Capitolo 6

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La giornata successiva si svolse come se nulla fosse successo: andarono in spiaggia e nessuno fece riferimento alle facce stravolte di Brody ed Eva, e i due interessati non si comportarono diversamente dal solito. C'erano battute, sguardi languidi e discorsi semiseri.

Andarono lungo gli scogli per avere un po' di riservatezza e un mare ancora più cristallino, e l'unico argomento un po' teso che venne affrontato da Eva e i suoi amici era la data del rientro. Lei e Bridget erano sempre state indecise se tornare il quattordici o il quindici mattina, lasciando a Eva solo qualche ora prima di rientrare a lavoro, e quindi dietro la console sabato sera.

Ne uscirono con un nulla di fatto, ma tutti si dissero convinti che sarebbero rimaste fino a sabato, perché per rimanere c'erano delle valide ragioni. Eva sorrise assorta e decise di non volerci pensare, avrebbe deciso all'ultimo, come suo solito.

Brody, per distrarla, la tirò in acqua e, a forza di fare lo scemo, ci rimise un ginocchio. Uscì dal mare zoppicando leggermente, con un piccolo taglio sull'osso, ma cercò di minimizzare la cosa, anche se fu difficile, perché tutti furono pronti a prendere in giro il ballerino che non sbagliava un colpo ma che era in grado di scivolare su una roccia.

Eva, comunque preoccupata, prima di vederli rientrare nel proprio appartamento, si accertò di nuovo delle sue condizioni.

«Tranquilla, va tutto bene». Sorrise soddisfatto, quasi più del dovuto, dato che il ginocchio riportava una ferita, seppur piccola. «Sono indistruttibile».

«Ci vediamo oggi». Si congedò lei, con il cuore in gola, mentre lui le strizzò l'occhio.

Dopo un pranzo leggero, si presero tutti il tempo di sdraiarsi sul letto o sul divano e riposare un po'. Eva, che di solito dormiva spesso in spiaggia, non ce la faceva più. Sentiva il bisogno spasmodico di osservare Brody perché non riusciva a distogliere gli occhi dal suo sorriso e dallo sguardo felino. Lo guardava per vedere quante volte incrociavano i loro sguardi, per conoscerlo e imparare i suoi movimenti e riviverli nella propria memoria quando sarebbero stati lontani. Perché, per quanto tutto quello fosse piacevole, non era la realtà, ma solo una bolla di perfezione che le persone conoscevano solo nei film. Eva, che stupida non era, aveva tutta l'intenzione di godersi la sensazione, non sapeva se le sarebbe capitato di nuovo nella vita.

Quando si risvegliò a causa di Fred, un'imprecazione e lo spiacevole incontro tra il suo alluce e lo stipite della porta, Eva, Bridget e Lena decisero di dirigersi in spiaggia. Mancava qualche minuto alle quattro, l'orario ideale per sudare un po' sotto il sole e intensificare l'abbronzatura conquistata nei giorni precedenti.

Dopo poco furono raggiunti dal gruppo di amici, ma all'ordine mancava una persona: Brody.

Fred, curioso, fece per aprire bocca, ma Lena lo zittì con uno sguardo d'intesa, voleva capire se Eva avrebbe affrontato l'argomento. Non c'era nulla di male agli occhi di tutti loro se tra i due c'era qualcosa, e se quel qualcosa non era una storia eterna. Erano tutti adulti e in grado di affrontare un flirt estivo dovuto all'attrazione fisica e mentale, nessuno era lì per giudicarli.

Eva, all'improvviso vigile, aspettò qualche minuto prima di aprire bocca, nella speranza che Brody fosse rimasto indietro a causa della botta o di qualche telefonata, come suo solito, ma le sue speranze furono disattese.

«Ragazzi». Si schiarì la voce con fare innocente, ma il nervosismo nei suoi occhi la tradiva. «Dove è Brody?»

Jane, che appoggiava in silenzio quell'interesse reciproco senza farlo loro pesare, rispose per prima, così da evitarle battute a riguardo.

«Uomini, sai com'è». Alzò gli occhi al cielo per enfatizzare la cosa. «Dopo la botta di stamattina non si fidava a fare tutta questa strada a piedi, perché gli fa male. Un graffio e si credono in punto di morte».

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