Hell in a Cell- 16/09/2018

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Salve a tutti e bentornati in "My Opinions about World Wrestling Entertainment"!

Quest'oggi analizzeremo insieme Hell in a Cell, che non è stato un brutto pay-per-view, lo ammetto, ma certe cose -di cui parlerò man mano in maniera approfondita- non le ho molto comprese, devo dirvelo. Ma, dopotutto, ho visto eventi davvero molto più brutti di questo, quindi, in fondo, non me ne posso lamentare troppo. 

Per la prima volta la cella infernale è, udite udite, colorata di rosso fuoco. Il perché non è esattamente dato a sapersi, ma ammetto che non sia stata una brutta novità. Anche se sono completamente di parte, dato che il logo scelto per il ppv, le grafiche di presentazione e tutto il resto mi sono piaciute un sacco, essendo io un'amante di teschi, fiamme e cose poco femminili, ehm. 

Ma bando alle ciance, e cominciamo subito con il KickOff, in onda dal AT&T Center di San Antonio, in Texas! 

Dopo le solite presentazioni di rito -ed io, giuro, non avrei voluto, ma un pochino le ho pure skippate perché mi stavo addormentando-, passiamo con le telecamere nel backstage dove vengono intervistati Dean Ambrose e Seth Rollins. I due sono convinti che ci siano buone possibilità che al termine di questo evento lo Shield entri in possesso di tutte le cinture del roster rosso. Ed io lo spererei anche, però queste interviste troppo convinte mi fanno sempre venire brutti presentimenti, madonna mia... Perché?! Aboliamo le interviste pre-match? 

Dopo di che viene intervistata Alexa Bliss, che avverte il pubblico e i media che l'hanno data per sconfitta in partenza che stavolta non finirà come a Summerslam e alla fine l'ex UFC avrà la stessa faccia sofferente dell'ultima puntata di Raw. Altra gallina starnazzante troppo convinta di sé, nah, non farei pronostici esagerati come questo, se fossi in lei...

§ The New Day (C) vs Rusev Day accompagnato da Lana per lo SmackDown Tag Team Championship §

Si comincia con il primo match, in cui vengono messi in palio i titoli di coppia di SmackDown, difesi per l'occasione da Big E e Kofi Kingston. L'incontro è molto combattuto, e la svolta arriva quando Aiden English tenta di dare il cambio a Rusev, che però è dolorante ai piedi del ring. Così l'inglese stonato decide di provare a concludere personalmente, andando ad applicare proprio l'Accolade di Rusev su Kofi Kingston. Quest'ultimo sembra sul punto di cedere e il bulgaro evita pure l'intervento di Big E, ma la presa non è pari a quella del bulgaro e così Kofi si divincola e riesce a uscirne, andando a chiudere poco dopo sempre su Aiden English con la Trouble in Paradise.

The New Day vince e si conferma campione di coppia di SmackDown.

Un match piacevole ed imprevedibile fino alla fine, e rivelo che non mi sarebbe neanche dispiaciuto più di tanto se avessero vinto Rusev e English, perché si sono comportati davvero bene, regalandoci una buona performance.

§ Backstage §

Subito dopo l'incontro vediamo un'intervista a Mick Foley, in cui la leggenda WWE si dice entusiasta di questo ruolo e spiega di essere emozionato nel vedere quella gabbia, a distanza di 20 anni da quel suo match storico contro The Undertaker, che l'ha cambiato profondamente sia come lottatore che come persona. Non c'è niente da fare, quel tipo di match, quella cella cambia ogni lottatore che vi entra in maniera profonda ed indelebile. 

Lo interrompe Baron Corbin che gli dà il benvenuto nel suo primo ppv da General Manager e, come tale, vuole assicurarsi che l'arbitro del main event sia pronto e carico. Risposta affermativa di Foley, che prova anche a dargli qualche consiglio per gestire al meglio il ruolo, trovando però il secco rifiuto del Constable, che afferma di avere tutto sotto controllo e di saper fare al meglio il suo lavoro. 

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