa.

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