Il rumore dei tacchi alti a scontrarsi sul parquet al piano inferiore arrivava forte e chiaro alle sue orecchie con l'intento di peggiorare all'inverosimile il suo già presente mal di testa. Lanciò un breve sguardo all'orologio appeso sulla parete parallela al suo letto, scoccando la lingua sul palato nel constatare d'aver dormito fino al calar del sole. Erano infatti le sei del pomeriggio, e i suoi genitori erano arrivati, già pronti a rovinare la pace che regnava fino a pochi attimi prima.
La porta della sua camera si aprì lentamente, rivelando un uomo dai tratti delicati e il sorriso incerto ; probabilmente non si aspettava che suo figlio avesse dormito tutto il giorno e in qualità di padre si sentiva quasi in diritto di sgridarlo, ma alla fine sapeva che Jimin non si sarebbe lasciato mettere i piedi in testa tanto facilmente, soprattutto da appena sveglio."Tesoro, ben svegliato." si avvicinò con cautela al letto del figlio, posto in penombra rispetto alla luce artificiale accesa nel corridoio ad intrufolarsi nella stanza. Attese paziente una risposta che non arrivò, ma al contrario ricevette solo uno sguardo vuoto dagli occhi arrossati del figlio. " Io e la mamma siamo arrivati ora, siamo passati prima a casa dell'amica di mamma, la signora Jung, ricordi? Una volta è venuta qui quando eri più piccolo. " e ancora una volta, si sentì di parlare col muro. " Andiamo Jimin, sono tuo padre, potresti degnarti di rispondermi, anche perché di sotto ci sono delle persone che vorrebbero conoscerti quindi ora alzati e vatti a lavare, quando sarai abbastanza presentabile scendi di sotto e non farmelo ripetere. " questa volta neanche l'attese una risposta da parte sua, semplicemente si alzò dal letto e uscì sbattendosi la porta alle spalle.
Jimin, stranamente non contestò ed eseguì gli ordini del padre. Era troppo stanco, la giornata era iniziata male e non se la sentiva di peggiorarla ulteriormente senza motivo.
Quando finalmente fu pronto, scese lentamente le scale, sentendo delle voci in lontananza bisbigliare. Per quanto si sforzasse proprio non riusciva a captare neanche una parola dei sussurri di sua madre ai suoi misteriosi ospiti. Non appena mise piede nel salone si bloccò sul posto: oltre ai suoi carissimi genitori in quella stanza erano presenti la bellezza di quattro ragazzi, a occhio e croce della sua età. Uno in particolare era leggermente chinato in avanti ad accarezzare il muso del suo gatto.
" Mirae, vieni qui. " con tono duro, Jimin, richiamò il suo gatto, il quale rizzò le orecchie e corse dal suo proprietario che, dopo averlo preso tra le braccia, sparì in cucina senza degnare a nessuno dei presenti di una parola. Sua madre, immobile e freddata dal comportamento a dir poco scortese del figlio, regalò un sorriso imbarazzato e colmo di scuse ai suoi ospiti, raggiungendo il figlio in cucina.
"Jimin che ti prende. "
" Bentornata mamma, anch'io sono felice di rivederti. "
" Jimin. " ma questi continuò tranquillamente a prepararsi il caffè, inserendo la capsula nella macchinetta e con pazienza attese che il profumo corposo della bevanda lo risvegliasse dal pomeriggio passato a dormire.
" chi sono? " mormorò zuccherando il suo espresso. " vieni e te li presento. " era chiaramente un 'no' la risposta che stava per darle ma quando si girò, la figura minuta di sua madre era sparita.
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Agorafobia ( Jikook )
Fanfic( Your eyes, they shine so bright I want to save their light I can't escape this now unless you show me how )