CAPITOLO I

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Aveva i piedi gelidi, nonostante indossasse i calzini. Odiava quella sensazione, ma non quanto avere i piedi sudati con indosso gli infradito.Il letto era come al solito sfatto, questo faceva si che si sentisse ancora più insofferente visto che la schiena, scoperta dalla maglia troppo corta, giaceva sul materasso nudo e ruvido.Controllò sul suo scomodissimo tabletwatch l'orario. Si chiese per un attimo a chi fosse venuta l'idea strampalata di creare una tale scomodità tecnologica, poi si ricordò di botto e spinse lontano l'immagine di quel sudicio individuo.

Pigiò più volte sul suo tabletwatch finché non apparì sullo schermo il viso paffuto di un vecchio. Baffi poco curati, sguardo assonnato facevano da corredo a un viso accartocciato dall'età.

"Caristeaz, vecchio bacucco, quante volte ti ho detto di non avviare le chiamate d'emergenza. Non ho modo di rifiutarle, lo capisci?"
Il vecchio Caristeaz tossì sguaiatamente prima di proferir parola. "Rentius, mi senti? io non ti sento... ah questa dannata macchina, non riesco a capire perché non funziona..."
Rentius guardò spazientito l'ora sul display. "Non ho tempo da perdere Caristeaz, parla o mi vedo costretto a spegnere questo stupido aggeggio!"
"Ecco, ora ti sento forte è chiaro! Volevo informarti che a quanto pare la cuoca è scappata." Si grattò i baffi e con calma serafica staccò la video chiamata.
"Maledetto vecchio rimbambito e puzzolente, perché diamine hai chiuso la chiamata... ah mi tocca fare tutto da me!"
Sullo schermo comparì l'interfaccia di chiamata e dopo qualche instante il volto di Caristeaz giganteggio sul display del tabletwatch.
"Rentius, a che cosa devo questa telefonata?"
Si alzò dal letto e tentò di non lasciarsi andare a uno scatto d'ira, ma fallì miseramente. "Ti pare il modo di darmi una notizia del genere? Su questa dannata navicella siamo in quattro, e tu mi vieni a dire che uno dei membri più importanti è scappato? ma poi che diavolo significa? Scappata come? Siamo nel bel mezzo dello spazio più vuoto e profondo!"
Caristeaz si grattò nervosamente la fronte. "Ecco... io non lo so! Ma questa navicella è un buco, ho controllato in tutte le stanze e non c'è. Vuoi che controllo di nuovo?"
Rentius sbuffò. "No, lascia stare, hai già fatto abbastanza. Salgo sul ponte, convoca Abseo: riunione d'equipaggio!"
Spense il tabletwatch, si infilò gli stivali e maledì i suoi piedi gelati e quel sudicio materasso malandato, poi si incamminò alla volta del ponte di comando.

La Dente del Giudizio era la navicella più lenta dell'intero sistema di Esperos, famosa per aver percorso la tratta mercantile di Gibilterra in 12 anni, 7 mesi, 46 giorni, 3 ore e 29 secondi. Il capitano, Rentius, si è autoproclamato tale da quando il vecchio Caristeaz iniziò a perdere colpi. La cuoca e Abseo non si opposero alla sua ascesa, anche perché la Dente del Giudizio è forse il mezzo di trasporto peggiore di tutto l'universo ed esserne il capitano non può che essere motivo di grande vergogna.Rentius si infilò nell'ascensore diretto al ponte prima che le porte si chiudessero alle sue spalle. "Questa dannata luce andrebbe aggiustata. Come ha fatto a scappare? è impossibile..."La luce del piccolo e traballante ascensore era intermittente e produceva un fastidiosissimo rumore che ricordava gli insetti del pianeta Montelcapodì. Rentius scaccio via il pensiero di quelle bestie agitando le mani davanti al suo viso, quasi come se sentisse gli insetti punzecchiagli il naso. "In effetti è una vera disgrazia" Una voce tuonò alle spalle di Rentius. Il capitano trasalì, il suo sangue gelò all'istante, ma risultava essere comunque più caldo dei suoi piedi.Un uomo sulla trentina molto alto spuntò dalla penombra del cubicolo dell'ascensore. La sua carnagione era bianco latte, pochi capelli scuri e sottili incoronavano il suo capo reale. Aveva un aspetto quasi nobiliare e il suo portamento era spaventosamente leggiadro."Dannazione Abseo! Quante volte devo dirti di non usare l'ascensore! Sei un vegetasma, puoi passare attraverso i muri, sali verso l'alto e raggiungi il ponte!"Abseo assunse un'espressione corrucciata. "Non mi piace fluttuare. Preferisco camminare, fa bene al cuore, ai piedi, ai polmoni, alle ossa, allo spirito e soprattutto alla mente."Rentius era sull'orlo di una crisi di nervi. "Tu non ha nulla di tutto ciò ricordi? Ti sei fatto asportare tutto per poter diventare un vegetasma e non doverti più preoccupare delle tue funzioni vitali!"Il gigante sospirò. "Torno nell'oscurità, ci vediamo sul ponte"."Fai come ti pare..." borbottò il capitano.

Il ponte è il fulcro della Dente del Giudizio. Scatoloni ammassati ai lati delle pareti e cumuli di polvere sono i principali suppellettili di quella confusionaria baraonda che Rentius amava chiamare il cervello della nave.
Caristeaz aspettava Abseo e Rentius, sedeva su una vecchia poltrona degli anni 2000, davanti a lui il computer di bordo. Sullo schermo scorrevano le immagini in streaming di una vecchia partita di beach volley delle olimpiadi del 3422.
"Quante volte devo ripeterlo che il computer di bordo non è una TV?! Accidenti su questa navicella sono l'unico con un briciolo di professionalità..." Rentius pigiò sul tabletwatch e spense di botto lo schermo del computer di bordo.
Il vecchio si strofinò i baffi, fece un cenno a Abseo, dopodiché impuntando le gambe a terra tirò con se la poltrona fino a un tavolo al centro della stanza. Rentius guardò infastidito la scena, alzò gli occhi al cielo e afferrò uno scatolone avvicinandolo al tavolo. il vegetasma restò in disparte.
"Cos'è, dunque, questa storia che la cuoca è scappata?"
Abseo si avvicinò. "la cuoca è scappata? avevo capito che fosse scoppiata..."
"Sarebbe stato un bel problema se fosse scoppiata, fortuna vuole che sia solo scappata, Abseo. Ho controllato per l'ennesima volta tutte le stanze della navicella. Non c'è più, è sparita."
il vecchio si passò una mano sulla pancia e sprofondò nei cuscini impolverati della poltrona, poi sbadigliò.
"Non riesco a capire come sia possibile. Non abbiamo neanche le cosmiscialuppe di salvataggio, dove diavolo si è cacciata?" gli altri due non fecero a tempo a rispondere che il computer di bordo si accese all'improvviso e proiettò al centro del tavolo un messaggio olografico.
Il macchinario ci impiegò un po' a schiarire le immagini, ma dopo qualche istante la sagoma grassoccia e stanca della cuoca giganteggio sotto gli sguardi increduli dell'equipaggio.
"Non conosco la mia posizione, non ho idea di dove sia finita, ma visto che conosco quel vecchio bacucco di Caristeaz più delle mie pentole arrugginite, sono sicura che abbia pensato che io sia scappata! Anche se avessi voluto, come avrei potuto? Sono stata rapita imbecilli, venitemi a prendere, subito!"

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⏰ Last updated: Oct 01, 2018 ⏰

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La Cuoca CosmicaWhere stories live. Discover now