Adolescenza

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Da quando mio padre è tornato, ogni giorno facevamo qualche attività: pesca, caccia, tiro con l'arco...

Quando mi insegnò ad andare a caccia, la prima volta, andammo a cacciare i corvi, con l'arco.

-Prendi la mira, e...  Vai! Scocca!-

-L'ho preso, Atta, lo ho preso!- dissi, tutto contento.

-Bravo, figliolo!- disse, guardandomi fiero.

-Andiamo a fare merenda.- aggiunse alla fine.

Avevo tredici anni.

Molte domande da fare, di cui nemmeno mio padre sapeva la risposta.

Ci sono delle domande che devono aspettare il momento giusto, tuttora ne sono consapevole.

Un giorno chiesi a mio padre: -Atta, tu che sei un nobile e potente guerriero, insegnami a combattere.-

-Riposa, figlio, le cose bisogna farle a proprio tempo...-

Purtroppo quel tempo stava arrivando prima del previsto.

Qualche mese dopo, appena compiuti i quindici anni, arrivò mio padre tutto felice, e con un sorrisetto da furbo mi disse: -Volevi imparare a combattere? E sia!- E mi lanciò una spada di legno.

Da quel giorno, ogni pomeriggio, ci allenavamo, fino al giorno della mia maggiore età.

-Ti porto a vedere una cosa, ma prima andiamo dai re, miei amici, che mi seguirono in battaglia!-

Quel giorno partimmo, io, mio padre, e una squadriglia di soldati coperti di bronzo, per il mare, e lasciammo l'Eleutherios.

Facemmo una traversata di pochi giorni, dato che il vento ci fu favorevole, e sbarcammo sull'isola del re Dionysios, re della Prudenza.

Non appena vide mio padre, lo abbracciò, e si misero a discutere su come andava nelle isole.

Era un uomo in forma, sulla sessantina, che, con in mano una spada, avrebbe ucciso molti uomini senza farsi notare.

Mi salutò come fossi suo figlio, e ci riempì di doni.

La sua espressione cambiò quando mio padre gli disse: -Lo porto alla grotta- e aggiunse di andare a divertirmi fuori dal palazzo, ma io mi nascosi e origliai.

-Lo sai che è pericoloso!- disse il re Dionysios.

-Lo so, la profezia dice che lui libererà il sigillo, ma non posso fermarlo; è destino.-

Ci furono dei minuti di silenzio, e alla fine si sentì: -Sii prudente, fratello.-

Appena sentii questa frase mi allontanai.

Prima di ripartire, il re Dionysios ci offrì una stanza per la notte e un banchetto ricco di specialità.

La sera, in camera, mio padre mi parlò:

-Prima di tornare dalla guerra, io, il re Dionysios e il re Antimhos, chiudemmo il trio della Morte in un sigillo.

Purtroppo, una profezia, dice che il figlio del Saggio re, che sarei io, romperà il sigillo nella grotta di Athos, dove ti sto portando ora. La profezia dice anche che prima o poi tu ti ritroverai nella grotta.-

-Ma la profezia potrebbe anche non avverarsi, giusto?- dissi preoccupato.

-Purtroppo, di solito si avverano.-

Nella camera calò un silenzio di tomba.

E a quel punto, mi misi a dormire piangendo.

Quella notte sognai solo dei lupi, con degli occhi indefiniti, che mi assalivano.

Ancora mi spaventa quel sogno.

Il giorno dopo mio padre mi disse che saremmo passati dal re Antimhos, al ritorno.

Ripartimmo per mare, e sbarcammo in una terra strana, buia, innevata, con un vento gelato soffiato dal Demonio.

Scalammo l'unica montagna presente sull'isola, e dopo qualche ora arrivammo a una grotta con un'iscrizione:

"Qui morì Athos, sovrano di tutti i popoli."

Vorrei non esserci mai arrivato.

Alphaios -  L'invincibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora