Buco nero

85 29 14
                                    

*Si prega di leggere questo racconto molto lentamente e con l'aiuto della canzone riportata sopra. Fate sì che voce e scritto si incontrino, fondendosi e diventando un'unica cosa.*

È dietro ai sorrisi che si nasconde l'Inferno.
Era a questo che pensavo, mentre venivo baciata e presa a schiaffi dal vento, il mio unico amico in quella torrida sera d'estate.
15 agosto.
Ferragosto
Una giornata che teoricamente dovrebbe essere dedicata al divertimento e alle feste.
Per gli altri, ma non per me.
Soprattutto non ora,
non quest'anno,
non sapendo cosa stai vivendo.
Solo il pensiero di divertirmi, di provare un qualunque tipo di euforia,
mi fa sentire ancora peggio.
Ed è brutto sai,
è brutto dover nascondere tutto, nascondere le mie emozioni
e il mio dolore.
Fuori a questa terrazza stasera
alzo lo sguardo verso il cielo e imploro un aiuto.
Alzo lo sguardo stasera
e immagino di vederci te nelle stelle.
Ti ero venuta a trovare sai,
eri inguardabile per molti,
ma io ti guardavo comunque,
non potevo fare altrimenti,
non riuscivo a fare altrimenti. Nascondevo le lacrime e ingoiavo il groppo che avevo in gola, sperando di non essere vista da nessuno.
Dentro di me l'inferno.
Volevo solo urlare,
urlare a squarciagola il tuo nome,
urlare perché ero al limite,
al limite delle mie forze,
ero al limite e stavo per impazzire.
Tu eri lì davanti a me
Non ti avevo riconosciuto
Ma poi avevo guardato i tuoi occhi
Ed eccoti... eri proprio tu.
Diverso ma lo stesso.
Tutto il tuo corpo era cambiato
ma i tuoi occhi erano gli stessi.
A quindici anni ridotto in questo modo da uno stupido tumore all'addome.
Chiudo gli occhi e faccio finta di stare bene,
ma con il cuore che mi fa immensamente male,
con il cuore pieno di schegge che non riesco a togliere,
e graffi e ferite che non riesco a sanare.

Ed ora... ora sono QUI, in un posto meraviglioso con la mia famiglia.
Fuori a questa terrazza le stelle illuminano il cielo.
Ma io sono spenta dentro.
Non riesco veramente più a sorridere.
Loro non sanno cosa sto passando, papà mi urla perché mi comporto da bambina viziata.
Bambina viziata.
Sì, una bambina viziata, la sua bambina viziata, che sta soffrendo all'insaputa di tutti.
Una bambina viziata che sta facendo i conti con un mostro più grande di lei, che a sedici anni non dovrebbe neanche combattere.
Soprattutto se la battaglia non è la sua.
Un mostro che non dovrebbe neanche conoscere.

Piango.
Mi sveglio e piango.
Mi nascondo in bagno e piango.
E sono stanca.
Davvero stanca.
Perché vorrei solo poter essere con lì con te, al tuo fianco.
Sapete, fa male la consapevolezza che la persona a cui tieni sta per morire,
ma fa ancora più male non poter essere con lei, a tenergli il braccio,
a baciargli le ossa, a sussurrargli che andrà tutto bene.
Perché andrà tutto bene,
vero?
E fa ancora più male trattenere e dover nascondere quel dolore.

Sapete quanto costa dover nascondere le lacrime?

La terrazza.
Quella magnifica terrazza.
Avevo sempre sognato di trovarmi lì,
ma quel giorno avrei voluto solo non esserci mai andata,
avrei solo voluto essere altrove.

Quella splendida terrazza.
Da lì si vedevano le stelle.
E proprio quella sera,
per la prima volta in vita mia,
vidi una stella cadente.
Ma non una.
Bensì due, tre, quattro...
Vidi minimo dieci stelle cadenti,
e al passaggio di ognuna di esse,
il mio desiderio era per te.
Non chiedevo di essere amata,
da te,
Non chiedevo di essere la più ricca del mondo,
Non chiedevo di diventare famosa,
L'unica cosa che volevo era farti stare bene, farti guarire,
E poter tornare a guardare quei tuoi vispi e penetranti occhi verdi.

Un peso enorme mi congelò lo stomaco.
Sospirai.
Le stelle continuarono imperterrite la loro danza.
Un tempo io amavo ballare
ed ero la più luminosa delle stelle,
vivevo di luce, ma adesso...
adesso sono solo un buco nero,
Una stella oscura
Tanto morta dentro che
vivere di luce
mi è diventato impossibile.

Perché adesso che la luce non c'è più
è il buio a farmi compagnia.

E adesso che tu non ci sei più,
dopo che non ho potuto neanche dirti addio,
ritorno sempre su quella terrazza soltanto per rivedere il tuo viso nelle stelle e sperare che un giorno potremmo ricongiungerci e stare insieme.

Racconti Di Una Vita Troppo BreveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora