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Una settimana dopo.

Mi stavo lavando i denti, visto che fra qualche ora saremmo partiti per la Polonia, visto che eravamo stati invitati a quel matrimonio di merda.
-Devi dirmi che dobbiamo fare- dissi uscendo dal bagno, -tu che vuoi fare?- chiese, -io non riesco a stare senza di lei per dieci minuti, figurati due giorni- spiegai prendendola in braccio, prima di lasciarle dei baci sulle guancine, -allora viene- rispose alzando lo sguardo dal telefono, -ma al matrimonio possiamo portarla?- domandai facendola sedere sul letto, di fianco a Stephen in modo che potessi andare a prepararle la vasca per farle il bagnetto; -ma che belle le bolle- dissi prendendo in mano della schiuma per poi spalmarla sulla sua pancina, -si diverte tantissimo- sentii dire dall'uomo, dal mio uomo, che si accovacciò di fianco a me, che ero inginocchiata di fianco alla vasca, -ti rendi conto che avremmo potuto non averla?- domandai girandomi a guardarlo con gli occhi lucidi, -ma è nata, quindi stai tranquilla e serena- parlò circondandomi la vita con il braccio, lasciandomi un bacio sulla testa, -ti devo dire una cosa- iniziai asciugando le lacrime e girandomi a guardarlo, mentre buttavo un occhio a Karine ogni tre secondi, -forse sono incinta- ammisi guardandolo negli occhi; lo vidi sbiancare leggermente mentre nella sua testa frullava qualcosa, -anche tua sorella- finì,
-in realtà tua sorella è incinta da due settimane, però non arrabbiarti- aggiunsi mentre la sua espressione cambiava radicalmente.

Si alzò subito e uscii dalla stanza, molto probabilmente diretto da Hannah o da Aleksandr, più probabile da quest'ultimo. Sciacqua Karine velocemente e poi le feci indossare il suo piccolo accappatoio, per poi scendere in cucina con lei in braccio.

Sentii Stephen urlare, anche tanto, e quando entrai nella stanza vidi Hannah disperata, -è incinta- spiegai a David, che per colpa delle urla arrivò, -cazzo- imprecò giocando con mia figlia che stava ridendo moltissimo,
-tienila un secondo- sussurrai dopo, lasciandola nelle sue mani. -Possiamo parlare un attimo- lo richiamai sedendomi di fianco a lui facendomi uscire momentaneamente gli altri, -noi abbiamo avuto una bambina, loro avranno un figlio non c'è niente di male, sapevi già che scopavano- spiegai guardandolo sorridente, -quindi rilassati, tua sorella avrà la fortuna di essere madre come me- continuai facendolo calmare del tutto. Vidi Hannah rientrare dalla porta, correndo ad abbracciare il fratello, mentre vedevo Aleksandr prendere da bere. Dopo essermi fatta una doccia anche io, mi vestii e poi presi Karine al quale avevo messo dei pantaloncini, una maglietta con sopra un felpa e delle scarpine bellissime.
-Ti sei dimostrato il classico fratello geloso- parlai vedendolo entrare in stanza con indosso dei jeans neri, una felpa ed un giubboto semplice,
-Jasmine, sei incinta si o no?- chiese preoccupato, guardandomi serio, -non lo so- parlai finendo di allacciare le scarpe a mia figlia che aveva il ciuccio in bocca, -ma penso di no, volevo solo dirtelo in caso lo fossi stata, mi sento il mal di pancia da mestruazioni quindi credo di no- spiegai girandomi a guardarlo. Lo sentii sospirare, non capendo se di sollievo o di tristezza, ma venne ad abbracciarmi da dietro,
-abbiamo ancora tantissimo tempo e io ho intenzione di avere altri due figli quindi- sussurrò facendomi sorridere, -stiamo anche per diventare zii quindi non la vedo tanto brutta- parlai guardandolo mentre lo vedevo annuire non tanto convinto, -lei era felice quando è venuta a sapere che questa meravigliosa mangiona sarebbe nata- iniziai prendendo Karine in braccio, -devi esserlo anche tu, fa niente se hai quell'angolo del tuo cervello che ti dice di ammazzare Aleksandr, siete sempre stati amici e sta per diventare padre e si sente come quando lo stavi per diventare tu, supportalo come lui a fatto con te e non rompergli i coglioni che avrà già tua sorella- continuai facendolo ridere leggermente, mentre respirava sul mio collo, -leva il muso, scendi e non comportarti da capo mafioso, siete praticamente una famiglia e non parlo solo di loro ma di tutti i ragazzi, bevete vodka e parlate del suo futuro bambino e del suo futuro da padre- finì spingendolo verso l'ascensore.

Appena scesi li trovai a chiacchierare tutti in cerchio fuori dalla porta, finché la bambina non iniziò a piangere quindi fui costretta ad interromperli per darla al padre che come sempre la fece calmare subito.

Arrivati sul jet mi sedetti lontano dal finestrino e di fianco a me Stephen con in braccio la bambina, che era seduta sulle sue gambe mentre giocava con i suoi pupazzetti appoggiati sul tavolo, -dobbiamo ancora farci il tatuaggio- parlai appoggiando la testa sulla sua spalla, per poi stringere la sua mano, -lo faremo- parlò girandosi a guardarmi,
-perché gli altri mafiosi mi conoscono?- domandai curiosa, lasciandogli un bacio sulla spalla, -le voci girano ed io sono abbastanza conosciuto- spiegò mentre io prendevo Karine in braccio, posandola sul seggiolino attaccato al sedile, in modo che potesse muoversi liberamente: ritornai a sedermi.
-Fra quanto arriviamo?- domandai qualche minuto dopo, -sette ore- rispose mentre io sbuffavo, -spero che si strozzi mentre beve- sussurrai evitando di fargli sentire ma ciò non accadde quindi mi strinse la mano come per sgridarmi, -quando saremo la non dovrai fare niente se non vuoi farlo, ma non dire queste cose davanti agli altri invitati- spiegò, -vorrei evitare di ammazzare qualcuno, soprattutto se ce lei- continuò indicando sua figlia, che si stava divertendo tantissimo insieme a Sophie, -però io ho un dovere morale di criticare, quindi lo farò lo stesso, a bassa voce, ma prenderò comunque in giro qualcuno- scherzai, guardandolo sorridente, -Jasmine- mi richiamò facendomi sedere sulle sue gambe, -la vita mafiosa come l'hai vissuta tu non esiste e tu non la vivrai mai, però al matrimonio vedrai cose che non ti piaceranno- iniziò, -del tipo?- domandai preoccupata, -uomini che comandano le donne, posssessivi, gelosi, autoritari e altri mille conportamenti- rispose, -anche tu sei possessivo e geloso- gli feci notare, interrompendolo subito, -appunto per questo voglio comunque che tu stia vicino a me sempre e se qualcuno ti da fastidio o ti guarda troppo, mi avvisi subito- continuò mentre io annuivo, -devo sapere altro?- domandai, -quando ci sposteremo dalla chiesa per andare a mangiare, stai attenta- finì accarezzandomi il braccio, -perché?- domandai confusa, -bisogna sempre fare attenzione-, -non voglio neanche sapere il motivo- continuai sistemandomi meglio sopra di lui.
-Stiamo insieme da un anno e mezzo- parlai appoggiando la testa sul suo petto, -già- rispose sul mio collo, provocandomi dei brividi, -non avrei mai pensato che una persona sarebbe mai diventata così importante per me- dissi prendendo il suo braccio e mettendolo intorno alla mia vita, in modo che potessi appoggiare la testa sul sua spalla, -io non avrei mai pensato di amare qualcuno -ribattè facendomi sorridere, -io invece ho una sensazione, una sensazione brutta- spiegai facendogli corrugare la fronte, -cioè- parlò invitandomi a continuare, -ogni tanto penso a quando morirai e a quando morirò io- ammisi, -moriremo insieme, ho questa sensazione- aggiunsi guardandolo seria, -ascolta sempre le tue sensazioni, fidati di stessa, sei molto intelligente e furba- parlò, -sei dimagrita- cambiò argomento toccandomi a pancia, -sono serio, ti stai concentrando solo su Karine- ripeté serio, -va bene- sussurrai chiudendo gli occhi, beandomi del suo profumo.

Because I don't let you go 2 ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora