Piccioni che fanno i piccioncini.

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Mi scuso per la presenza di eventuali errori.

«Hai davvero intenzione di mangiarti quel coso?» mi chiede Uriele, intento a bere il suo frappè alla nutella.

Ci siamo fermati alla loro tanto amata gelateria che ho scoperto chiamarsi The Stone Garden. Devo ammettere che come luogo non è per niente male, l'edificio all'entrata presenta una porta a due ante, fatte di vetro, mentre all'interno sulla sinistra vi è un bancone fatto di marmo rosso chiaro, lungo tutta la parete. In fondo vi è una vetrata che presenta una porta di legno bianco al centro. Oltre questa, vi sono pochi scalini che precedono un grande giardino interrotto soltanto dai percorsi fatti in pietra e recinto da delle siepi. I tavolini e le sedie sono bianchi mentre le tovaglie e i cuscini per le sedie sono rossi come il bancone che sta all'interno.

Avrei voluto passare del tempo seduta ad ammirare quel giardino, ma essendo in compagnia di questi due ho deciso che ci sarei andata un'altra volta, da sola. Quindi dopo aver preso tutti qualcosa, usciamo e iniziamo a camminare senza una meta.

«Ovviamente, secondo te l'avrei preso altrimenti?» rispondo, prima di prendere con il cucchiaino il gelato dal mio cono gigantesco. Si, mangio spesso il gelato dal cono con il cucchiaino, soprattutto quando mi mettono una quantità industriale di roba e rischia che mi cola tutta addosso.

Uriele scuote la testa e continua a bere il suo frappè, anche Ariele l'ha preso, però al pistacchio e lo beve tenendo lo sguardo puntato verso il basso.

Lascio che il primo vada avanti e mi metto al passo con il secondo.

«Aries non parli da quella telefonata, ti limiti ad annuire e a rispondere con monosillabi. Capisco che magari tu non voglia dirmi cosa succede ed io non chiederò, solo cerca di non pensarci, okay? Non mi va di vederti triste, soprattutto non per colpa di qualcosa che possa averti detto Dario.» lui annuisce distrattamente, calciando un sassolino che si trovava davanti a lui.

Lo vedo aprire la bocca per dire qualcosa ma si ferma guardando confuso e divertito qualcosa davanti a lui, seguo il suo sguardo per poi vedere Uriele che corre dietro ai piccioni dicendo "FATE I PICCIONCINI."

Scuoto la testa senza trattenere un sorriso, mentre Ariele sembra stia pensando a cosa dire. Infatti dopo qualche minuto dice:

«So che se non te lo dicessi, in qualche modo faresti in modo di scoprirlo, anche se fingi che non t'importa sapere. Ti dico solo che fa parte delle cose che hai deciso di lasciarti alle spalle per venire qui, quindi comprendimi se credo sia meglio che tu ora non sappia. Non è nulla di importante, è solo un accaduto che ti rovinerebbe la permanenza qui. Voglio che tu stia spensierata, che ti goda i tuoi 18 anni in santa pace e che tu riesca a decidere quale strada vuoi intraprendere. Il futuro è importante, e non voglio che ti butti in un posto di lavoro qualsiasi solo perché troppo presa da altro per scegliere con cautela. Ti conosco e so che hai ottime capacità, quindi pensa a te stessa che al resto ci penso io» conclude scompigliandomi i capelli con la mano libera, per poi allontanarsi per buttare il bicchiere del frappè in un cestino.

Penso alle sue parole e credo di essere davvero fortunata ad averlo accanto, sono felice di non essere sola. So che infondo anche Uriele ci tiene a me, però ho sempre avuto un legame più serio con Ariele, come se con lui uscisse fuori il mio lato autonomo e responsabile, a differenza di quanto accade con Uriele, il quale fa fuoriuscire il mio lato ancora bambino, scherzoso e ironico.

Dopo aver finito il mio gelato, butto il fazzoletto in un cestino a me vicino e corro verso Ariele abbracciandolo senza dire nulla. Inizialmente lui sussulta sorpreso, poi ricambia l'abbraccio, poggia la testa sulla mia e mi accarezza dolcemente i capelli.

«No ma tranquilli, escludetemi pure, non mi offendo mica!» sbotta Uriele incrociando le braccia al petto fingendosi offeso.

«Awww, vieni qui Leriu.» gli dico spostando un braccio da Aries e facendogli spazio cosicché possa unirsi all'abbraccio. Lui accetta il mio invito e abbraccia entrambi, poi inizia a stringere ed Ariele fa lo stesso, mentre io mi trovo schiacciata al centro.

«Okay, ora soffoco, mollatemi» dico ridendo, mentre i due si allontanano da me sorridendo fra loro. Riprendiamo a camminare, passeggiando lungo il viale e parlando di come vanno le cose a loro, di come Uriele cerchi irrimediabilmente di rimorchiare senza successo (gli ho già detto che per me è colpa sua che mira alle bionde), e del fatto che hanno assunto Aries come barista in un locale in periferia, nel frattempo però studia per diventare psicologo. Uriele invece fa l'animatore in una ludoteca, si diverte a stare con i bambini e, dato che ha sempre uno spirito scherzoso, credo sia perfetto per questo lavoro.

Dopo ciò, abbiamo deciso di passare per il supermercato e fare rifornimento dato che tra non molto Agnese, (l'amica che viene ogni mese), tornerà a farmi visita. I gemelli sono gentili con me quando sto in quel periodo, però mi stanno a debita distanza per non capitarmi a tiro nei momenti "odio tutti, andate a farvi fottere". Alla fine siamo usciti dal Lidl con tre buste ed in una c'è solamente cioccolata. Arrivati a casa i due scendono in garage a fare non so cosa, (non prima di avermi aiutata con le buste, ovviamente) ed io metto tutti gli acquisti al loro posto, mentre mangio una barretta di milka oreo.

Finito di riordinare vado in camera mia portandomi un bicchiere di succo alla pera, prendo un libro e mi siedo sulla panca che si trova vicino la finestra. Prendo le cuffie dalla maniglia (si, appendo le cuffie alle maniglie così non diventano un groviglio irreparabile), faccio partire la riproduzione casuale di un Daily Mix propostomi da Spotify e inizio uno dei libri che ho comprato prima di partire: Un Amore Proibito.



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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 11, 2018 ⏰

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