Parte quarta

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Un rumore li fece svegliare bruscamente da quel momento tanto desiderato.
Nadia si alzò in piedi e recuperò le cose che avevano gettato a terra.
《Vieni, seguimi... potrebbero scoprirci》 disse Nadia, iniziando a sudare freddo per l'ansia.
Lo prese per mano e lo condusse davanti una porta con su scritto "ingresso riservato al personale", aprirono l'uscio e, fortunatamente, si ritrovarono all'interno di uno sgabuzzino.
Nadia si rivestì velocemente e chiese aiuto ad Emilio per tirare su la lampo dell'abito.
Lui obbedì in silenzio e cercò di sistemare, come meglio poteva, la camicia e i pantaloni.

Un disastro.

I loro abiti erano completamente sgualciti e la pettinatura di Nadia era tutta spettinata.
《Sei bellissima lo stesso, non preoccuparti》sussurrò lui cercando di rassicurarla con una carezza sulla guancia.
Lei sorrise e gli stampò un bacio sulla bocca.

Erano soltanto le dieci, così lei gli propose di fare un salto in camera sua per darsi una sistemata.
《Non so se riuscirò a fare soltanto questo》esclamò Emilio, un sorrisetto malizioso si fece spazio sul suo viso.
《Infatti io non ho accennato a nulla del genere》lo provocò Nadia.
Uscirono lentamente dallo stanzino e corsero su per le scale.
Si precipitarono all'interno della camera e dopo aver sospirato all'unisono, scoppiarono in una fragorosa risata.
《La mia prima volta è stata in un corridoio di un hotel in cui avevo una stanza》rise lei, 《perché non siamo venuti direttamente qui?》continuò.
《Mi stavo facendo la stessa domanda, cara.》

Nadia si spogliò di nuovo e invitò Emilio a fare lo stesso, lui accettò con piacere e s'infilarono nella doccia.

Quello fu il momento migliore per entrambi.

Erano insieme, abbracciati sotto l'acqua tiepida che faceva scivolare via quel che rimaneva del loro desiderio proibito.

Lui le accarezzò la schiena e le diede un bacio. La passione li travolse di nuovo, però, questa volta, non sembrava soltanto desiderio.
Quel bacio rappresentava qualcosa di molto più grande per emtrambi.

Restarono abbracciati e in silenzio per un po', fin quando Emilio non lo ruppe per porle una domanda.
《Il tuo diciottesimo compleanno è stato organizzato meglio di questo, vero?》
Nadia impallidì e si scostò da lui.

《Non ricordi il giorno in cui sono nata, vero?》chiese, conoscendo la risposta.
Emilio s'incupì e scosse la testa.
《Festeggerò il mio diciottesimo compleanno tra circa un mese, il quattro ottobre, ora ricordi?》

Lo sguardo di Emilio divenne ancora più cupo e uscì in fretta dalla doccia.
Nadia lo seguì e si coprì con uno dei tanti asciugamani che si trovavano in bagno.
《Ehi》lo chiamò, ma lui fece finta di non sentire e si rivestì velocemente.

Dopo svariati minuti, decise di proferire parola:《mi stai dicendo che ho appena scopato con una minorenne?! Lo sai che potrebbero risbattermi in cella per molto meno?》sbottò lui arrabbiato, facendo trasalire la ragazza.

Una lacrima rigò il volto di Nadia, si era appena resa conto di aver fatto una stupidaggine.
《Scusa... pensavo che tu lo sapessi》riuscì a dire lei, mortificata della situazione.
《Ti sono venuto dentro, perché l'ho fatto?! Se ci dovessero essere delle conseguenze, tuo padre mi ucciderebbe a mani nude... come ho potuto fare questo alla sua bambina... sono un mostro.》

Emilio si stava agitando un po' troppo, Nadia non riusciva a pensare lucidamente, così, si avvicinò a lui e si sedette sulle sue gambe:《ormai il danno è fatto, credo sia inutile continuare a parlarne》
Emilio poggiò una mano sulla coscia nuda di Nadia e lei lo abbracciò.
Questo gesto lo fece tranquillizzare, non ci era mai riuscito nessuno, eppure, quella ragazzina di quasi diciotto anni riusciva a gestirlo.
《Credo che potrei innamorarmi di te》le sussurrò in un orecchio, poi le iniziò a riempire l'esile collo di baci.
《Io ho un debole per te da sempre, eri tu il principe che sognavo di notte》disse lei.
Lo sguardo di Emilio si addolcì e la fece sdraiare sul letto, le strappò l'asciugamano di dosso e rimase fermo ad ammirarla.
《Ti desidero così tanto che nemmeno tuo padre riuscirebbe a farmi stare lontano da te.》

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