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«Beviamo qualcosa?» mi chiede il mio partner di ballo. Mi accorgo di non sapere nemmeno il suo nome. Non me lo ricorderei in ogni caso quindi evito di chiederglielo. Ho perso di vista le mie amiche ma le ritroverò presto. Non ho idea di che ore siano ma in questo momento poco importa. Mi fissa con aria interrogativa e mi rendo conto di non avergli dato una risposta.

Non so se sia una buona idea bere altro alcool ma credo che uno shot in più non cambierà le mie attuali condizioni. Giungere al bancone non è facile come pensavo, devo sgomitare tra la folla e cammino storta. Rido in continuazione, ogni cosa sembra così divertente. Il ragazzo che sta palesemente flirtando con la barista che non lo degna di uno sguardo, la ragazza che inciampa nei suoi piedi, e il gruppetto di bionde sgallettate che cercano attenzioni dai ragazzi che giocano al tavolo da biliardo.

Tentano tutte di farsi notare da un bellissimo ragazzo in particolare, i capelli spettinati ad arte, una t-shirt bianca da cui spuntano due braccia tatuate. Aspetta un attimo. Non sono molto lucida ma la mia mente riesce a elaborare un nome: Gordon. In quel preciso istante le sue iridi grigioazzurre si piantano dentro le mie. Merda. Distolgo li sguardo immediatamente, ma sono abbastanza sicura che mi abbia vista ugualmente.

Cosa diavolo fa lui qui? Che fa, mi segue? Ho passato un anno intero senza vederlo e ora me lo ritrovo dappertutto. Lo ignoro, avrà da fare con le sue amiche bionde dalle tette palesemente finte. Rivolgo l'attenzione al mio nuovo amico.

«Hai intenzione di offrire tu, vero?» domando senza pudore. In condizioni normali mi proporrei per pagare almeno la mia parte, ma sono ubriaca e questo tipo è davvero carino.
«Certamente, principessa, tutto quello che vuoi» risponde con un sorriso smagliante. Ricambio con un sorriso ebete, in preda ai fumi dell'alcool. Sembro davvero una idiota.

«Una vodka doppia per la mia principessa!» ordina il mio amico alzando il braccio e io scoppio a ridere.
«Credo che la tua principessa abbia bevuto abbastanza per stasera.» Gordon si materializza al mio fianco e pare abbastanza arrabbiato.

«Ohhh, Gordon non fare il guastafeste, questo gentiluomo vuole offrirmi da bere.»
«Che tu non accetterai perché stai venendo via con me» afferma Gordon afferrandomi per il braccio.
«Ehiii stupidino, mi fai male. Non puoi venire qui e disturbare me e... e il mio nuovo... principe con tre occhi» protesto.
«Amico, vacci piano, lasciala andare. È qui con me e voglio solo offrirle da bere» si intromette il ragazzo.
«Non mi sembra di aver chiesto il tuo parere, quindi sta zitto. Hanna andiamo» sibila Gordon sempre più adirato.
«Nessuno ha richiesto la tua presenza, mi pare, quindi quello che deve andarsene qui sei tu» risponde spavaldo l'altro.

Oh oh. Vedo le nocche di Gordon sbiancare, i suoi respiri si fanno sempre più veloci e improvvisamente la mia mente è lucida. Ho visto troppe volte quello sguardo, ascoltato il fiato sempre più corto per non capire quello che sta succedendo. Se non ce ne andiamo subito di qui qualcuno si farà male e posso scommettere che non sarà il bel ragazzo dalle iridi grigioazzurre.

«Andiamo a prendere le mie scarpe e la borsa al tavolo» dico rassegnata. Un'espressione sorpresa si dipinge sul volto di Gordon, non si aspettava che cedessi così in fretta. Certamente non mi faccio mettere i piedi in testa, soprattutto da lui, ma ho voluto evitare un finale di serata disastroso. Fa un sorrisetto compiaciuto in direzione del ragazzo che si appoggia al bancone con espressione delusa.

«Cosa vuoi da me, Gordon?» chiedo.
«Mi sembravi già abbastanza ubriaca.»
«Non decidi tu quando sono abbastanza ubriaca. E oltretutto non è vero che sono ubriaca.» Scoppio a ridere per l'assurdità di quell'affermazione e anche Gordon si rilassa per un attimo. Quel broncio e l'aria autoritaria lo fanno sembrare più cattivo di quanto non sia realmente. Recuperata la borsa e le scarpe cerco Bruke tra la folla per dirle che me ne sto andando.

La vedo ancheggiare in pista e le urlo all'orecchio per sovrastare la musica. Mi fa cenno con la testa che ha capito ed esco dal locale tallonata da Gordon. L'aria fredda mi investe e un brivido mi percorre la schiena nuda.

Noto che mi sta fissando, probabilmente stupito dal mio vestito audace. Penso non avesse notato la scollatura sul retro. Fingo di non aver visto come mi fissa e ancheggio provocante precedendolo, mentre sento i suoi occhi bruciare sulla pelle di ogni centimetro del mio corpo.

Ricordo di non aver portato una giacca e me ne pento, ma subito Gordon mi offre la sua di pelle, non capisco se perché ha notato che sto gelando o se vuole coprirmi così che gli altri non notino quanto sono sexy ed evitare di fare a pugni con qualcuno. Vorrei rifiutare ma l'alcool che ho in corpo non me lo permette. Il buon senso non è il mio forte.

Mi stringo nel giubbino mentre cammino scalza sui marciapiedi di New York per arrivare all'auto di Gordon. Appena la macchina si accende, un tepore si diffonde in tutto l'abitacolo. Le palpebre si fanno pesanti e mi lascio cullare dalle braccia di Morfeo.

Vengo svegliata da un conato di vomito. Apro gli occhi e inizialmente non riesco a capire. Due braccia forti mi tengono e io sono sospesa. Sembra un sogno ma poi capisco cosa sta succedendo: Gordon mi sta portando in braccio su per le scale del mio condominio, ha il fiatone e sembra possa morire da un momento all'altro, ma come biasimarlo, sono cinque piani infiniti.

«Mi viene da vomitare» biascico in una lingua poco comprensibile. La mia voce è roca e la mia bocca é secchissima.
«Cosa?» chiede lui boccheggiando.
«Mi viene da vomitare» ripeto cercando di scandire meglio le parole.
«Oh cazzo. Resisti piccola» sussurra.
Nonostante il mio cervello annebbiato riesco comunque a capire quello che ha detto. Piccola? Cosa è tutta questa confidenza?

Non è il momento di minimizzare su questi dettagli, voglio assolutamente correre in bagno. Appena la porta si apre non perdo un attimo: la tequila bruciava così tanto mentre scendeva e ora, risalendo, brucia il doppio. Un conato dopo l'altro mi libero di tutto quel liquido disgustoso che mi circolava nel corpo.

Gordon mi tiene i capelli e mi accarezza la schiena mentre i miei muscoli si contraggono sotto le spinte. Resto appoggiata alla tazza del gabinetto per un tempo che sembra infinito, nonostante credo di aver terminato. Mi sento provata e distrutta ma credo ancora che sia stata una gran serata.

Gordon torna in bagno con un bicchiere di acqua e un pacchetto di cracker.
«Bevila a piccoli sorsi, sennò starai male di nuovo.»
Seguo i suoi consigli anche se la tentazione è quella di ingollarla in una volta sola. Sento la gola in fiamme e la bocca secca e quell'acqua fresca è un vero toccasana.

Dopo i cracker mi sento decisamente meglio, ma non sono sicura di volere allontanarmi dal water. Mi addormento con la testa sulle gambe di Gordon, con quello scomodo vestito nero ancora addosso, eppure si tratta della seconda notte più bella di questa settimana.

«E comunque tu sei la mia principessa» mi sembra di sentire prima di crollare, pronunciato a bassa voce dal ragazzo qui di fianco. Ma probabilmente sto già sognando.

🍑SPAZIO AUTRICE 🍑

Eccoci giunti alla fine del sedicesimo capitolo di Energy.
Hanna passa la serata in compagnia delle ragazze dell'Energy in un locale, dove "conosce" un ragazzo che le offre da bere. Ma Gordon, anche lui lì, li interrompe e riporta Hanna a casa, passando con lei la notte.
Cosa faceva lì Gordon?
Cosa penserà Hanna l'indomani, quando si sarà ripresa?
Gordon è ancora innamorato di Hanna? È geloso?

Non vi resta che scoprire le risposte nei prossimi capitoli! Un bacione!
ArielaNodds 💕

ENERGY: Ritrovare l'amore (#Wattys2019)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora