Penso che l'ispirazione non vada cercata. Ma che venga da sé. È uno di quei sentimenti che arriva inaspettato, ti travolte da capo a piedi e che ti lascia sopraffatto, col fiato corto.
È così che mi sento in questo momento. Sono le 2.21 del mattino e sono nella mia stanza, seduta davanti alla scrivania, illuminata dalla piccola lampada da tavolo fucsia che sta in piedi per miracolo a scrivere sul primo pezzo di carta che ho trovato, con una penna del distributore di benzina del villaggio. La scrittura, insieme alla musica, sono una di quelle poche cose che riescono a farmi allontanare dalla piccola realtà in cui vivo, a farmi sognare luoghi lontani. Sono sempre stata una ragazza dalla grande fantasia, dalle grandi visioni e pretese, divorata dalla sconfinata fame di conoscere e di farsi conoscere, dallo scoprire ogni giorno qualcosa di nuovo, qualcosa che mi lasciasse a bocca aperta.
Sono una semplice ragazza di diciotto anni, che vive in un piccolo villaggio di un altrettanto misero villaggio sulle Alpi italiane. Ho sempre amato la mia terra. Amo la natura, l'aria pulita, gli animali, le montagne, le tradizioni. Amo che chiunque non provenga dalla mia regione mi paragoni ad Heidi, amo la fontina, il folclore, la neve, il profumo del fieno. Amo respirare la libertà in vetta ad un monte e l'aria gelida che mi sferza le guance mentre scio. Amo la polenta, il calore della stufa a legna quando si rientra a casa in inverno, l'arcobaleno dei fiori nei prati e il fischio delle marmotte. Ma amo ancora di più, quando qualcosa diverso da tutto questo, mi si presenta davanti. Dopo diciotto anni vissuti nello stesso posto, seppur magnifico, ogni giorno attendo che qualcosa di nuovo e di inaspettato mi piombi dinanzi, un po' come l'ispirazione questa sera. La realtà in cui vivo è piccola, tutti conoscono meglio i segreti degli altri che i propri. Tutti sanno che il marito della postina ogni venerdì sera invece di giocare a carte con gli amici come dice, va a trovare la pizzaiola; tutti conoscono la data in cui nascerà il figlio del macellaio e signora e tutti sanno che probabilmente la figlia del fruttivendolo divorzierà entro fine mese. Nei paesi piccoli, si giudica ciò che si sente dire, non ciò che si vede. Ciò che è nuovo e diverso dalla tradizione e dagli usi, viene considerato negativo e sbagliato. Gli errori, in una piccola comunità come la mia, non sono ammessi. Le diversità di pensiero e di azione, non vengono capite.
E per chi come me ha sbagliato, sogna un futuro diverso. Sebbene ami le mie origini, non posso sopportare il pensiero di vivere la mia intera vita circondata da monti così alti che mi impediscono di vedere l'orizzonte e mi nascondono il tramonto. Non posso sopportare l'idea di non godermi il privilegio di vivere il mondo. E non sopporto, che proprio chi dovrebbe supportare questi miei pensieri e desideri, non mi appoggi... la mia famiglia.
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ATTIMI
RomanceNella pagine di questo libro è raccontata la mia vita. La vita di una ragazza di diciotto anni, con tanti sogni e speranze, i problemi adolescenziali e famigliari al proprio fianco e una grande fiducia in sé stessa e nelle proprie capacità. La stori...