Aprii gli occhi lentamente e sbadigliai, quando la luce del mattino toccò il mio viso. Guardai l'ora sulla sveglia che era posata sul mio comodino. Le sette e trenta del mattino. Fanculo, emisi un lamento e scostai le coperte di seta nera dal mio corpo e mi misi a sedere. Mi alzai e mi vestii velocemente in una tenuta sportiva e scesi le scale incontrando Harry, socio e braccio destro di mio padre, mentre stava per salirle. Rallentai e lo salutai dandogli il buongiorno e lui fece lo stesso, squadrando il mio corpo da capo a piedi coperto da una canottiera e dei pantaloncini, con un sorriso sghembo e io alzai gli occhi al cielo. Pervertito, pensai.
Sorrisi per poi superarlo, ma nel mentre lui disse "Come mai cosi mattiniera?" Con uno sguardo interrogativo. Anche lui rimase interdetto, di solito non mi alzavo mai così presto, almeno se non avessi qualcosa da fare. "E tu come mai già qui?" Gli dissi di rimando alzando le sopracciglia e sorridendo. Lui sorrise a sua volta "tuo padre ha bisogno di me" disse lui. "Bene allora ci vediamo dopo." Dissi io superandolo definitivamente e uscendo di casa. Salutai gli uomini di mio padre, Jo e Marcus e loro salutarono a loro volta me "Buongiorno signorina Reyes." Loro facevano da guardia alla casa e a noi, uscii, iniziando a correre per le strade trafficate e popolate di Miami.
Andai verso il lungo mare e assaporai l'aria intrisa di salsedine, mi intrufolai in ogni vicolo finché non adocchiai un paio di macchine della polizia e con degli agenti al di fuori di esse. Svoltai velocemente in un'altro vicolo e mi allontanai il più velocemente possibile da loro senza farmi vedere. Essere la figlia di Fernando Reyes aveva i suoi svantaggi ed io avendo commesso molti omicidi e crimini,con i miei venticinque anni di età, vivevo con l'ansia di essere prima o poi catturata. Ritornai velocemente a casa e notai mio padre Fernando, mia madre Julia ed Harry fare colazione. Salutai mio padre e mia madre con un bacio e mi misi seduta con loro a fare colazione. "Buongiorno nena" disse mio padre, bevendo il suo caffè. "Come mai questa improvvisa voglia di andare a correre?" Disse mia madre.
"Non lo so neanche io il perché mamma, però non vi abituate eh" Dissi io scherzando. La mia pigrizia era qualcosa di sconcertante. Tutti risero, compreso Harry che continuava a guardarmi. Finito il mio latte con cereali annunciai a tutti che sarei andata a fare una doccia, ma mio padre mi fermò "Nena preparati che ho un lavoretto per te ed Harry." Io annuii e salii le scale per poi andare nel bagno, mi spogliai ed entrai nella doccia e mi immersi nei miei pensieri.
Mio padre controllava tutta Miami, si occupava di tutta la droga, armi e ogni altra cosa illegale che entrava e ne usciva da essa, ed io ne facevo parte, non perché mi era stato imposto, ma perché lo volevo. Mio padre all'inizio ne era contrariato, soprattutto mia madre, ma ben presto capirono di aver bisogno di me, essendo la loro unica figlia dovevo portare avanti il loro grande impero, ed era ciò che volevo. Quando ero più giovane non avevo progetti per il mio futuro, sapevo già, in cuor mio che avrei intrapreso questa strada.
Uscii dalla doccia ed avvolsi il mio corpo in un accappatoio e andai verso la mia camera, nel mentre incrociai Harry "Quanto ti manca? Abbiamo da fare." Disse lui, quando si trattava di affari diventava molto serio e a quanto pare molto impaziente. "Mi vesto e ti raggiungo sotto." Lui annuì brevemente e si diresse verso le scale, non prima di avermi squadrata da capo a piedi. Harry, aveva ventisette anni ed era il figlio di Desmond Styles, migliore amico, socio in affari e braccio destro di mio padre. Fu ucciso circa quattro anni fa da una gang rivale e mio padre per vendicare il suo migliore amico uccise tutti i componenti di essa. Harry prese il posto di suo padre, ma faceva parte di questa vita già alla giovane età di diciassette anni. Io e lui crescemmo insieme, le nostre famiglie erano molto unite, soprattutto ora che Desmond non c'era. Sua moglie Anne ne era distrutta, come tutti noi, mia madre ed io le restammo sempre accanto, assicurandole ogni protezione e agio che voleva.
Lei non faceva parte di tutto ciò, non aveva mai compiuto un crimine, tantomeno un omicidio come tutti noi. Si era occupata per tutta la sua vita della casa e della sua famiglia. Oltre ad Harry aveva un'altra figlia, Gemma, nonché mia migliore amica, aveva ventiquattro anni e aveva finito da poco l'università. Studiò con tutta se stessa per diventare una nostra acker e mentre studiava si rendeva utile come poteva. Da quando era bambina possedeva questa passione per i computer, sua padre all'inizio era molto restio su questa sua passione, voleva che facesse parte di questa vita e che aiutasse lui e il proprio fratello. Quando si rese conto che però sarebbe potuta essere utile, finanziò i studi della propria figlia aiutandola in ogni modo.
Mi risvegliai dai miei pensieri ed incominciai a vestirmi con un jeans nero è un body rosso che lasciava la mia schiena scoperta, infilai le mie scarpe e presi la mia giacca di pelle ed uscii raggiungendo mio padre ed Harry nello studio, dove sicuramente si sarebbero trovati. Appena entrai presi posto accanto ad Harry, mio padre si trovava di fronte a noi con la sua scrivania che ci separava.
"Ragazzi ho bisogno di voi due, Jo e Marcus in questi giorni hanno notato un ragazzo mai visto prima, passare qui davanti e iniziando a fotografare questa casa e la tua Harry." Disse facendo una breve pausa. Harry abitava nella casa accanto alla nostra, i nostri genitori si trasferirono qui quando avevamo poco meno di due anni.
Riprese a parlare dicendo "Mi sono insospettito e l'ho fatto prelevare ed è stato portato nel nostro magazzino, abbiamo scoperto solamente che ha piazzato delle microspie su entrambe le case. Voglio affidare a voi il compito di scoprire cosa nasconde, mi fido di voi ragazzi, potete andare."
Mio padre aprì un cassetto della sua scrivania estraendo una pistola e porgendomela, mi fece un breve cenno come a dire 'mi fido di te' e io ricambia il gesto prendendo l'arma e infilandola nella parte posteriore dei pantaloni. Io ed Harry ci alzammo contemporaneamente lasciando lo studio, uscimmo di casa per poi entrare nella Range Rover di Harry. Rimanemmo in silenzio, pensando al da farsi. "Cosa potrà volere questo ragazzo?" Chiesi io ad Harry, lui mi guardò brevemente per poi portare lo sguardo sulla strada. "Non lo so Sam, non lo so" rispose lui lievemente frustrato, avendo sicuramente paura per l'incolumità della madre e delle sorella, ed io della mia famiglia. Avremmo scoperto cosa nascondeva e supereremo anche questo ostacolo, feci questa promessa per me, per la mia famiglia, per Harry e per la sua di famiglia, costi quel che costi.
Spazio autrice;
Ecco a voi il primo capitolo! Spero sia di vostro gradimento.
VOTATE E COMMENTATE E DITEMI COSA NE PENSATE!
Se notate degli errori sappiate che li correggerò al più presto, buona lettura ;)
Nina.Xx
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Queen of Miami [H.S]
FanfictionLa resilienza è la capacità di un individuo di adattarsi al cambiamento. In psicologia, la resilienza è un concetto che indica la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi...