[2] Due giorni.

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Non aspetto nemmeno che la sveglia suoni per alzarmi dal letto che giá sono in bagno. Mi guardo allo specchio e noto che ho due occhiaie profondissime, mi resta solo coprirle. Mi sistemo i capelli in modo "naturale", vado verso l'armadio ad angolo, prendo un jeans, una felpa e delle converse. Scendo giú, in cucina, questa volta mamma c'è e sta preparando la colazione, frittelle e succo di frutta. Tutto ad un tratto mi è sembrato di vederla felice, ma ovviamente mi sbagliavo. Lei è triste, anche se quelle sue labbra carnose emanano un sorriso, i suoi occhi sono spenti.

Ciao mamma, come stai? Le domando, sedendomi sulla sedia di legno.

Tutto apposto piccola mia. Mi risponde sorridendo e continuando a fare le frittelle.

I suoi capelli rossi sono legati da un elastico e la sua pelle è bianca piú del latte.

Papá è tornato? Le dico, iniziando a bere il mio succo di frutta.

Lei sospira e fa no con la testa.

Mamma... so che fa male. Stavo aggiungendo che mi dispiaceva, se io non fossi nata, non avrei portavo tante spese, che ero solo un disturbo in questa famiglia. Ma lei mi ha interrotto.

Nora, lui è fatto cosí. Non cambierá mai e io non posso lasciarlo solo, non posso lasciarvi soli! Lo so che vorresti una famiglia normale, e mi dispiace per questo... il suo sorriso ormai si è spento, come i suoi occhi.

Vado a scuola. Lascio le frittelle a raffreddarsi sul tavolo, prendo lo zaino e vado verso la scuola.

-

Sono in ritardo, come al solito, i miei professori ormai si sono abituati dei miei ritardi. C'è un ragazzo davanti al portone della scuola, sembra tanto che stia aspettando qualcuno, sembra tanto che stia aspettando me. Ciao . Mi sorride.

Ha un sorriso bellissimo, è alto e ha i capelli neri e anche gli occhi, proprio come i miei.

Hai sbagliato persona? mi guardo intorno.

No. continua a sorridere.

Cammino a passo veloce per non far ancora piú tardi e anche per fargli capire che non avevo intenzione di fermarmi lí a parlare.

Senti io devo andare in classe. Gli dico, facendo un finto sorriso.

Che sezione?

Ma cosa ti interessa? Mi fermo e mi volto verso di lui con un'aria da snob.

Sei molto carina , Nora. Mi sorride.

Gli stavo per dire la stessa cosa, ma le parole mi si sono morte in gola, come sapeva il mio nome?

Come sai il mio nome!? Alzo un sopracciglio.

Hei, fai tardi. Mi fa un occhiolino.

Stavo per urlargli di fermarsi, ma un qualcosa mi bloccava, non gli ho detto il mio nome, come cazzo ha fatto?

Vado in classe, con quindici minuti di ritardo. Tutti mi guardano e scoppiano in una grande risata. Passo fra i banchi e vado all'ultimo posto, accanto alla mia amica Haven. Lei è snella, molto snella. I suoi capelli sono color rame e gli arrivano fino ai fianchi. La sua carnagione è scura ed è molto carina.

Hei Nora! Mi saluta con un bacio su entrambe le guance.

Hei.

Nora che hai?

Vorrei dirle tutto, vorrei dirle che mio padre beve ogni sera, vorrei dirle che io non ho una vita perfetta, ma mi limito solo a scuotere la testa e fare un sorriso.

Questa è l'ora di italiano, che grandissime palle. In quest'ora tutti dormono. Finalmente, dopo un'ora e mezza la campanella suona e tutti subito prendono lo zaino e vanno via.

Nora pensavo, emh, se questa sera vorresti uscire. Alle 10:30 ti porto a casa ok?

Certo Haven, a che ora vieni a prendermi?

Ti sta bene alle 7? Mi sorride.

Si, ci vediamo dopo allora. Le sorrido e mi incammino verso casa.

A Froks tutto è piú brutto e cupo, le persone sono noiose e infelici. Qui piove sempre. Torno a casa, vedo mio padre, dopo due giorni.

Ciao Nora. Dice con aria sbronza.

Ti sei fatto vivo dopo due giorni e dovrei anche salutarti?

Scusa. Dice mortificato.

Me ne fotto delle tue scuse! Forse è meglio che sparisci! Urlo cosí forte che scende subito Riley abbaiando.

Nora...

No! Vattene! Tu non servi piú a nulla ormai! Piango, si sto piangendo... lui non meriterebbe le mie lacrime.

Vado subito sopra, vado in bagno, mi spoglio e mi butto subito sotto la doccia. Adesso voglio solo pensare a cosa mettermi per questa serata, niente piú.

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