[1] Un'ombra.

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È appena suonata la campanella e quel corridoio che era vuoto, si è subito riempito di adolescenti. Vado verso il mio armadietto, prendo una bottiglia d'acqua e mi dirigo verso l'uscita. Appena uscita, c'è mia madre che mi aspetta nel parcheggio, una Fiat blu. Ha un sorriso abbagliante e i capelli rossi che le cadono sulle spalle. Sembra preoccupata.

Ciao Nora, com'è andata a scuola?

La solita domanda di merda. Cosa le dovevo dire? "No mamma, odio questa scuola dell'obbligo e spero che finisca il più presto."

Si mamma, tutto bene.

Prendo l'elastico per i capelli che avevo al polso e inizio a legarmi i capelli in un codino. Ho i capelli rossi anche io. La pelle chiara e gli occhi neri.

Cos'hai? Le dico subito, senza girarci intorno. Sembra davvero preoccupata.

Non ho nulla. Risponde subito lei.

Mamma, ho bisogno che mi parli. È per papà?

L'aria si fa più pesante e mi sembra che sull'auto sia caduta una nuvola grigia pronta a scoppiare su di noi.

Si. Mi dice lei, indifferente.

Mio padre ogni sera va a bere. Ma non quella solita birretta con gli amici di lavoro (apparte che non ha un lavoro), lui beve pesantemente.

Mia madre lavora in un ristorante, fa la cameriera e fa le ore piccole, quindi a casa non c'è quasi mai. Sono figlia unica.

Siamo appena arrivate a casa e mio padre, come al solito non c'è. Poso lo zaino all'entrata e vado in stanza. Mi butto sul letto, con le cuffie nelle orecchie e sprofondo nei miei pensieri. Inizio a pensare a come sarebbe stato bello avere una vita normale, con un padre che lavora e con una madre sempre presente.

All'improvviso arriva Riley, il nostro cane. Sta qui con noi da ben dieci anni, quindi è un po vecchiotto. Mi salta addosso e inizia a leccarmi la mano, questo è il suo modo per dire che ha fame, quindi mi alzo subito dal letto e poso le cuffie con la musica ancora attiva e vado giú per dargli da mangiare. La casa è buia e cupa, mi spaventa. Riley ha un pelo lungo e bianco, sembra una piccola nuvola che si muove e che abbaia. Dopo aver versato il suo cibo in una ciotola, vado di sopra, salgo quelle scale buie e scricchiolanti, e noto subito un'ombra sul mio letto. Faccio un passo indietro e mi porto una mano al petto, al cuore. Chiudo gli occhi e quando li riapro l'ombra è scomparsa, mi guardo intorno, sempre con la mano sul cuore e con gli occhi spalancati.

Riley! Vieni subito qui! urlo.

Riley sale di corsa e si guarda anche lui intorno. Mi stendo sul letto, di sicuro è stata la mia immaginazione, devo solo dormirci un po su, peró il sonno non mi avvolge. Rimango sveglia tutta la notte. Ho paura che l'ombra riappaia.

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