Troppo spesso siamo abituati a conseguire i nostri obiettivi scolastici e fare bella figura con i professori. Lo studente sembra considerevolmente eccitato dalla brama di portare a casa il fatidico "numeretto", quantificante la relazione sussistente tra il proprio impegno e il proprio orgoglio. Una volta terminata l'interrogazione, tutto torna alla "normalità". Insomma, sembra che, nella stragrande maggioranza dei casi, l'alunno si senta "costretto" ad anteporre lo studio ai propri passatempi preferiti per il solo fine di condurre al meglio la propria prestazione dinanzi ai docenti.
Nella rotta verso il diploma non si è soli: ogni singolo ragazzo è circondato da persone appartenenti allo stesso gruppo classe, il quale deve necessariamente costituire un insieme coeso e armonioso, i cui membri agiscano in maniera tale da sostenersi a vicenda per il raggiungimento di determinati obiettivi.
Malauguratamente, questa condizione non è sempre verificata: si tende a concepire il percorso di vita scolastica come un qualcosa di interamente incentrato sulla propria persona e basato su un completo rifiuto di esporre le eventuali problematiche riscontrate durante le ore di lezione o lo studio a casa. L'atteggiamento è dettato dal timore di segnalare all'insegnante le proprie esigenze, che riguardino un'ulteriore spiegazione di un argomento non perfettamente compreso dalla classe o altro.
Per le ragioni appena indicate, i pochi disposti ad esplicitare le ipotetiche problematiche si ritrovano molto
spesso nella condizione di "vittima" a causa della mancata solidarietà all'interno del gruppo, che, in questo caso, non può più essere definito come tale. E' necessario inoltre specificare che le conseguenze di tutto ciò si ripercuotono anche sui restanti componenti della classe. Situazioni di questo tipo di certo non giovano, poiché sono il più delle volte causa di incomprensioni: ogni singolo elemento cessa di nutrire fiducia verso chi gli sta attorno.Si ritorna alla situazione descritta in precedenza: evidentemente non tutti hanno ben compreso la ragione per
la quale ci si ritrova ogni mattina, per sei giorni della settimana, nello stesso luogo. Una volta terminati i cinque anni di liceo, e successivamente di università, inizierà la vera vita, fatta di innumerevoli battaglie, difficoltà da affrontare, ostacoli da superare, muri da abbattere per non interrompere il cammino che percorreremo. La scuola ci prepara. Senza di essa non potremo mai realizzarci nel mondo del lavoro ed è per questo che ora come ora occorre avere una visione proiettata verso il futuro piuttosto che sul presente. Le
cose non vanno bene adesso e non si agisce per migliorarle: ci pentiremo di non averlo fatto, probabilmente quando sarà ormai troppo tardi. Ci è stato donato questo grande privilegio, non possiamo permetterci di sprecarlo in questo modo. Non tutti sono fortunati come lo siamo noi. Il mondo è immenso e in molti spasimano la mancanza di una buona istruzione all'interno del proprio Paese.Non lasciate che la paura di esporsi prenda il sopravvento! La parola è un diritto di tutti. E se quelle persone
si trovano dietro una cattedra, è perché si prestano alle nostre necessità e amano il loro mestiere... almeno così dovrebbe essere, ma questo è un altro discorso. Sono disposte ad aiutarci e lo saranno sempre.Sosteniamoci, non siamo egoisti: costruiamo il nostro futuro!
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