Mamma corre ad aprire la porta e mi ritrovo davanti a due persone altissime, colossali. Forse è a causa della mia statura, decisamente più piccola, che a primo impatto mi appaiono così alti. Nella nostra famiglia siamo tutti abituati ad una corporatura alquanto minuta e per quanto riguarda l'altezza non siamo delle cime, ecco. Ma, fortunatamente, più li guardo meglio e più mi convinco che sia solo una mia impressione ed iniziano ad assumere le sembianze di persone normali. Addio colossi. Siamo noi quelli anormali.
Ecco, per mia disgrazia stava accadendo. Odio le scene sdolcinate, non sono la tipa e mai lo sarò. "Beeen! Amore!". Mia madre si scaraventa tra le braccia di quell'uomo altissimo rispetto a lei e i due si perdono in baci e parole dolci a non finire. Lo sapevo che avrei dovuto assistere ad una scena tipicamente smielata tra due persone che non si vedevano da mesi. Infatti Benjamin e sua figlia sono americani e vengono direttamente dalla piovosa Boston. E dopo un anno di agonia per amor di mia madre e, in secondo luogo, per motivi lavorativi ha deciso di trasferirsi qui, in Australia a Canberra, una città totalmente opposta alla sua.
Mentre mi riprendo dalla patetica scena porgo due baci in guancia come segno di benvenuto ad entrambi e tra me e me mi complimento con mia madre, non poteva fare scelta più azzeccata: Benjamin è molto più attraente dal vivo rispetto alle poche volte che ero riuscita ad intravederlo in web-cam quando parlava con mia madre.
"Eh così tu devi essere Anya! Come sei bella, sei proprio uguale a tua madre. Lei è Sarah, mia figlia" conclude Ben con un tono amichevole e cordiale mentre mi indica sua figlia con uno sguardo fiero e pieno di sè.
E non aveva tutti i torti ad esserlo, Sarah è una bellissima ragazza bruna, alta ovviamente, esile e con un portamento piuttosto elegante. Totalmente opposta a me.
"Piacere, Sarah" dice, con tono quasi sfuggente come il suo sguardo, perennemente rivolto in basso così che a fatica riesco ad intravedere i suoi occhioni color nocciola.
E' timida, ho capito. E al pensiero le mie labbra si piegano in un sorriso dolce, era una vita che non incontravo una ragazza timida e la sola visione mi faceva sentire così sfacciata, troppo per i miei 17 anni. In ogni caso non ci penso un attimo e mi presento, adoro fare nuove conoscenze.
"Anya, piacere mio. Sarei contenta se domani venissi con me e la mia amica Carol, mi piacerebbe farti fare un giro della città e poi sono sicura che ci divertiremo un sacco!" esclamo.
La sua espressione è felice ma quasi sorpresa, forse non si aspettava un approccio così avventato. "Certo mi farebbe molto piacere, poi avremo tempo anche di chiacchierare visto che andremo anche a scuola insieme!" risponde con un sorriso contenuto.
***
La cena è stata ottima e anche la compagnia. Devo ammettere che Ben e Sarah sono simpatici pur essendo americani e soprattutto di Boston. Ovviamente qualche differenza l'ho notata, sono un po più freddi rispetto a noi australiani ma d'altronde ogni paese ha una sua caratteristica.
Grazie al mio carattere estroverso sono riuscita subito a trovare argomento di conversazione con Sarah. A quanto pare abbiamo gusti simili per quanto riguarda i ragazzi perciò abbiamo incominciato a ridacchiare come due sceme e a fare commenti spinti.
Sento che diventeremo molto amiche.
La serata si è prolungata in chiacchiere soprattutto dopo che Benjamin ha iniziato un discorso piuttosto noioso sul suo lavoro. Cavolo che lavoro però, è il propietario di una catena di abbigliamento e ora sta cercando di espandersi anche qui a Canberra.
"Mamma, io vado di sopra sono esausta!" dico disperata "Sarah se vuoi ti spiego dov'è la tua camera visto che è accanto alla mia" continuo sorridendo.
Si mi è proprio simpatica, ha quel suo modo dolce di fare che mi ha conquistata.
***
Oggi per la prima volta esco di casa in compagnia, di Sarah ovviamente, e prevedo una giornata intensa: dovrò starle dietro e farle visitare la scuola, spiegarle i corsi e le classi che dovrà frequentare.
Ad un certo punto sento una voce urlarmi da dietro: "Signorina Anderson la ringrazio per non avermi aspettata!" e prima di girarmi mi ero già resa conto di chi era. Carol. Ero così entusiasta della mia nuova "sorellastra" che mi era passato di mente di aspettarla come tutte le mattine per andare a scuola.
