Chapter 2.

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Spazio autrice:
Ciao ragaa! Come state? Spero bene!
Questo è il primo spazio autrice di questa storia, e sono molto felice perchè è letteralmente la mia quarta storia e sono felicissima che le altre siano andate cosí bene...e spero che anche questa andrà bene come le altre!
ora che dire...vi lascio al mio secondo capitolo!

"Natasha!" Sento urlare dal salotto, ma io ero troppo impegnata a scegliere i miei orecchini per il ballo dello Tzar che si sarebbe tenuto in pochi giorni.
Ormai mi stavo abituando a fare tutto, o per lo meno quasi, da sola.
Il campanello suona per la seconda volta.

"Natashaaa!" Urla sempre più forte mia madre.
Chissà cosa mai stesse facendo da non potere andare ad aprire una porta.
Cosí mi alzai molto svogliatamente dalla mia sedia e andai ad aprire.
Appena lo feci, vidi davanti a me un uomo, beh sembrava più un ragazzo, dalla statura media e davvero molto carino.
Non era sicuramente un signorino, ma in lui c'era qualcosa che mi ispirava.
Soltanto alcuni secondi dopo mi resi conto degli assurdi pensieri che la mia mente contorta stava elaborando, e li cacciai subito via.
Li giustificai con la classica scusa che si usa per tutte le adolescenti, ovvero : "è normale, fa soltanto parte dei tuoi ormoni".
Comunque, il ragazzo si presentò immediatamente.

"Buongiorno mia carissima signorina..." improvvisamente si bloccò, e io inizialmente non capii il motivo, dato che ero immersa nei suoi occhi color nocciola e incantata dalla sua voce molto profonda.
Poco dopo mi sbloccai, notando la sua espressione interrogativa.

"Natasha Rezecovič" Gli risposi con un bel sorriso e dandogli la mano.
Lui ricambiò, ma prima che potesse aggiungere qualcos'altro, lo bloccai subito.

"Mi scusi tanto, sono solamente molto stanca...sa, in questi ultimi giorni è stato molto difficile per me fare tutto da sola." Dissi, mortificata.

"Non si preoccupi signorina, sarei molto onorato e felice di essere il suo nuovo servo."
Rimasi ancora più incantata da quel ragazzo, e mi girai di scatto per ringraziarlo...
Era tutto cosí magico, finchè non arrivò mia madre.
Ovviamente.

"Ah, e quindi tu vorresti servire la mia adorata figliola?" Disse mia madre, indicandolo con tono dispregiativo.
Io mi arrabbiai immediatamente, non esisteva che lo licenziasse senza un reale motivo dato che era stato uno dei pochi a presentarsi.
Ma in realtà nella mia mente, sapevo che non era l'unico motivo per il quale avrei voluto che rimanesse.

"Mamma! Dici sempre a me di non fare la maleducata, e poi ti comporti da tale proprio davanti a me!" Le urlai in faccia.

Lei sospirò, e poi mi disse : "Cara, devi essere ben educata con le persone della nostra classe sociale, non con dei poveretti."

Davanti a tutto ciò, il servo incantevole che non aveva ancora avuto modo di presentarsi, rimase sbigottito.

"Mamma! Mi fai davvero infuriare! Ma che ti prende oggi?!" Urlai, inseguendola per il salone.

Perchè cazzo se ne stava andando?

Lei si bloccò subito e si voltò verso di me con una faccia molto inquietante, e piano piano si avvicinò guardandomi severamente negli occhi.

"Non permetterti più di rivolgerti cosí a tua madre." Sussurrò.

"Chiaro?!" Urlò, facendomi sobbalzare e gelare il sangue nelle vene.
Inghiottii la saliva che si era formata nella mia bocca.
Sentivo gli occhi lucidi.
Odiavo tantissimo mia madre, e per ripicca misi immediatamente in prova il giovane ragazzo.

"Scusami, con queste stupide ed inutili liti non ti abbiamo nemmeno dato il tempo di presentarti." Dissi dispiaciuta davanti a lui, e maledicendo con uno sguardo mia madre.
Lei alzò gli occhi al cielo.

"Non si preoccupi signorina, ah ehm anche lei signora ovviamente." Affermò molto imbarazzato.

"Comunque, mi chiamo Andrej Bartinovič, piacere di conoscervi." Mi diede la mano e ovviamente io la accettai, sorridendogli.
Lui la volle stringere anche a mia madre, ma lei lo squadrò dalla testa ai piedi, non accettandola.
Poi gli voltò le spalle per andare verso camera sua.
Si vedeva che Andrej era molto triste di ciò, e notandolo decisi di rassicurarlo.

"Tranquillo, fa cosí con tutti i domestici all'inizio...è solo per metterli alla prova, non rimanerci male, è solo un trucchetto!" Sussurrai, come se gli stessi confessando un segreto, e gli feci l'occhiolino.
Sembrava molto più sereno e mi sorrideva...già, con quella frase cercavo di rassicurare anche me stessa che tutto sarebbe andato per il verso giusto.

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