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Un mese,
era passato circa un mese da quella chiacchierata.
Il piccolo Jimin con le sue due ultime parole aveva distrutto il cuore di Yoongi e ne era più che cosciente, ma non per questo si era lasciato condizionare.

Così piccolo il minore, ma così deciso.

Ogni giorno si allontanava sempre di più, e in ognuno di questi il maggiore sentiva formarsi una crepa.
Certo, erano sempre fratelli, ma entrambi sapevano che il loro rapporto fosse cambiato radicalmente durante quel pomeriggio, Yoongi lo percepiva perfettamente.

E così passarono per entrambi i trenta giorni più lunghi della loro vita.
Il biondo per le prime settimane aveva provato ad allontanare Jimin dalla sua folle idea cercando di farlo ragionare, ma questo proprio non voleva desistere.
Non voleva che per colpa sua e delle sue attenzioni, definite "strane", il fratellone venisse dipinto in quel modo tanto orribile, perché per lui Yoongi era tutto fuorché disgustoso, anzi era semplicemente Meraviglioso, con la M maiuscola.
E forse proprio per questo gli altri vedevano "strano" o "disgustoso" il loro rapporto, forse Jimin era troppo legato a Yoongi sia fisicamente che mentalmente, e fu proprio per questo che il piccolo prese la decisione di allontanarsi dal suo adorato fratello, lasciando ovviamente quest'ultimo allo scuro dei suoi pensieri.

Quando si trovavano entrambi in casa il moro faceva il possibile per evitare il maggiore: dal chiudersi in bagno per ore allo starsene in giardino a giocare da solo con Taehyung.
Quest'ultimo, che aveva la stessa età del più piccolo, non era cieco e si era accorto perfettamente della situazione essendo il migliore amico di Jimin, nonostante quest'ultimo non gli avesse ancora detto nulla.
Preferiva non rendere le cose più difficili, quindi evitava l'argomento "Yoongi" come un Taboo, cercava di non fare domande scomode sul fratello e ovviamente non obbiettava le decisioni dell'amico.

Dopo questi primi tempi il maggiore, ormai affranto, decise di non insistere e di lasciare la piena scelta a Jimin sul continuare ad ignorarlo o meno, ma non poteva immaginare cosa sarebbe successo senza di lui a proteggerlo completamente.

{...}

Il minore volendo essere sempre così disperatamente vicino al fratello non aveva mai instaurato un vero e proprio rapporto di amicizia con altri ragazzi, senza contare ovviamente Tae, con cui era cresciuto.
Fortunatamente i due erano nella stessa classe e indubbiamente compagni di banco, quindi non sentivano la mancanza del divertimento.

In quei giorni di scuola però Jimin era preoccupato.
Da qualche tempo il fratello girava per casa così pallido da far invidia ad un fantasma e con un cappuccio nero sulla testa che copriva da sguardi indesiderati buona parte del suo volto.
Il moro non era per niente sereno, conoscendo il carattere del maggiore temeva si fosse cacciato in qualche guaio.

Anche quella mattina Jimin vide Yoongi girare per i corridoi della scuola con le sue solite cuffiette ed avvolto da quella stoffa nera che non permetteva di scrutare nient'altro se non il suo sguardo.
Il moro accompagnato da Taehyung si mosse velocemente verso la strada della propria classe cercando in tutti i modi di evitare la presenza del maggiore ma fu in quel momento che il biondo, il quale non si era accorto ancora del fratello poiché perso nella musica, alzò svogliatamente gli occhi vispi da terra per incatenarli casualmente a quelli attenti del moro, come se avesse percepito la loro attenzione sulla propria figura.
Il più piccolo, che sì immobilizzò sotto lo sguardo del maggiore, poté giurare di aver visto un alone viola intorno al suo occhio sinistro e sentì immediatamente il panico invaderlo al solo pensiero che qualcuno avesse toccato in quel modo così violento la pelle candida e delicata del fratello.

Yoongi decise di muoversi e andarsene da quella situazione attualmente scomoda ed imbarazzante. Calò nuovamente lo sguardo e passò accanto al minore. Scontró la propria spalla contro quella rispettiva del moro per superarlo ed entrambi sentirono un calore familiare avvolgerli, era da tanto che non si sfioravano, anzi toccavano.
Ultimamente parlavano con metri di distanza a dividerli, cosa che all'epoca si sarebbero solo immaginati.

Taehyung si girò e osservò Jimin sconcertato notandolo fremere a causa di una scarica di brividi.
Ancora una volta non fece domande, continuò a tirar avanti verso la loro classe affiancato dall'amico che aveva intanto indossato una maschera color porpora.

{...}

Era finalmente giunta l'ultima ora delle lezioni di quella lunga e intensa giornata.
A Jimin e a Tae fortunatamente mancava solamente l'ora di religione mentre Yoongi era completamente scomparso dalla circolazione non si sapeva dove si fosse cacciato, ma la sua classe si trovava in palestra per l'ora di educazione fisica quindi nessuno fece caso alla sua assenza.

Il moro aveva un urgente bisogno del bagno quindi chiese all'amico di aspettarlo per continuare la loro emozionante partita a Tris.
Dopo aver chiesto il permesso al professore Jimin si diresse velocemente verso i bagni con la vescica che gli stava per esplodere.

Una volta finito i suoi bisogni si avvicinò al lavandino e aprì l'acqua per sciacquarsi le mani ma sentí un tonfo sordo provenire da dietro le sue spalle.
Si voltò di scatto per lo spavento e vide solamente due ragazzi, probabilmente di qualche anno più grandi di lui.
Saranno stati di terza pensò.
Allora sollevato dal vedere che non fosse nulla di grave tentò di rigirarsi ma fu fermato dalla voce di uno dei due.
«Tu sei suo fratello vero? Il Fratello di Suga?»
Suga? Di chi stavano parlando?
Si chiese Jimin.
«No credo tu ti stia sbagliando, io non conosco nessuno Suga»
rispose insicuro.
Il ragazzo gli si avvicinò maggiormente e lo spinse contro la porta
«Ma come? Non è tuo fratello quello zuccherino cadaverico di Yoongi?»
Il moro parve sussultare al sentire il nome di suo fratello, ancora una volta avevano osato insultarlo.
«Non azzardarti a chiamarlo cosi» aveva proferito senza pensare e subito dopo si coprì la bocca con il palmo della mano ricordandosi che fosse completamente solo in un bagno con due ragazzi più grandi di lui.
Lo stesso ragazzo gli mise una mano intorno al collo
«Altrimenti cosa mi fai?»
chiese prendendosi gioco del moro.
Jimin iniziò a farsi sempre più piccolo, non sapeva proprio cosa fare e sperava solamente che qualcuno lo salvasse da quella situazione.
«Come pensavo»
rise di gusto il bullo.
«Sai...com'è che ti chiami?»
Jimin si vide costretto a rispondere non appena il ragazzo allentò la presa intorno al collo.
«J-Jimin»
«Bene, sai Jimin il tuo fratellino testa di cazzo in questi giorni mi sta davvero dando proprio sui nervi»
In quegli istanti negli occhi del più piccolo vi si poteva leggere chiaramente la più pura paura.
«Si vede che la lezione che gli abbiamo dato non gli sia servita granché visto che continua ad innervosirmi»
ghignò.
Lezione? Quindi Jimin non aveva immaginato quel livido all'occhio sinistro di Yoongi!
E se gli avessero fatto altro?
Delle lacrime salate iniziarono a sgorgare senza tempo dagli occhi del moro al solo pensiero di cosa gli avessero fatto.
Una paura immane si emanó per tutto il suo corpo ma la rabbia che provava per quello che avevano fatto a suo fratello padroneggiava su di lui.
«Se vi siete azzardati a toccarlo brutti bastardi io vi giu-»
Il suono di uno schiaffo rimbombò pesante nell'abitacolo.
Jimin non ne aveva mai ricevuto uno così forte.
Il bullo che lo aveva schiaffeggiato gli lasciò oltre ad un enorme segno rosso anche un taglio sullo zigomo a causa dell'anello in ferro che portava.
La povera preda non se ne rese nemmeno conto poiché l'attimo dopo si aggiunse anche l'altro ragazzo a pestarlo.

Per il moro sembrarono passate ore sotto quella agonia.
dopo altri minuti interminabili perse i sensi, ma nulla gli impedí di udire la voce inconfondibile di suo fratello.

Okay prometto che tra non molto i due cresceranno e tutto si farà più interessante quindi abbiate pazienza.
Luv u 💕

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