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《Ellair, non correre!》 intimò la regina al figlio, alzando leggermente la voce.
Il vento iniziò a danzare con i ricci di colore nero mentre il fanciullo correva affiancato dal levriero che gli era stato regalato da suo padre, il re, per il suo decimo compleanno.
Il principe si avvicinò alla regina cercando di tenere il cane dal collare ma invano perché corse via.
《Ellair, sai che ore sono?》chiese la regina al figlio.
Ellair con gli occhi color blu che non lasciavano trasparire mai nulla e con un'espressione in viso alquanto birichina, negò con la testa.
《Tra poco ci sarà un' importante cerimonia per te, non puoi stare in giardino da solo, soprattutto adesso che non ci sono le guardie. 》disse preoccupata iniziando a guardarsi intorno.
Non somigliava a sua madre tranne per gli occhi ma per il resto era uguale a suo padre.
Sua madre aveva i capelli di colore biondo sempre raccolti in uno chignon oppure quando stava nel castello, si lasciava liberi i capelli.
《Madre, ho quasi quattordici anni, sono abbastanza grande per badare a me stesso.》disse Ellair facendole una piccola smorfia.
《Tuo padre ti sta aspettando in camera tua, presto!》concluse per poi incamminarsi anche lei.
Ellair iniziò a correre verso l'entrata per poi andare nella sua stanza che si trovava al secondo piano come tutte le altre.
Mentre saliva le scale, intravide la figura , di sfuggita, della sua migliore amica: Anat.
Non poté  chiamarla perchè suo padre avrebbe aspettato e lui aveva già perso troppo tempo.
Il principe non deve mai tardare e il re non deve mai aspettare...
Quando si trovò davanti alla porta della sua stanza, si sistemò gli abiti che avrebbe indossato per la cerimonia e bussò.
La porta si spalancò e lo vide, dritto a lui che lo stava aspettando. Tutta quella fierezza certe volte lo spaventava.
Non sarebbe mai stato alla sua altezza.
Indossava una camicia rossa che era infilata nei pantaloni dello stesso colore. Sopra la camicia indossava una giacca nera con dei richiami in oro su tutta essa.
Ellair entrò nella stanza e si avvicinò al padre che gli mise una mano sulla spalla.
《Lasciateci soli》disse al domestico che prontamente uscì e chiuse la porta.
Restarono soli.
《Perdonatemi padre, stavo giocando in giardino》disse con voce fievole.
《Quando diventerai sovrano non dovrai chiedere mai scusa..》disse il padre e a quelle parole annuì.
Si voltò a guardare gli occhi blu del suo erede.
《Ricordo ancora la mia cerimonia, la mia dichiarazione di potere e la mia fedeltà al mio titolo...》disse toccandosi il petto con la mano libera.
《Sono onorato》disse l'erede abbassando leggermente il capo.
《Ellair, molte persone non ritengono adeguato che tu salga al trono dopo la mia morte, avendo una salute a volte cagionevole ma non mi importa.》
《Chi sarebbe colui che crede di essere  degno di tale onore?》
《Una persona con sangue reale..》disse con tono di disprezzo.
《Sii sempre superiore, non permettere a nessuno di dirti ciò che devi fare, sii equilibrato ,giusto e potente.》
Continuò.
《Queste sono le esatte parole che mi disse tuo nonno prima della mia cerimonia. Oggi io le dico a te e farai la stessa cosa con tuo figlio, un giorno.》disse sorridendo.
Il suono delle trombe all'ingresso del cancello riportò alla realtà le loro menti.
《Ti lascio sistemare prima dell'inizio.》disse avvicinandosi alla porta.
《Vostra grazia》disse il principe inchinandosi prima che il re uscisse dalla camera.
Si sentiva pronto a giurare, a diventare il prossimo re e a governare come suo padre.
Si avvicinò allo specchio e guardò il suo riflesso. La pelle di colore mulatto , il colore dei suoi occhi, combaciava perfettamente il colore del pantalone e della mantella che copriva le spalle e la schiena, lasciando il petto scoperto.
