I like you, Harry!

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«Io sono Harry Styles.»

«Okay Harry, quanti anni hai?» mi chiede il giudice, che sembra riuscire nell'intento di mettermi a mio agio.

Si ma non sentirti troppo a tuo agio, è una gara di musica, se non gli piaci sei fuori.
No ma dico, ti sembra il caso di sovrastare un discorso tranquillizzante?

«Ne ho 16» rispondo risoluto.
«Parlami un po' di te» aggiunge ancora, mandandomi in panico.

Ho ripetuto questa scena un sacco di volte nella mia testa, ma non riesco a trovare le parole per esprimermi.

Io avevo detto di scrivere un copione.
Ti diverti così tanto a ridere di me, che poi sarei te?

Non so da dove iniziare.
«Lavoro in un panificio» dico tutt'un tratto, rendendomi subito dopo conto di quanto effimera potrebbe essere risultata un'affermazione che pensavo fosse sensata.

«Hai lasciato la scuola per lavorare lì?» mi sollecita Simon.

No, o almeno non ancora.
Lavorare non è mai stata una delle priorità dei giovani, ma per me, beh per me si.

È inevitabile lavorare quando la tua situazione economica non è delle migliori, e non hai l'aiuto di entrambi i tuoi genitori.

L'ho fatto ancora.
Fortunatamente non ho dimenticato ciò che mi ha chiesto il giudice.

«Ci lavoro il sabato, torno a scuola a settembre.» taglio corto, cercando di risultare il più impassibile possibile all'argomento.

Non ho voglia di raffreddarmi proprio ora.

«Bene, cosa ci canti?» domanda uno dei giudici cercando di chiamarmi dalla strana dimensione in cui mi sono ficcato.

«Faró "isn't she lovely" di Stevie Wonder.» dico prima di schiarirmi la voce.

Il pubblico ora è in silenzio, e i giudici aspettano solo me.
Appena mi sento pronto, inizio a cantare a cappella.

Sento ogni molecola del mio corpo tendersi, colpite dall'ansia, dalla tensione e dalla paura. Timore di stonare, di non piacere ai giudici o magari... forse quello di inciampare e fare una figura di merda davanti a tutti, come al solito.

Okay Harry, forse dovresti concentrarti e impegnarti oppure andrà tutto a puttane, coglione.
Ringrazio la vocina che mi tormenta, riportandomi sul pianeta Terra.

Mi sciolgo, le parole di questo magnifico successo degli anni '70 cominciano a scivolare tra le mie labbra, creando suoni dolci, ma allo stesso tempo profondi e rochi.

In questa esibizione sto davvero mettendo tutto me stesso: l'amore, la passione, la speranza.

Chiudo gli occhi, è il mio momento.

Quando l'ultima nota esce fuori dalle mie corde vocali, una scarica di adrenalina invade il mio corpo nel notare che tutto il pubblico si è alzato e sta accogliendo con un caloroso applauso.

Sorrido quasi imbarazzato, non ho mai avuto un pubblico così grande. È incredibile come tutte le mie ansie e le mie paure si siano dissolte durante l'audizione: la musica su di me ha un effetto lenitivo. Ogni preoccupazione sparisce spedita nell'aria solamente grazie a delle note.

Ritorno nel mondo reale, mi si ghiaccia il sangue.
È arrivato quel momento terribile, quello che temevo da quando ho deciso di partecipare a questa competizione: cosa penseranno i giudici di me?

Nel momento esatto in cui il pubblico smette di applaudire, inizia la mia tortura.

«Sono davvero contenta che abbiamo avuto l'opportunità di sentirti cantare a cappella, perchè abbiamo sentito la tua grande voce. Per avere 16 anni hai una bella voce!» ammette una donna, che riconosco essere Nicole.

Secret Love Song.|| Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora