"Le sue ultime parole mi risuonarono in testa per tutta quella infinita nottata. Spencer cercò di distrarmi, ma niente poteva farmi cambiare pensiero. Hanna e Allison, per quanto fossero preoccupate, continuarono a guardarsi intorno. A si muoveva velocemente, saltava da un palazzo all'altro, con tanta agilità, ed io ero ferma. Ezra era nel furgone,su una barrella,ed io ero lì, impotente. Iniziai a correre verso di lui, ma Spenc mi fermò.
-Aria, sopra quel furgone c'è ancora A, ti ci porterò io, ma dobbiamo mantenere la calma.-
Io annuii soltanto, presi le chiavi bianche e nere di Ezra e aprì con un gesto meccanico il suo mini sub. Spenc volle guidare, mentre io guardavo le gocce di pioggia scendere dal finestrino, così lentamente.
La camminata per aprire la porta dell'ospedale sembrò immensa, anche se durò pochi secondi. Presi dalla borsa un fazzoletto e cercai di aggiustarmi il mascara, che era tutto sbavato sulla faccia.
Entrai dentro, e vidi uno sportello pieno di persone con occhi lucidi e la voce che tremava, con infermiere troppo stanche di sentire la particolare nonchè tragiche storie di ognuno di loro.
Vidi un'infermiera alla fine del corridoio, e mi incamminai, facendo passi molto piccoli.
-Salve, io sto cercando il signor Ezra Fitz, o Fitzgerald. Insomma, lui si fa chiamare Fitz, ma forse la burocrazia vuole il suo cognore di origine, anche se l'ha cambiato al comune quindi.. io...io non so a chi chiedere e sapete....sono in ansia e così..bè..
Si mia cara, capisco, ma stai calma. Il paziente è al pronto soccorso, se è una parente o la moglie può entrare, altrimenti dovrà aspettare.
Ma lui...si vede, lui ha solo me.
Mia cara, mi dispiace, ma dovrai aspettare.-
Mi accasciai su una sediolina blu, tentando di non piangere rumorosamente. Le lacrime nere-per via del mascara- mi bagnavano tutto il viso. Spenc arrivò quasi correndo, si sedette accanto a me e mi abbracciò. Anche lei sapeva che nonostante tutto, Ezra era ancora parte di me. Dopo mi lasciò le chiavi della macchina, e andò dalle altre, che stavano controllando se A avesse trovato qualcosa in casa di Ezra. Emily e Ali rimasero in ospedale, a tenere d'occhio A. Tutte noi sapevamo che A aveva puntato Ezra, e che lo voleva morto.
Io rimasi seduta, a fissare il vuoto. In quell'ospedale c'era il mio miglior nemico e anche la persona che amavo di più.
Passai tutta la notte su quella sedia blu di plastica, senza parlare, aspettando che qualcuno venisse,
Alle 7.30 l'infermiera che mi aveva ascoltato alle 2 della notte precedente, venne da me, sorridendo. Probabilmente voleva farmi ritornare il buon umore, ma aveva fallito. Solo il sorriso di Ezra mi avrebbe ridato il buon umore.
-Salve mia cara, dormito bene?
In verità non ho chiuso occhio. Come sta?
E' forte, ha reagito bene agli stimoli. Ora è sotto osservazione, sta dormendo, ma può vederlo. Poi dalle 10 alle 11 può ricevere visite. Come ti chiami cara?
Aria.
Ha parlato di te tutto il tempo, Aria. E' al quarto piano. Stanza 213.
La ringrazio.-
Presi l'acensore metallica, e con il cuore in gola, selezonai il quarto piano. Furono i 5 secondi più lunghi della mia vita.
Entrai nella camera buia e socchiusi la porta, presi la sedia appoggiata al muro e la misi vicino a lui.
Ezra stava dormendo. Il suo sguardo era calmo, come sempre, e aveva un sorrisetto che gli accentuava la fossetta sulla guancia sinistra. Aveva una fasciatura sul petto e due flebo.
Gli presi la mano e sussurrai:
-Cosa ti ho fatto, Ezra. Forse tu hai giocato con me, ma te lo giuro che tutto ciò che ho detto e fatto per te era vero. Ezra Fitz, te lo giuro su quel che ho di più caro, che ti amo. E ti vorrei credere, vorrei riuscire a dimenticarmi di quei fogli, ma non ci riesco e non mi puoi biasimare. Mi sono sentita usata e... e volevo spiegazioni, fino a ieri. E anche oggi le voglio, ma sai, questa notte ho visto come sarebbe la mia vita senza di te, e ho capito che mi sei mancato anche quando eri vicino a me, e credo che quello che c'era tra noi era autentico. Ezra Fitz, risolveremmo tutto dopo, ma mi devi promettere di tenere duro. Tu terrai duro per me, ed io terrò duro per te. Va bene?-
In quel momento sentii Ezra con me, e mi parve di sentire la sua mano stringersi alla mia, MI alzai e posai la sua mano sul petto, poi mi avvicinai alla sua fronte e gli diedi un bacio. Chiusi la porta e sospirai.
Arrivata al piano terra, andai da Ali e Emily, le abbracciai. Allison con un tono piuttosto insolito mi disse:
Aria, via a casa, c'è Hanna fuori che ti aspetta. Fatti una doccia, vai da Starbucks e prendi un paio di caffè e ciambelle. Non hai motivo di rimanere qui. Ritorna alle 10, quando lo potrai vedere.
Va bene, lo farò, grazie per il consiglio. Ma... voi dovete promettermi che se si sveglierà...bè....bè voi dovete...
Si, lo sappiamo, dobbiamo chiamarti. A dopo Aria, e sii fiduciosa- disse Emily con le lacrime agli occhi.
Uscii dall'ospedale e pensai all'ultima frase di Emily. Effettivamente potevo solo essere fiduciosa.
Salii in macchina, e con un gran sospiro mi appoggiai allo schienale del sub bianco di Ezra. Hanna accese il motore e partimmo.
-Avrei dovuto stringerlo più forte- sussurrai."