Tutta la notte ho guardato i vestiti sparsi per la stanza, che razza di disordine, ma io sono bloccato qui, tra sabbia e vetro, un oggetto inanimato e senza voce, prendo la forma di chi mi si presenta davanti. La sveglia è suonata da un pezzo ma lei non si alza. Ah, no. Eccola che mi viene a bussare come se fossi io a dovermi svegliare. Mette un po' di musica e comincia la sfilata: si veste, si spoglia. Sceglie la camicia azzurra piuttosto che quella rossa. Si diverte a mettersi il rossetto e guardarmi in modo strano, poi però se lo toglie, dice che non le piace, poi si guarda di nuovo. Guarda gli occhi. Se fossi lei già sarei arrossito. Poi allunga la mano come a voler afferrare qualcosa che è al di qua di questo mondo. Resta triste nel non poter attraversare la barriera che ci divide. Poi una voce la chiama, sparisce chiudendo la porta. Ed io resto qui ad aspettarla fino a sera.
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Riflessi Nascosti
Short StoryUna porta, uno strato, è solo questo a dividerci. Ci teniamo in contatto guardando dentro a una finestra Io esisto solo se i suoi occhi mi guardano