Era mattino. Un mattino radioso, birichino e allo stesso tempo noioso.
Gustave Parker, pescatore di professione, 41 anni, viveva in un piccolo e accogliente borgo vicino a St. Louis, Missouri.
Era sposato con Lara Ray Bellinger, 40 anni, che svolgeva il durissimo compito di essere una madre. Una madre presente e premurosa. Per il loro figlio, Mark, di 8 anni.
Mark era un bambino dolcissimo, affettuoso, pauroso e fragile. Aveva dei grandissimi occhialoni con delle lenti che parevano il fondo di una bottiglia.
Odiava uscire all'aperto. Era considerato dagli altri fanciulli come il "secchione che passa il suo tempo a studiare".
Come se loro fossero già abbastanza maturi da poter uscire e fare baldoria da soli.
I bambini sanno essere crudeli. Non per male, ovviamente. Perché in fondo sta nella loro natura essere così. Sono innocenti.
Durante quella radiosa, birichina e noiosa mattina la famiglia Parker fece colazione e uscì di casa. Prima i due coniugi accompagnarono Mark a scuola, poi si occuparono delle faccende di casa.
Ma in casa non c'era nulla da fare. Si stavano annoiando. Tanto. Mattina noiosa.
<<Amore>> disse Gus.
<<Si caro?>> replicó Lara
<<È da molto che non lo facciamo>> disse con voce timida ma allo stesso tempo chiara e diretta.
<<Mah>> disse lei con voce annoiata.
I due non facevano l'amore da più di un'anno, perché erano troppo occupati a pensare al figlio.
Fu così che si passó direttamente al sodo, senza troppe incertezze. Lui la prese con sicurezza e la trascinó nel letto imbottito di cuscini. <<Lo so che lo vuoi, ANDIAMO!>> disse con voce severa ma tremendamente passionale. Lei si lasció trascinare in quel gioco, un gioco che non era più abituata a fare. Un gioco subdolo e trascinante. Affascinante. Misterioso. Fatale. Potente.
A "gioco" finito i due andarono a riprendere il figlio a scuola, che intanto non se la stava passando tanto bene.