Il viaggio in macchina durò circa trenta minuti, si trovava quasi al di fuori della città, in mezzo al nulla, appunto per non far scoprire cosa accadeva li dentro. Da lì entrava ogni tipo di merce, dalla droga, alle armi. Ci si allenava, c'era un poligono di tiro e tutti strumenti di hackeraggio, qui venivano portate anche persone come questo ragazzo, di cui ancora non conoscevo il nome, per torturarle, estrapolare le informazioni per poi ucciderle ed io avrei fatto la stessa cosa con lui.
Arrivammo difronte al magazzino e scendemmo dall'auto, li ci accolsero Zayn, allenatore di ogni persona che entrava a far parte della nostra gang, Niall nostro hacker, liam, che si occupava del far entrare e uscire la merce da Miami, Louis, che si occupava invece di uccidere persone sotto pagamento e Gemma.
Salutai brevemente tutti con un cenno e chiesi immediatamente dov'era.
"Vieni è stato legato è chiuso nello scantinato" disse Zayn. Lo seguii all'interno, conoscendo quel posto come le mie tasche, essendoci cresciuta. Tutti si ammutolirono improvvisamente fermando ogni loro azione, cosa che mi fece innervosire ed Harry lanciò uno sguardo torvo a tutti prima di urlare
"Cosa c'è da guardare? Tornate tutti ai vostri compiti."Tutti tornato alle proprie mansioni guardandomi di sottecchi, ma non rivolgendomi la parola. Una volta un'uomo fece dei commenti sul mio corpo e mio padre avendolo sentito gli sparò in testa, causando la paura di ogni ragazzo o uomo presente qui nei miei confronti.
Arrivammo davanti alla stanza e guardai attraverso il vetro che ci separava, c'era una ragazzo legato ad una sedia, era moro, abbastanza secco e non molto alto, avrà avuto ad occhio e croce vent'anni.
Guardai i ragazzi dietro le miei spalle e brevemente dissi
"Entro prima io." Tutti annuirono "Gemma ritorna su." Le dissi dolcemente, sapendo quanto fosse emotiva e con un cuore grande, lei non condivideva queste usanze che avevamo per estrapolare le informazioni, ma era necessario. Lei annuì e guardò il ragazzo indietreggiando lentamente e lasciandoci li."Tornate tutti al vostro al vostro lavoro, grazie ragazzi per il vostro aiuto e Niall, con l'aiuto di Gemma, cerca di trovare qualcosa nel telefono di..." feci una pausa per far intendere che volevo sapere il nome del ragazzo
"Adam Smith" disse Niall.
"Bene, cerca di trovare qualcosa e fammi sapere." Lui annuì e gli altri tornarono al proprio lavoro, tutti tranne Harry che rimase al di fuori per controllare ciò che accadeva mentre io entravo.Adam mi guardò brevemente e notai la sua faccia livida.
"Bene Adam, presumo già che tu sappia chi io sia?" Chiesi sedendomi di fronte a lui tirando fuori la mia pistola per fargli capire che non scherzavo e la lasciai sul tavolo che ci separava. "Samantha, paparino ti ha mandato a fare il lavoro sporco?" Disse lui facendo un sorrisino sghembo. Non risposi a quella domanda e glie ne feci un'altra io "Chi ti manda?" Lui iniziò a ridere di gusto "Pensi davvero che io te lo dica?" Disse guardandomi negli occhi."Risposta sbagliata." Mi alzai e gli diedi un pugno sul suo naso che fece crack e sangue color cremisi inizio a scendere copiosamente dal suo naso.
"Sei ancora sicuro di non voler parlare?" Gli chiesi io sferrandogli un altro pugno sulla sua bocca e lui sputò un po' di sangue da essa emettendo dei gemiti di dolore. Harry entrò dalla porta facendomi cenno di uscire, presi la mia pistola dal tavolo e lo seguii. "Abbiamo suo sorella" disse lui "Bene, portatela qui."Lui annuì e fece un gesto a Zac, un uomo sulla quarantina, di portare la ragazza. Harry afferrò la mia mano e si avvicinò pericolosamente al mio corpo che si ricoprì di brividi. Scrutò attentamente la pelle aperta della mia mano ricoperta del mio sangue e del ragazzo.
