Liberi dentro

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Chi è libero dentro è libero ovunque. - anonimo

                                                                                                                               Veronica P.O.V

Sento il suono del cellulare ma mi sembra così lontano che fatico a pensare si trovi nella stessa stanza dove sono io, purtroppo però l'insistenza mi fa capacitare della cosa. 

Ho la testa che mi scoppia, ieri sera abbiamo esagerato di nuovo. 

Per lo meno mi trovo a casa mia, lo riconosco dai graffiti sulle mura, il disordine e l'odore d'erba che aleggia nell'aria, unico stimolatore che mi spinge ad afferrare e poi rispondere 

a quel dannato telefono. 

- Pronto? - 

- Apri questa cazzo di porta o la devo buttare giù? - 

- Quanta acidità di prima mattina - 

- Prima mattina? Sono le quattro del pomeriggio, Verò. Muovi quelle chiappe moscie - 

Getto il telefono sul divano e attenta a non inciampare nei vari casini dispersi sul pavimento, molto lentamente mi avvio verso la porta ritrovandomi davanti Victor Rid. 

E come possono gli ormoni non entrare in subbiglio davanti a Victor Rid? 

I miei ci riescono. 

Con qualche difficoltà ma ci riesco, nonostante adesso mi stia guardando in quel modo. 

Quello malizioso con il quale conquista le donzelle e poi le lascia smarrite, alcune nel pentimento di aver aperto le gambe al primo incontro, alcune contente di aver passato la notte con un tipo così. 

Se io e Victor non fossimo così simili saremmo, perfino, una bella coppia.

<< Noi tra due ore abbiamo una serata, la nostra prima serata, e tu stai ancora vestita come una barbona, ti rendi conto? >>

<< Ti rendi conto che sei qui da due secondi e già mi hai sfracellato i coglioni? >>

<< Quanta volgarità in una persona sola, guarda che ti ho portato! >>

Tira fuori un sacchetto con cornetto al cioccolato e birra fredda, consapevole che questo gesto mi addolcisce per cinque minuti contati in cui la parte più remota di me non verrà a galla lo stesso. Gli sorrido e provo ad afferrarlo ma lui non me lo lascia fare. 

<< Non ho diritto a un bacio? >>

Alzo un sopracciglio portandomi la mano sul fianco e guardandolo con aria di sfida.

<< Ma come? Il mio non era un culo moscio? >>

<< Ti ho chiesto un bacio non un'inculata >>

<< Dopo il bacio c'è sempre altro e non dirmi che tu, grande Don Giovanni, ti saresti fermato a questo con una ragazza della mia portata.. >> 

Presunzione. 

La cosa che più ci accomuna, avvicina ed allontana. 

Siamo soliti a discorsi di questo tipo senza spingerci mai oltre, tranne per qualche breve e intensa eccezione che abbiamo promesso non ricapiterà mai più. 

Eppure non ci stiamo attenendo molto a quello detto mentre le sue mani afferrano i miei fianchi e mi spingono verso il divano, gli sorrido bloccandolo. 

After midnightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora