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Eravamo per mia fortuna venuti al sushi; avevo ordinato talmente tante cose che mi avevano detto di aspettare il prossimo ordine. -Dio che buono- imprecai ad occhi chiusi, mangiando un pezzo di sashimi, -mi passi la zuppa di miso?- domandai all'uomo di fianco a me che mi guardò divertito per poi farmi passare cosa gli avevo chiesto. -Io basta- avvertì Hannah slacciando la cintura che stava indossando, -anche io- continuò Caterijna guardandola, -siamo tutti pieni- aggiunse un ragazzo, -io no invece, qualcuno condivide con me dei roll?- domandai ma nessuno rispose, -va beh li prendo comunque- parlai alzando la mano per chiamare il cameriere: ordinai dei roll con salmone, avocado e philadelphia, un'altra tartar, salmone scottato con salsa agrodolce, venti pezzi di sashini e quattro pezzi di nigiri al tonno. -Non è troppo?- disse Stephen appoggiando il braccio sulla mia sedia, -no per niente- risposi io appoggiando la testa sulla sua spalla per poi guardare Karine, che era in braccio a David, -è bellissima- sussurrai prendendo il suo braccio e mettendolo intorno alle mie spalle, -è nostra figlia dopo tutto- disse facendomi ridere, -dammela- continuò ordinandolo a chi l'aveva in braccio; -è un po' calda- sussurrò baciandole la fronte per poi darla a me, -vado in bagno a vedere se ha la febbre- sussurrai alzandomi, -perché non lo fai qui?- domandò lui guardandomi, -la febbre dei bambini piccoli non si misura da sotto il braccio- spiegai, -si fa del sederino- continuai facendolo cambiare espressione, -se vuoi che la misuro qui...-, -vai in bagno- mi interruppe alzandosi e venendo con noi facendomi ridere ; -ha quasi trentotto- parlai sistemando il termometro nella sua custodia per poi rivestire Karine,
-strano che non si metta a piangere- continuò guardandola e accarezzandole la guancina, -già- dissi io uscendo dal bagno, ritornando al tavolo: finì di mangiare mentre Stephen faceva addormentare sua figlia che aveva le guanciotte rosse per colpa della temperatura alta.

-Che tesoro- esclamò Hannah girandosi verso il fratello e quando lo guardai anche io, trovai Karine che appoggiava la testa sulla sua spalla, mentre gli sbausciava la giacca; eravamo usciti dal ristorante e non sapevo cosa avevano in mente gli altri visto che parlavano in russo ma io ero li solo per mettere sulla bambina una coperta calda, visto che faceva abbastanza freddo e lei aveva su un felpa. -Sei il suo ciuccio- parlai io ridendo, appoggiandomi al suo petto,
-prendila tu- disse dopo dandomela in braccio per poi circondare la mia vita con il suo braccio. -Dove dobbiamo andare?- domandai entrano in macchina, -niente di divertente per voi ragazze, hanno stuprato una ragazza in un mio locale e vengono anche gli altri a controllare- spiegò girandosi a guardarmi mentre io avevo uno sguardo terrorizzato, -vuoi portare tua figlia in un locale di merda, dove una donna è stata stuprata?- chiesi incazzata, - voi non venite, ti porto a casa- disse accendendo l'auto, -io voglio venire- continuai ricevendo uno sguardo divertito, -no che non vieni-, -si che vengo- insistetti, -Jasmine- mi richiamò, -Stephen non rompere i coglioni, io vengo- ripetei guardandolo seria, -però non ti allontani da me- disse girandosi a guardarmi, -va bene, ma se vedo qualcosa che non mi piace non ti parlo più- mentii accarezzando la mano della bambina, che stava ancora dormendo, -e cosa non vorresti vedere?- domandò curioso,
-ovviamente hai giri di prostituzione, ma se vedo una donna che non vuole farlo, sei morto- minacciai guardandolo già arrabbiata, -ti sorprenderò-.

Arrivati a casa, diedi le medicine a Karine e poi la lasciai dormire, dicendo alle ragazze che sarei andata con gli altri, ma nessuna venne con me: lasciai la bambina in mano alle altre e a Dorian.

Eravamo appena arrivati e subito le persone che erano li davanti si zittirono; appena entrati sentii la puzza di alcool che mi fece fare una faccia schifata, che fece ridere David di fianco a me. Sentii degli uomini parlare in russo mentre io cercavo la ragazza con lo sguardo e la trovai seduta in un angolo con la coperta sopra le gambe mentre guardava un punto fisso. -Chi cazzo l'ha ridotta così?- domandai incazzata nera a Malcom che era abbastanza tranquillo, come se fosse tutto normale, -il ciccione- rispose indicando un uomo non tanto lontano da li.
Vidi David sedersi davanti all'uomo mentre gli altri gli stavano dietro,
-cosa sta dicendo?- domandai nervosa, -che è colpa della ragazza che l'ha provocato- rispose lui andando verso il bancone sapendo già cosa avrebbe detto, -è pazzo- sussurrai appoggiandomi al muro.

Guardai un pochino il posto ed era veramente bello, soprattutto grande, ma in quel momento c'erano sei, sette uomini di Stephen; riportai lo sguardo sulla ragazza e la trovai sempre nella stessa posizione di prima. -Com'è?- domandò Caterijna mettendosi vicino a me, seguita poi dal marito e dai suoi uomini che andarono verso i ragazzi.

Because I don't let you go 2 ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora