Alcune volte mangiavo altre no, avevo in dispensa solo cibo che scadeva tra un anno o più. Passavo interi giorni a non mangiare poi per un giorno mangiavo di tutto.
Mia madre si spaventava quando non mangiavo per due giorni, lei si preoccupava, cominciava a chiedermi se dovevo andare dal dottore, non aveva ancora capito che questa era, per me, routine. Poi succedeva che per una settimana mangiavo come un bovino.
Però quando andai a vivere da sola tutto questo finì, mangiavo un giorno si e due o tre no.
Mi alzai dal letto, lo stomaco chiuso e la voglia di mangiare zero. Mi preparai per andare a lavorare, lavoravo in un bar, quelli di paese con la solita clientela. Le quattro ore di lavoro finirono, tornai a casa per "pranzare" anche se sapevo benissimo che non avrei pranzato e così anche la cena.
Due giorni erano passati e la fame rimaneva una meta impossibile. Arrivai a casa, più stanca di prima, sapevo benissimo il perché, non mangiando non assumevo proteine, energia, sali minerali. Mi arresi la sera quando stanca e preoccupata ordinai una pizza, mi misi davanti a essa ed aspettai che vedendo quella meraviglia il mio stomaco si sarebbe messo in moto ma così non fu e decisi che con o senza voglia quella pizza l'avrei mangiata. Addentai l'angolo più buono e più farcito, continuai a mangiare e anche l'ultimo pezzo di pizza finì.
Non feci in tempo ad alzarmi che la pizza mi venne su, corsi in bagno e piegata sul water pensai a quanto questo gesto per me fosse naturale.
Soffrivo di bullimia, non riuscivo a mangiare che il mio cervello mi proiettava immagini di persone che ridevano.
Mi ricordo quante volte davanti allo specchio misuravo il mio giro vita, mi ricordo quando a scuola vedevo ragazze con pantaloni e magliette attillati, mi ricordo quando per un periodo di sanità non mi vedevo così, perché effettivamente non lo ero, e mi ricordo quando la domestica mi portava via le merendine su ordine di mio padre, mio padre era quello che voleva farmi fare la modella, mi faceva fare i cinque kilometri da casa mia alla scuola a piedi, con lo zaino, la mattina e il pomeriggio. Mio padre era quello che alla preside aveva chiesto se in mensa io potevo non mangiare e osservare le ragazze più magre di me poter mangiare. Ricordo quando il primo giorno mi disse:"guarda che schifo che fai, guarda quante ragazze magre" ed era vero, in quella scuola di ragazze in carne non c'è erano. Tutto questo mia madre non lo sapeva e quando a diciott'anni mi trasferì da lei, si spaventò, pensava che con mio padre stessi bene ma non era così e di quello che succedeva con mio padre lei non lo scoprì e non lo ha ancora scoperto.
Mio padre adesso è morto, è stato investito dal suo stesso sogno, la figlia della sua ex-compagna lo ha investito quando anche con lei aveva tentato di razzionargli il cibo.