"Ti fa male?" Mi stupii della sua domanda, non mi aspettavo questa premura nei miei confronti, perché non c'era mai stata, tranne quando mi spararono, ma li era una situazione differente.
"Non ti preoccupare, non è nulla di grave." Dissi rivolgendogli un breve sorriso e lui annuì, lasciando andare via la mia mano e allontanandosi dal mio corpo.Zac in quel momento tornò con una ragazzina, la sua mano impugnava il braccio di lei, le sue guance erano rigate da lacrime salate, provava ad urlare ma il panno messo nella sua bocca attutiva il suono, la ragazza avrà avuto a malapena sedici anni.
"Ma che cazzo." Imprecai a bassa voce, avrei dovuto torturare e uccidere una ragazzina per avere le informazioni che ci servivano. Harry mi guardò, conoscendo la mia riluttanza nell'uccidere dei bambini e disse"Ci penso io" ma lo superai affermando il braccio della ragazza che provò a scappare ma la afferrai di nuovo per i capelli facendo sbattere contro il muro. "Sta ferma" le dissi duramente e poi guardai Harry dicendogli
"Ce la faccio" prima di farla entrare nella stanza le chiesi come si chiamava e le tolsi il panno e in voce tremante disse
"A-allison" gli rimisi il panno in bocca ed entrai. Il fratello urlò immediatamente "Stronza non la toccare."Provò ad alzarsi, ma invano essendo assicurato saldamente alla sedia. Feci la stesse cosa con Allison legandola alla sedia dove ero seduta prima. "Hai intenzione di parlare ora." Chiesi io in tono freddo. La ragazza guardava il fratello piangendo, lo supplicava con lo sguardo, ma non sapeva che sarebbe stata comunque uccisa. Adam guardò prima me poi la sorella e ripetè questo gesto ancora altre due volte. Era combattuto, lo leggevo dal suo sguardo.
"Ti prego non farle del male." Mi chiese lui in tono supplichevole. "Non sarà toccata, ma tu parla." Risposi io, mentendo. Lui sospirò e mi guardò
"Mi manda Antonio Rivera." Rimasi perplessa, Antonio Rivera era un signore della droga e si trovava in Messico, ricercato in tutto lo stato.
"Ed esattamente cosa vorrebbe Antonio Rivera dalla mia famiglia?" Chiesi io in tono tagliente avvicinandomi al suo viso per leggere nel suo sguardo se stesse mentendo o no."Vuole uccidere te, la tua famiglia, il tuo amichetto e la sua famiglia per entrare in possesso di Miami, vuole prendere tutto ciò che è vostro." Disse lui, mantenendo uno sguardo serio. Non mentiva.
"Dove si trova lui ora." Chiesi io, assottigliando lo sguardo.
"Non ne ho la minima idea, io sono stato contattato da un suo uomo, un certo Carlos Alvares, in cambio di una cospicua somma per spiare ogni vostro movimento e per sapere più informazioni possibili sul vostro impero." Disse lui.Sospirai frustata per le nuove informazioni mi allontanai da lui, impugnai la mia pistola dicendo "Mai fidarsi di un assassina" per poi sparare alla sorella e poi a lui. Uscii dalla stanza e dissi a Zac "Liberati dei corpi, Harry tu vieni con me, dobbiamo parlare con mio padre." Harry annuì e ci dirigemmo verso l'uscita, feci un cenno ai ragazzi che conoscevo e sorrisi tristemente a Gemma che fece la stessa cosa. Guardai Harry e lui guardò me.
'Presto sarebbe scoppiata una guerra.'
Spazio autrice;
Ecco a voi il secondo capitolo, spero vi piaccia. Vi incoraggio a continuare a seguire la storia, ho in serbo molte sorprese per voi! ;-)
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Se notate degli errori sappiate che cercherò di correggerli al più presto, buona lettura.
Nina.Xx
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Queen of Miami [H.S]
FanfictionLa resilienza è la capacità di un individuo di adattarsi al cambiamento. In psicologia, la resilienza è un concetto che indica la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi...