23 settembre 1838
Elizabeth guardava fuori dalla finestra, pronta a cogliere ogni cenno di via Regent Street.
La tacita pioggia che batteva contro il vetro della piccola camera, ombreggiava sul pavimento di legno, ormai consumato dai suoi ansiosi e affrettati passi che facevano quotidianamente capolinea da un lato all'altro della camera.
Le piccole gocce si divertivano ad imitare amare lacrime e allo stesso tempo Elizabeth si divertita a inseguire la loro traiettoria con la punta del dito, lasciando là dove il vetro era appannato, una piccola scia che rifletteva la rumorosa realtà al di fuori dalla finestra, non più sfuocata dalla condensa.
Elizabeth si concentrava su ogni singolo dettaglio, amava cogliere ogni minimo particolare che ai semplici occhi degli altri sembrava banale.
La loro banalità era per lei qualcosa di raro, unico.
Riusciva a vederci attraverso e ad afferrare ogni limpido e piccolo elemento che lo rendeva ineguagliabile e ne sentiva i minimi rumori, come la ruota delle carrozze che si rigettavano nelle pozzanghere, creando altre gocce che però non scendevano dal cielo, come la pioggia, ma dal suolo umido, che limitava l'attrito delle scarpette, con i consequenziali tonfi da parte di signore, che poi iniziavano a lamentarsi di quel dannato fango che aveva macchiato il vestito di seta e stoffa lavorata a mano con rifiniture in oro e argento.
Riusciva a cogliere ogni singola variazione di tono del ragazzo che vendeva i giornali e che urlava le notizie giornaliere a squarcia gola in mezzo alla strada:
-Trovato il colpevole del noto caso Wilney, domani ore undici la forca-
E poi percepiva ogni singola piccolezza: come lo zampettare all'angolo di un topo, che come ogni giorno riusciva a rubare qualcosa da mangiare, il minimo per sopravvivere e per rinviare a domani la sua triste sorte.
O come il gelido rumore che facevano i passi del panettiere ogni mattina, quando portava il pane fresco appena sfornato a casa dei ricchi signori e che poi con la misera mancia ricevuta ritornava in negozio pronto a trasportare nuove sfornate.
Elizabeth aveva creato un suo piccolo mondo che la rendeva felice delle poche cose che aveva o che almeno voleva avere, visto che anche la sua famiglia faceva parte di un ricco ceto sociale e di certo a lei le ricchezze non mancavano.
Ma nonostante ciò le bastava stare per le sue e percepire sempre le solite e monotone azioni che trasformavano il suo quotidiano in qualcosa di speciale e raro come lei.
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Fiato d'amore in Regent Street
RomanceLondra 1838 Elizabeth è figlia dell'avvocato più promettente di tutta Londra Ragazza bellissima, ma riservata è pretendente di molti uomini che la chiedono in moglie Ma Elizabeth vive nel suo mondo, è diversa Lei non ama gli abiti lussuosi, i balli...