2.
Il caffè. Ecco un'altra cosa che amo. Mi piace svegliarmi con la consapevolezza di potermi gustare il suo profumo e la sua aroma come prima cosa, una sorta di buongiorno per cominciare bene la giornata. Mi piace il fatto che, nonostante a primo impatto il suo sapore sia sgradevole e faccia arricciare la lingua al palato, piaccia a tutti subito dopo.
Mi stiracchio e mi metto seduta sul letto, rimanendo ferma qualche secondo per far interrompere i balli e le giravolte nella mia testa. Sbadiglio, mi lego i capelli in una coda improvvisata e mi dirigo alla finestra. Apro le ante di legno e subito un raggio di sole mi colpisce il naso e la vista, costringendomi a stringere gli occhi in due fessure. Sento subito il suo calore sulla pelle e il profumo di erba bagnata. Respiro a pieni polmoni e un sorriso involontario mi nasce sulla labbra. Davanti a me, il panorama è lo stesso ogni volta che mi sveglio, ma non è mai uguale a quello del giorno prima. Ogni mattina, un particolare diverso mi colpisce. Stamattina per esempio, noto che il nido delle rondini che ogni anno depongono le uova nel sottotetto di casa mia, è stato occupato da qualcosa, qualcosa che luccica. Cerco di allungare il collo e la vista, ma da dove mi trovo, mi è impossibile capire di cosa si tratti. Facendo attenzione, salgo in piedi sul davanzale. Se solo mi sbilanciassi un po', cadrei in avanti e mi farei davvero molto male. Cinque o sei metri mi separano dal suolo. Tremante, sposto poco alla volta i piedi, ho le dita che sporgono nel vuoto. Ora sono a solo due metri dal nido e allungando più che posso il braccio, riesco a sfiorarlo. Mi sporgo per afferrare ciò che si trova al suo interno e un ringhio mi nasce in gola quando capisco che si tratta di un pezzo di cellofan, portato qui dal vento. Odio la spazzatura e odio ancora di più quelli che la lasciano in giro. Perché non capiscono che così facendo non solo inquinano e sporcano ma mettono anche in pericolo la vita di animali e piante?
Sbuffando, ripercorro il percorso fatto in precedenza e rientro in camera, saltando dalla finestra. Infilate le ciabatte, esco dalla camera, attraverso il corridoio e mi infilo in bagno. Dividendolo con i miei fratelli, non so mai cosa aspettarmi. Posso trovarlo pulito, oppure devastato dal loro passaggio. Stamattina infatti, trovo asciugamani sbattuti per terra, il pavimento e lo specchio schizzati d'acqua e il rubinetto sporco di dentifricio e gel. Un accappatoio giace vicino alla vasca, così come una spugna. "Perfetto..", penso tra me e me. Inizio a rassettare alla veloce, con uno strofinaccio e uno spruzzino pulisco tutto. Passo anche una mano di aspirapolvere e finalmente posso godermi il bagno pulito. Mi lavo il viso, i denti e applico velocemente un po' di crema idratante alla mela verde.
Sento delle voci al piano di sopra, per cui salgo in cucina. Casa mia nel complesso è grande, ma suddivisa su tre piani diversi. Il piano inferiore è occupato "dall'area genitori", così la chiamiamo io e i miei fratelli. Si trovano infatti la loro camera, il loro bagno e un grande stanzino, in cui riponiamo e custodiamo le scarpe e le sacche. Segue poi il piano in cui si trovano le stanze mie e dei miei fratelli e il nostro bagno. E al piano superiore, in mansarda, il salotto e la cucina. È proprio qui che arrivo e trovo i miei genitori a discutere. Strano.. In questo periodo sono entrambi molto stressati per il lavoro e non perdono occasione per rimproverarsi a vicenda. Senza neanche guardarmi infatti, continuano con i loro discorsi e io comincio a prepararmi la colazione. Preparo la moka e mi taglio una generosa fetta di torta alle mele, preparata da mia mamma. Le urla si fanno sempre più forti e riesco a capire che stanno discutendo per mio fratello. I miei genitori hanno caratteri opposti, tendono entrambi a voler far prevalere le proprie opinioni. Voglio un gran bene ad entrambi, non saprei scegliere fra i due. Mia mamma, è una donna estremamente insicura e bisognosa d'affetto. Ha il carattere di un cucciolo, dapprima riservato e astio, poi divertente e spensierato. Penso che questo suo comportamento derivi da un'infanzia non troppo felice. I miei nonni materni sono sempre stati molto severi, poco affettuosi, ma ricchi di rimproveri e di raccomandazioni per le due figlie. Il nonno è spagnolo e ha conosciuto la nonna in Svizzera, grazie al lavoro. Lavoro. La vita della nonna. Penso di non averla mai vista ferma. Lei, nata in una villaggio di montagna figlia di due pastori e sorella di altri sette fratelli, è sempre stata abituata a sgobbare e a sudare nella vita. Ha presto imparato fin da piccola che serve rimboccarsi le maniche e darsi da fare, per guadagnarsi da vivere. Ed è così che ha cresciuto mia mamma e la zia, facendole capire il significato del sacrificio e del denaro. Mia mamma ci racconta sovente della felicità che provava da piccola quando vedeva entrare in casa un dolce o un giocattolo. Erano traguardi e vincite importanti per loro... averlo significava aver fatto le brave ed esserseli guadagnati. E così, è ancora adesso mia mamma. Secondo lei, nulla arriva per caso, ma perché te lo sei meritato. Per questo è sempre stata estremamente severa con noi, fin da quando eravamo piccoli. La scuola, doveva e deve essere per noi il centro della vita e tutto doveva e deve girare intorno ad essa. Fin dalla prima elementare dovevamo studiare e impegnarci per raggiungere risultati. Ci è successo parecchie volte di essere messi in punizione per un brutto voto o per una negligenza scolastica.
Mia mamma è anche una donna estremamente sensibile però. Le emozioni per lei sono ingestibili, si lascia sopraffare e le vive a pieno. Sembra quasi una bambina a volte, per come guarda il mondo. Tutto la può far stupire e meravigliare, ma basta anche poco per farla innervosire. È una donna testarda e orgogliosa, se si impunta su qualcosa, così deve essere.
È una bambina anche nell'aspetto la mia mamma. Il suo tratto distintivo solo i lunghi capelli ricci e neri, indomabili. Per lei hanno sempre significato tanto, non sarebbe mai in grado di tagliarli. Rappresentano tutta la sua femminilità, che nasconde invece sotto i vestiti sportivi che indossa abitualmente. Un'altra cosa che amo di lei sono le fossette, che ha tramandato a tutti e tre i suoi figli e gli occhi. Occhi che cambiano colore in base al tempo, verdi quando c'è il sole e grigi quando fa brutto.
Se da piccola mi chiedevano cosa mi ricordasse mia mamma, dicevo il leone, forse per la capigliatura, forse per la grande forza e il carattere che mostrava davanti a noi. Strano che lei pensasse e pensi tutt'ora la stessa cosa di me.
Penso a tutto questo mentre verso un goccio di latte freddo nella tazza di caffè. Con la coda dell'occhio guardo papà. È un uomo non troppo alto, ma di bell'aspetto. Forse un po' trascurato, è sempre così impegnato.. Papà è nato qui, tra le montagne e ha subito vissuto una vita molto diversa da quella della mamma. I suoi genitori, l'hanno sempre viziato e coccolato in tutti i modi possibili, riuscendo a garantirgli un futuro. La nonna era maestra, il nonno elettricista in una grande fabbrica. Entrambi portavano a casa uno stipendio fisso, permettendo a mio padre e a mio zio di coltivare le loro passioni. Così papà ha iniziato a sciare e mentre gli sci, dai piedi si staccavano tutte le sere, non si sono mai allontanati dalla testa e dal cuore. E così, giorno dopo giorno, è riuscito da una passione a creare un lavoro.
Mio papà mi somiglia molto. Per quanto riguarda l'aspetto fisico in realtà, assomiglio più alla mamma, con i miei capelli lunghi e mossi, gli occhi grandi e le fossette. Ma il carattere difficile l'ho preso proprio da papà. Siamo due generali, due che si vogliono far rispettare. Siamo entrambi molto severi con noi stessi, pretendiamo molto dalle nostre prestazioni e poco negli altri, siamo diffidenti. Entrambi veniamo considerati un po' "orsi", non sappiamo gestire le relazioni con altre persone. Abbiamo difficoltà a mantenere amicizie costanti e fisse nel tempo e a fidarci degli altri, forse anche per colpa del brutto carattere. Non per questo però, andiamo sempre d'accordo, anzi. Litighiamo spesso io e papà. Ci scontriamo su molti argomenti. Temi che nel 2018 per me sono scontati, ma per lui no. Parità dei sessi, diritti, omosessualità sono gli argomenti più discussi in casa e dai quali cerchiamo di tenerci alla larga ma che perennemente vengono affrontati e sono fonte di urla e di incomprensioni.
Uno di questi è proprio l'argomento attuale di discussione dei miei: le diversità che mio padre crea tra me e i miei fratelli. Mia mamma si sta lamentando della pigrizia di mio fratello, che come sempre ha lasciato in giro le sue cose prima di uscire di casa, senza riordinare.
-Nicole è da quando sono iniziate le vacanza estive che rassetta e pulisce casa ogni giorno.
-Così erano i patti. Quest'estate si sarebbe occupata della casa, per guadagnarsi le uscite e la paghetta, insiste mio padre.
-E allora, così come ordini a tua figlia di riordinare le proprie cose e quelle degli altri, dovresti imporlo anche ai due maschi. Non sei così permissivo con lei. Si sta veramente impegnando in questi giorni..-
-Permissivo? Mi sembra che ieri si sia alzata a mezzogiorno-.
Stanca di queste solite affermazioni, me ne torno di sotto, con la colazione in mano. Sono stufa che mio padre non apprezzi mai il lavoro che svolgo e le fatiche che faccio ogni giorno. Sono anni che non mi fa più un complimento o mi rivolge un commento carino. Apprezza solo ciò che i due figli maschi fanno.
È vero, ieri mattina mi sono alzata tardi. La sera prima ero uscita con alcuni amici in centro, a mangiare un gelato e a fare un giro. Ero così stanca che il giorno dopo ho dormito fino al suo rientro a casa, quando ha iniziato ad urlare perché non ero ancora sveglia.
Con un sospiro finisco di mangiare, mi cambio e rifaccio il letto. Devo proprio darmi una calmata e cercare di riordinare le idee, soprattutto di cacciare le parole di mio padre nell'angolo più remoto del mio cervello. Non mi devo lasciare scalfire dalle sue parole. So che in realtà mi vuole bene, che non lo fa per cattiveria. Ma vorrei più comprensione.
Afferro il cellulare e lo collego alla piccola cassa che ho sul comodino. Metto della buona musica e con uno strofinaccio, inizio a ripulire la mia stanza, poi passerò a tutte le altre.
Per questa mattina, credo che avrò il mio bel d'affare.

STAI LEGGENDO
ATTIMI
RomantikNella pagine di questo libro è raccontata la mia vita. La vita di una ragazza di diciotto anni, con tanti sogni e speranze, i problemi adolescenziali e famigliari al proprio fianco e una grande fiducia in sé stessa e nelle proprie capacità. La stori...