Capitolo 6 - Dove il mare non si vede più

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<< Marco sa cos'è successo tra Ermal e Fabrizio a Lisbona. >>

<< Andrea, che diavolo stai dicendo? >>
<< Deve averglielo raccontato alla fine, perché quando ieri gli ha detto in faccia di essere innamorato di Fabrizio, Ermal non ha nemmeno avuto il coraggio di replicare. Se n'è uscito borbottando che non era affatto vero, ma nient'altro. >>

<< Sai questo cosa significa, vero? >>

<< Cosa? >>

<< Che a Lisbona dev'essere successo qualcosa di veramente importante. Qualcosa che ha cambiato per sempre il rapporto fra loro due. Devi scoprirlo, Andrea. Parla con Marco. >>

<< D'accordo, ci proverò, ma non ti prometto niente. Sai che Marco è molto riservato, quando si parla di Ermal. >>

<< Speriamo che questa volta si sbottoni come Fabrizio. >>

Ermal deglutì a vuoto, mentre osservava Fabrizio sgranchirsi la schiena sul divano del salotto, i capelli scarmigliati ed i pantaloncini del pigiama arrotolati attorno alle cosce. La sera prima, Andrea ed Anna avevano consigliato di farlo dormire nel letto matrimoniale di Ermal, ma Fabrizio aveva intercettato il suo sguardo dubbioso - anzi, spaventato - e così aveva declinato gentilmente l'invito. In fondo, loro due si erano ripromessi d'essere solo amici, giusto? Per non parlare del fatto che sarebbe potuto essere pericoloso dormire insieme, dopo quello che era successo l'ultima volta in cui si erano ritrovati a condividere un letto. Dopo quello che era successo a Lisbona...

Fabrizio si alzò dal divano, si sistemò i pantaloncini e poi si avvicinò a piedi nudi al tavolo della cucina, dove Ermal stava sorseggiando il suo caffè. Lo vide rifuggire il suo sguardo, non capendone il motivo, poi gli versò del caffè in una tazzina e glielo offrì.

<< Buongiorno, Bizio. >> esordì Ermal, la voce ancora roca per il sonno.

Fabrizio gli rispose con un verso strano, prima di sedersi in modo scomposto di fianco a lui e mandare giù quel liquido caldo. Be', lo capiva: anche lui era intrattabile di prima mattina, prima di aver preso del buon caffè. Lo guardò di sottecchi, soffermandosi sulla maglia degli Arctic Monkeysche gli scivolava morbida sui fianchi o sulla barba incolta che gli ricopriva leggera le guance. Fabrizio parve accorgersene, ma lui si alzò prima che potesse porgli qualsiasi domanda, con la scusa di dover sparecchiare.

Si diresse in camera per cambiarsi ed indossare il costume. Si ricordò di quando, a Lisbona, era rimasto fermo di fronte al check - in, al ritorno da quel viaggio. Aveva detto a tutta la sua famiglia, il giorno prima, che l'indomani sarebbe partito ed invece ora non riusciva a compiere nemmeno un passo per superare la linea che lo separava dal Portogallo all'Italia. La stessa linea che lo separava da Fabrizio, da tutto quello che era successo, come se fosse un punto di rottura. Si portava sempre quest'amarezza di sottofondo, Ermal, una stretta alla bocca dello stomaco che non andava mai via, come un senso di colpa o il peso del mondo. Fabrizio l'avrebbe retto con lui, se solo gliel'avesse concesso, ma quella era la sua croce e non era giusto che Fabrizio se ne prendesse carico. Era partito libero, ma era tornato indietro con il cuore inquieto, mettendo di nuovo al sicuro quella parte di sé che aveva lasciato ferire a Fabrizio. Il problema non era che Fabrizio gli avesse fatto del male, no, il punto era che Fabrizio aveva messo al sicuro una parte di sé nelle mani di Ermal e lui non aveva fatto altro che dargliela indietro, costretto dalle circostanze.

Si chiese se un giorno sarebbe svaniti quei ricordi e perché non fosse successo fino ad ora. Forse il motivo era che, in fondo, quella storia fra di loro non era mai finita.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 29, 2018 ⏰

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