Si sentiva crescere dentro di se, la consapevolezza che da quel giorno non avrebbe dovuto commettere errori e sarebbe stato al fianco di suo padre. 
Qualcuno bussò alla sua porta.
《Avanti》disse e alle sue parole entrò Anat. Le sorrise e la guardò bene.
Vestiva un abito lungo di colore viola che le lasciava scoperte le spalle e  i suoi  capelli castani erano slegati.
《Sei bellissima》disse abbassando il capo in segno di rispetto.
《Ti ringrazio》
Lei fece la riverenza e si avvicinò a guardarlo.
《Questi colori ti donano》
《Hai proprio ragione, quando verrò incoronato desidero indossare questo colore》 disse in tono fiero.
《Sei agitato?》chiese guardandolo negli occhi.
《No》disse nascondendo una smorfia.
《Ci sono molte persone che stanno attendendo,  vogliamo andare? 》chiese.
《Verrai con me?》le chiese avvicinandosi all'uscita.
《 La regina desidera che ti accompagni fino all'arcata》disse sorridendo.  Aprì la porta e fece passare la sua amica per poi uscire. Le guardie lo affiancarono e lo scortarono per tutto il tragitto, in assoluto silenzio.
In lontananza, presenziavano altre due guardie che attendevano il loro arrivo davanti al portone di ingresso del grande salone.
Anat gli prese la mano per fargli forza e per calmarlo. Il principe non la respinse e fece dei respiri profondi.
Le guardie ponevano le loro mani sulle maniglie di colore oro che si intonavano perfettamente con la cromia del colore principale.
《Sono pronto》 riferì.
Le porte si spalancarono e il silenzio si manifestò. Un lungo corridoio dalle tonalità calde li abbracciò e, la luce proveniente dalle vetrate illuminò il tutto.
I nobili presediavano in piedi gli uni vicini agli altri, inchinandosi al suo passaggio.
A pochi metri di distanza, si destava un'arcata che segnava l'ingresso nella sala della corona. Il suono dei tamburi, preannunciava il suo arrivo ai reali.
Lasciò la mano della sua amica e con passo fiero si diresse dove c'era il sommo sacerdote che avrebbe dato inizio alla cerimonia.  Vestiva la tonaca per il grande evento e sul suo capo senza capelli, erano presenti due strisce di parallele di colore nero che simboleggiavano la fede.
Si fermò di fronte a lui e con la mano si toccò la testa come era consuetudine fare.
Amun prese una ciotola con della vernice di colore rosso e gliela porse.
《È arrivato il momento》 disse all'erede.
Ellair immerse un dito della sua mano sinistra nel colore e tracciò una linea che partiva dall'osso frontale fino a quello mascellare.
Dopo ciò, il sommo sacerdote si fece da parte e i suoi genitori si alzarono in piedi.
Indossavano abiti regali con relativi mantelli e corone.
Il principe si avvicinò a loro e si inginocchiò dinanzi a loro.
Il re prese il ferro con all'estremità il simbolo della loro casata con incorporato quello dei sovrani: una piramide con tre linee sfumate.
Guardò il figlio negli occhi e glielo appoggiò sul petto.
Stette immobile e non emise nessun tipo di rumore. Anche se percepiva la pelle che bruciava, si alzò in piedi e fece lo stesso gesto di prima con Amun.
Il re tolse il ferro e lo porse a una delle sue guardie che si allontanò immediatamente.
Ellair si mise una mano sul petto, all'altezza del cuore e, pronunciò il giuramento.
《Saggezza, compassione e forza.
Che il mio spirito mi guidi ad essere un sovrano giusto, potente e che il mio regno sorga più forte di prima. 》
Il principe aspettò qualche secondo per poi concludere, guardando negli occhi suo padre.
《Usque ad finem*》
Era divenuto, ufficialmente, l'erede al trono.

* Dal latino, "fino alla fine"

Esule Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora