bedtime talk

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Deserto, un vasto oceano di fuoco che si stagliava per miglia e miglia. Sabbia ovunque, sabbia intorno, sabbia nei capelli, nei vestiti. Ovunque. Clint cominciava a mal sopportare l'idea di stare ancora li ma dato che, come era scritto sul fascicolo della missione, data rientro da definire, voleva dire che avrebbe dovuto imparare a convivere, per il momento con il monocromatico colore giallo che lo circondava.
si era appena disteso sulla sua branda dentro ad una tenda a pochi metri dalla tenda centrale che avevano allestito intorno ad un martello piovuto dallo spazio. Si era tirato il berretto sul viso coprendo ulteriormente il suo volto gia mezzo coperto dagli occhiali da sole, aveva incrociato le braccia dietro la testa e aveva sospirato prima di chiudere gli occhi. Mancava dalla base ormai da una settimana e già si pentiva di avere accettato una missione così priva d'azione. Sorvegliare martello, sorvegliare che nessuno si avvicinasse al martello fino a sorvegliare il tizio col martello che andava e veniva da un pianeta lontano.
biascicò qualcosa mentre si grattava il mento, la barba cominciava a farsi sentire ma era decisamente l'ultimo dei suoi pensieri. Uno dei primi sicuramente invece andava all'agente Romanoff impegnato in un altrettanto noiosa missione. Stark.


natasha si era appena sfilata i tacchi e li aveva abbandonati al fianco della porta. A piedi nudi si era addentrata nella stanza in direzione della porta del bagno. Lentamente faceva scivolare il tubino leopardato lungo il corpo sinuoso per poi abbandonarlo come le scarpe poco piu in la. Aveva aperto la porta della doccia e sotto il getto caldo aveva cominciato a meditare che sarebbe bastati quattro passi piu avanti che il soffitto e un ubriaco Stark con tanto di armatura le piombasse addosso schiacciandola sotto chili e chili di macerie e acciaio.
il pensiero le fece rizzare i peli sulla schiena fino alla nuca e una volta infilatasi nella accappatoio sgusciò sotto le coperte, prese il suo cellulare e compose un numero.
non sapeva se la persona che stava cercando di contattare fosse sveglio o fosse impegnato a fissare il martello ma lei ci provò uguale.


<< Nat!.. va tutto bene?? >> la voce di Clint sembrava impastata, come quella di chi si era appena addormentato o svegliato di soprassalto e sicuramente agitato.
solitamente usavano quella linea soltanto quando c'era qualcosa di urgente e importante.
natasha non poteva vedere la sua faccia ma era piu che sicura che il suo sguardo da mezzo addormentato quale era adesso era vigile.
<< si tranquillo..Come va la tua missione? >> si appoggiò con la schiena al cuscino sprofondandoci dentro e beandosi della sensazione di calore. Era sicura di aver sentito anche Clint rilassarsi.
<<a gonfie vele.. anche una matricola potrebbe sorvegliare un martello impossibile da sollevare.. >> spiegò tornando sdraiato sulla sua branda. Si stiracchiò appena e tornò a raccontare dell'unico momento adrenalinico che Coulson gli aveva negato perché voleva vedere.
<< e tu come te la passi? >> domandò infine.
ci fu un attimo di silenzio da parte della rossa come se stesse pensando a cosa dire o come dire poi semplicemente prese a raccontare.
<< Stark era ubriaco alla sua festa, si è messo a fare a pugni con una sua armatura ..e mi è quasi crollato addosso insieme al piano di sopra. >> la donna era soddisfatta del suo racconto, era la pura e semplice verità ma raccontata con leggerezza, non sufficiente leggerezza a quanto parve visto che senti benissimo Clint risollevarsi dalla branda.
<< dio mio Nat stai bene?? >> la voce era tornata agitata come all'inizio della chiamata se non di piu.
<< sto bene Barton, non sono infermeria. Sono nella stanza che Stark mi ha gentilmente assegnato, a pochi corridoi dalla sua, ha aggiunto mentre mi accompagnava >> disse in una leggera risata sarcastica.
<< lo sa che se ci prova con te si ritrova una freccia nelle vibraniche palle? >> Clint adesso scherzava ma non troppo. Sapeva che faceva parte del suo lavoro. Poteva accettare che fosse lei a dover sedurre ma odiava il contrario.
a quelle parole natasha stuzzicò un piccolo ciondolo in argento che portava al collo.
rimasero al telefono ancora un po prima di salutarsi definitivamente.
entrambi si rimisero comodi nel loro giaciglio in attesa di riprendere sonno.

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