"Cary, mi dispiace mi sono proprio dimenticata e la colpa è tutta sua!" dico scherzando indicando Sarah. "Dai per questa volta ti perdono, ciao sono Carole benvenuta a Canberra" dice Cary rivolgendosi a Sarah. E quest'ultima ricambia con uno sguardo timido e sfuggente.
In pochissimo tempo tutte e tre instauriamo un feeling perfetto e inaspettato. A questo punto credo proprio che sia la diversità a legare le persone, noi tre siamo diverse l'una dall'altra ma parliamo e scherziamo come se fossimo uguali. Inizia a piacermi la cosa.
Poco prima di varcare l'entrata della scuola Cary fa una domanda che in quel momento avrei voluto tanto evitare: "Ma con Dylan poi come va?" .
Ora capisco perchè avrei voluto evitare questa domanda. Dylan. Me ne ero quasi dimenticata, sono sparita per giorni, non mi sono fatta mai sentire e in questo momento mi sento veramente una stronza. Del resto lo sono sempre stata e pensavo che Dylan fosse riuscito a cambiare questa mia attitudine. Forse ci vuole del tempo per innamorarsi. Aspetterò.
"Con Dylan tutto ok in questi giorni l'ho sentito poco perchè ho avuto tantissime cose da fare con mamma." rispondo quasi con tono difensivo, come se mi dovessi giustificare, e ne avevo bisogno di scuse perchè di tempo l'avevo avuto per sentirlo, anche solo 2 minuti.
"Anya, quando cambierai? Sei sempre la solita!" mi risponde Cary. E non ha tutti i torti.
Spiego velocemente a Sarah in quali aule dovrà andare e mi accorgo che abbiamo solo un corso in comune e mi dispiace molto. Poi ci salutiamo alla svelta e mentre mi dirigo verso l'aula Sarah mi prende un braccio facendomi sobbalzare. Finalmente riesce a tirare su lo sguardo e mi fissa con quegli occhioni dolci, le sue labbra si piegano in un mega sorriso (il primo da quando era qua) e mi dice: "Anya, grazie mille di tutto." Le stampo un enorme bacio sulla guancia e ci dividiamo.
E' dolcissima questa nuova "sorella".
Anno nuovo, compagni nuovi. E ce ne sono tantissimi. Non faccio in tempo ad entrare in aula che vengo subito osservata da un gruppetto di ragazzi e la cosa non mi dispiace affatto. Carol mi da una gomitata per far cenno di smetterla di fissarli e iniziamo a ridere.
Poi mi rendo conto che non riesco a smettere di fissare quell'angolo dell'aula, la mia attenzione ricade però su un ragazzo che di fissarmi non ne ha proprio l'intenzione.
La cosa sinceramente un pò mi infastidisce e non perchè è l'unico che non mi fissa ma perchè quel ragazzo ha un aria scocciata e prepotente. Sono quasi sicura che non è di queste parti. Viene da molto lontano, ho questo presentimento e lontanto è anche il suo modo di fare.
Nonostante questo ragazzo abbia un aria così arrogante continuo a fissarlo e non riesco a smettere. Guardandolo bene capisco il motivo. In 17 anni non avevo mai visto nessuno di così bello. Che dico attraente. Eppure non corrisponde ai canoni di bellezza che una ragazza si prefissa, ma forse è proprio quello a renderlo così interessante.
I lineamenti del suo viso sono così marcati che non me li sarei dimenticata facilmente. Quei capelli neri come il carbone e così folti che sembrano difficili da domare e in me scaturisce la curiosità di toccarli per sapere se sarei stata in grado.
Improvvisamente il suo sguardo si incontra con il mio e sento una sensazione strana, che dico, stranissima. Il cuore si ferma per un attimo e poi un secondo dopo incomincia a battere sempre più forte. Inizio a perdermi nel cielo dei suoi occhi.
Ma non faccio in tempo a sorridergli che i suoi occhi si inarcano in un espressione piuttosto arrabbiata, le sue labbra si irrigidiscono così da assumere un'espressione alquanto inquietante.
Così tutti i pensieri carini che mi ero fatta su quel ragazzo moro dagli occhi di ghiaccio svaniscono.
E in un attimo ritorno infastidita ed irritata dalla sua strana presenza.
Non credo che andremo mai d'accordo.
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Limits
FanfictionEffetto alone: In psicologia é quel fenomeno che fa nascere pregiudizi a volte sbagliati, a volte inutili. Tra due persone è un ostacolo. Anya e Derek ne sapranno qualcosa.