One

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2016

Ci sono due categorie di persone nella vita. In un gruppo ci sono le persone che si alzano subito dal letto dopo il suono della sveglia, mentre dall'altra parte, rimangono dentro le coperte a dormire per altri cinque minuti o addirittura quindici, come la sottoscritta. Ormai mi sono abituata a tutte le urla di mia madre provenire al piano terra, fallendo miseramente la mia voglia di alzarmi.

Sono le sette e quarantasette del mattino, e già il sole splende come non mai. Accecata dalla luce, mi sciacquo il viso, per poi vestirmi. Non sono una ragazza che si cura del proprio aspetto, così mi metto una maglietta semplicissima e dei jeans.

Mi lego i capelli con un elastico azzurro, e scendo in cucina, dove c'è mia mamma che sta preparando la colazione. Per mia sfortuna, non ho tanto tempo per mangiare quei buonissimi crepes alla nutella, quindi mi arrangio con un brioche vuoto.

Saluto i miei genitori, e incomincio a correre fino al cancello della scuola. Ora sapete perché non faccio mai la doccia di mattina. Arrivo alla destinazione sudata e stanca, con due minuti di ritardo. Record. Mi asciugo la fronte, e aspetto circa dieci secondi per riprendermi. Ho corso peggio di un elefante in calore.

Come al solito Charlotte si trova già in aula, senza nemmeno aspettarmi. È tipica di lei. Quando non mi vede in giro, va direttamente in classe. Metto le mie cose nell'armadietto, e prendo il mio quaderno di Matematica. L'astuccio l'ho stranamente dimenticato nella mia scrivania. Mi farò prestare le cose da Charlotte...

Il professor calvo - si, lo chiamo così perché ha la testa che luccica di più della lampada di casa mia - mi fissa alzando gli occhi al cielo, appena varco la porta. Intravedo la mia migliore amica infondo della stanza, e purtroppo al mio solito posto è occupato da un altro studente. Rassegnata, mi siedo all'unico posto rimasto, vale a dire vicino al secchione della scuola.

Matematica. Che bello. È decisamente la prima materia in assoluto che non ho mai amato in vita mia. Non ho ancora il senso di calcolare il risultato di un'equazione, di un'espressione o di un problema, che manco riesco a risolvere la mia. Bah, io non l'ho mai capito e mai lo capirò.

Alla fine della lezione mi catapulto direttamente nel corridoio, prima che quel professore mi obbliga a restare per farmi la ramanzina. Per questa volta, mi passa davanti senza rivolgermi una parola.

Faccio un sospiro, e la prima ad aprire la bocca è Charlotte, affiancandomi. «Hai sognato qualcosa?» Ci scommettevo che mi facesse questa domanda. È ormai una routine per noi. Dopo che le avevo raccontato un sogno strambo che avevo fatto, da quel giorno ce lo diciamo ogni giorno, per farci due risate.

«Io che slacciavo la cintura di Shawn Mendes.» Rispondo con gli occhi a forma di cuore. Sono decisamente ossessionata da questo cantante, non solo per le sue canzoni, ma anche per l'aspetto fisico. C'è capiamoci: ha il culo più sodo e rotondo del mio, e questa cosa è illegale!

«E te pareva.» Ride.

Alla fine delle lezioni, decido di andare al mercatino vicino a casa mia, a prendere qualcosa da mangiare. Mi viene sempre fame, appena finisco la scuola. I miei occhi si focalizzano sulle ciambelle al cioccolato. Nel mentre lo stavo per afferrare, qualcuno me lo soffia per primo.

Sono pronta ad affrontare questo ladro, ma mi blocco appena vedo un ragazzo molto carino di fronte a me. Il mio sguardo puntano sulle sue braccia scoperte, dove si intravedono i suoi tatuaggi e muscoli. Quasi potrei svenire in questo esatto momento nel modo in cui mi sorride.

«Non credo che tu debba mangiare sta roba.» Dice indicando il contenuto delle ciambelle. Lo guardo confusa. «Sei già grassa come una balena, se ne mangi altre, scoppierai. Piuttosto, com'è il mondo laggiù?» Che faccia tosta!

«Chi credi di essere?» Alzo un po' la voce, senza rendermene conto.

Il ragazzo davanti a me si mette a ridere, facendomi incazzare di più. «Scusa, non era mia intenzione. Ti stavo solamente dando un consiglio, non prendertela così tanto, Fay.» Spalanco gli occhi, e lui ricambia il mio sguardo rendendosi conto di quello che aveva appena detto.

«Tu sai il mio nome...» Sussurro con la voce tremante. È uno stalker?

«Davvero non ti ricordi di me o stai facendo la finta tonta, Fay?» Lo fisso esaminando ogni dettaglio della sua faccia. Un lampo di fulmine mi colpisce la testa. Non ci posso credere. «Calum?»

L'ho conosciuto quando ero molto piccola, e subito l'ho trovato divertente e giocoso. Facevamo di tutti i colori, mamma ci sgridava perché disegnavamo sempre gli animali sui suoi documenti di lavoro.

Dopo due mesi, lui era ritornato in Australia con la sua famiglia. In quei giorni, mettevo di tutto sulla mia scatola dei ricordi - ora non più - che mi facesse ogni momento passato con lui. Dopo proverò a cercarlo in cantina, se c'è ancora...

È da anni che desideravo tanto di incontrarlo, ora il mio desiderio si è finalmente avverato. «Si, puffetta?» Un tuffo al cuore, ecco cosa ho provato. Mi chiamava così perché il mio colore preferito è azzurro - lo è tutt'ora - e ogni cosa che mettevo era di quel colore. Quel nomignolo sta per l'unico personaggio femminile di "I puffi".

«Quando sei arrivato qui in America?»

«Ieri.» Risponde con poche parole. Stringe la mano in un pugno appena vede qualcuno alle mie spalle. «Non fraintendere... se sono tornato è perché ho un obbiettivo da raggiungere: distruggere la tua vita.»

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 22, 2018 ⏰

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Chain Of Memories - Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora