A gran parte di noi sarà capitato di trovarsi davanti persone che, sentendoci parlare, avranno notato il nostro indissolubile accento. Potrebbe essere accaduto durante un viaggio in un’altra parte d’Italia o, addirittura, nella nostra medesima regione, a distanza di meno di venti kilometri dalla città in cui viviamo. Ciò è dovuto al fatto che ogni località ha una propria storia, differente dalle altre. Il modo di parlare, le tradizioni, la cultura degli abitanti di una città dipendono principalmente dalle influenze delle popolazioni che nei secoli passati hanno dominato su quel territorio.
Quante volte, seguendo distrattamente un programma televisivo, la nostra attenzione è stata richiamata da una particolare cadenza linguistica di un personaggio apparso sullo schermo? L’orecchio di un cittadino pugliese certamente non è abituato all’accento proprio di un piemontese (e viceversa). In questi casi, ci si potrebbe lasciar andare ad una risata spontanea, o peggio ad una terribile espressione di disgusto impressa sul viso.
Al contrario, se vi sarà mai capitato di ascoltare un discorso di un giornalista o di un personaggio politico, sarete rimasti piacevolmente colpiti dalla sua ottima dizione. Probabilmente avrete seguito il dibattito con più interesse, in virtù di argomentazioni apparentemente più convincenti.
Immaginate ora lo stesso identico discorso sostenuto da un cittadino comune, con un accento marcato. Improvvisamente tutta la bellezza sembrerà affievolirsi e le medesime argomentazioni vi risulteranno molto meno valide.
Per tutti coloro che hanno intenzione di trasferirsi altrove per intraprendere un percorso di studi universitario, avere una buona dizione potrebbe risultare vantaggioso. Anche in un ipotetico colloquio di lavoro, si darebbe sicuramente una buona impressione di sé.
Malauguratamente, chi desidera quest’oggi migliorare sotto questo aspetto si vede costretto a prendere lezioni private a pagamento, che oscillano dai €300/€400 ai €1500/€2000 per una media di 35 ore (dati statistici riportati dalla rivista online “Lettera 43”, pubblicizzata da “Corriere della Sera”). E’ ovvio che non tutti possono permetterselo... Chi ne ha più bisogno sono probabilmente i giovani, che, tuttavia, non dispongono delle quote necessarie. Dal momento che tutte le loro speranze in fatto di preparazione per un futuro lavorativo sono riposte in un’istituzione scolastica efficiente, sarebbe interessante, utile e soprattutto conveniente inserire dei corsi di dizione anche nelle scuole, durante le ore curriculari, possibilmente nel periodo che va dal primo anno di scuola elementare al terzo anno di scuola media, in modo da offrire ai ragazzi una preparazione sufficiente per affrontare i cinque anni di scuola superiore, di università e, successivamente, la loro esperienza lavorativa.
In molti potrebbero mostrarsi in disaccordo, avanzando proposte come corsi di dizione online gratuiti, che, tuttavia, non assicurerebbero una preparazione efficiente quanto quella offerta da un vero docente. In quest’ultimo caso, l’allievo potrà essere seguito personalmente e migliorare sotto le segnalazioni di un insegnante competente in materia. Un’altra opinione contrastante potrebbe essere la perdita tra le generazioni postume delle tradizioni locali, enunciate all’inizio dell’articolo. In realtà, le tipiche inflessioni e cadenze dialettali permarrebbero, poiché nel quotidiano sarebbe impossibile escluderle.
Negli ultimi tempi si è parlato tanto di un “Governo del Cambiamento”. A detta di molti, l’istituzione scolastica necessiterebbe di una serie di modifiche e miglioramenti. Siamo nel 2018 e, forse, occorrerebbe cominciare ad orientare la mente al futuro delle nuove generazioni. C’è bisogno di innovazione... perché non cominciare sin da ora?
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RandomI miei articoli del giornale scolastico riportati direttamente qui. Uscita mensile di ogni numero.