Peach flowers

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MICHAEL

"È solo colpa tua!"

"Sei stato tu!"

"Non ti abbiamo mai voluto!"

"E da quando sei nato hai causato solo danni !"

"Ti prego smettila"

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Da quando è iniziato tutto, sono rimasto solo, completamente solo.

Non ho mai avuto una vera famiglia.

Sono passato da una famiglia all' altra negli ultimi 12 anni, ed è solo colpa mia, tutto questo dolore l'ho causato io.

Tutto quello che mi sta succedendo forse me lo merito.

La mia vita fa schifo.

Quello che faccio anche peggio.

Dovrei smetterla e cercarmi un vero lavoro.

Avevo la testa sovraccarica di pensieri, del resto era una cosa normale per me, così come ogni pomeriggio uscii di casa e mi incamminai verso il parco infondo alla strada.

Quel posto è sempre vuoto, non viene mai nessuno.

È talmente diverso da come era prima.

Un tempo era sempre pieno di bambini, ricordo che quando ero piccolo mia madre mi portava sempre qui a giocare, amavo dondolare sull' altalena, avevo l'impressione di volare, ero convinto di riuscire a toccare il cielo solo dandomi una spinta più forte.

Era tutto perfetto.

Ora non si vede neanche l'ombra di un bambino.

Tutti i giochi sono vecchi e arrugginiti.

Le altalene sono tutte rovinate e fastidiosamente cigolanti.

Nonostante questo vengo tutti i giorni qui e inizio a dondolarni lentamente sull' altalena.

Mi calma, mi tranquillizza, mi da pace.

Piano piano inizio a dondolarmi sempre più velocemente, alzo i piedi per darmi la spinta, sento il vento tra le ciocche di capelli.

Torno indietro con la mente, torno a quei giorni felici, per qualche istante mi sento libero, ma poi ritorno con i piedi per terra.

Sono cresciuto su quest'altalena, però, dopo quel giorno che ha cambiato tutto, ogni volta che mi sono seduto qui non ho più provato le stesse emozioni.

Mi reco qui tutti i giorni sperando di riuscirci, ma rimango sempre deluso.

Ero immerso nei miei pensieri mentre fissavo il laghetto di fronte a me, quando sentii un cigolio.

Non era la mia altalena.

Mi girai verso destra e notai una ragazza.

Il suo sguardo incrociò il mio.

Per un attimo mi mancò il fiato e sentii qualcosa nel petto.

C'era qualcosa nei suoi occhi che mi aveva rapito.

Abbassai velocemente lo sguardo sulle mie scarpe.

"Amo questo posto, vengo sempre qui quando voglio stare sola" -disse la ragazza con lo sguardo fisso davanti a sé-

"Già, è un posto tranquillo, anch'io sono spesso qui, però non ti ho mai vista"

"Amo venire qui la sera tardi, quando nessuno può vedermi, esco dalla finestra della mia camera, mi sdraio sul prato e guardo le stelle" -rispose accennando un sorriso-

"Come mai sei qui ora? "

"Troppi pensieri, e tu? "

"Idem"

Improvvisamente mi sentii tirare il braccio.

"Che fai?!"

"Zitto e vieni"

"Cosa? Neanche ti conosco, potresti essere una maniaca per quanto ne so"

"Come ti chiami? "

"Michael"

"Io sono Dafne, ora ci conosciamo haha"

Alzai le mani in segno di resa.

"Hai ragione haha"

"Ok adesso vieni"

Questa volta mi prese la mano.

Sentii come una scarica elettrica.

Tutto di quella ragazza mi faceva uno strano effetto.

"Eccoci"

"Wow!" -esclamai stupito-

"Ti piace? "

"Si, da morire..."

Eravamo circondati da alberi di pesco, strano dato che in quel parco c'erano solo alberi vecchi e malati.

Fiori, fiori dappertutto, e una panchina giusto al centro.

Ci sedemmo.

Eravamo in silenzio, rapiti da quel bellissimo paesaggio proprio davanti ai nostri occhi.

Era stupendo quel posto.

La leggera brezza del vento trasportava i petali nell' aria facendoli danzare dolcemente.

Alcuni si posavano sui capelli di Dafne.

Era bellissima.

Aveva gli occhi chiusi e mi stava tenendo ancora la mano.

Il mondo sembrava essersi fermato.

Ero in pace con me stesso, talmente immerso nella bellezza del luogo che non sentii il suo cellulare squillare.

"Scusa, devo andare adesso"

"Aspetta, verrai ancora, qui, vero? "

"Certo, te l'ho detto prima, non preoccuparti, non vado da nessuna parte"

Così si alzò dalla panchina e incominciò ad allontanarsi.

Posai lo sguardo sulla sua figura che a poco a poco si rimpiccioliva fino a scomparire.

Un vuoto iniziò ad impossessarsi del mio petto, sentivo un buco nero al posto del cuore.

Quel " non preoccuparti, non vado da nessuna parte" l'avevo già sentito, ma quella persona invece se ne era andata, mi aveva abbandonato.

Non riuscivo a muovere un muscolo, così rimasi lì seduto aspettando di essere soffocato dai troppi pensieri, di nuovo.

*SPAZIO AUTRICE*

Salveee a tutti.

Volevo solo avvisarvi che da  adesso posterò un personaggio alla volta.

Chiedo per favore *si mette in ginocchio* di votare o commentare la storia, accetto tutto, anche le critiche, quindi se passate per di qui vi prego di lasciare un parere.

Detto questo buon venerdì sera e al prossimo capitolo ciaoooo :)

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