13- Mani

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Ancora legati in quell'abbraccio, si addormentarono dopo qualche minuto, o dopo una vita. Lo scorrere del tempo era irrilevante. Tutto era diventato irrilevante.

Dormirono beatamente per almeno un paio d'ore. Senza sogni, senza preoccupazioni, senza pensieri.

Poi Tonno si svegliò. Sentì un brivido di freddo.

Si voltò piano. Dario non c'era.

Il suo cuore perse un battito. Se ne era andato? Lo aveva lasciato lì da solo? Fu assalito immediatamente da angoscia e delusione.

Ma poi sentì dei passi.

-Buongiorno eh!- Dario entrò sorridendo -Dai vestiti che fra poco arriva la pizza- disse lanciandogli la maglietta.

-Cosa?- chiese Tonno tirando un sospiro di sollievo. Era ancora lì. Non se ne era andato.

-Avevo fame, sai abbiamo saltato la cena, quindi ho ordinato due pizze- disse passandogli anche i boxer.

-Ok- Tonno era ancora un po' assonnato -Che ora è?- chiese guardando fuori dalla finestra, era buio.

-Circa le dieci e mezza- suonò il citofono -Eccolo!- e Dario si avviò ad aprire.

Tonno andò in bagno, poi si lavò il viso e si guardò allo specchio. Era sempre lui, ma quasi non si riconosceva. Eppure sorrise stupidamente al suo stesso riflesso.

Andò in salotto. Dario era seduto davanti alla sua pizza, bevendo una birra.

-Che pizza mi hai preso?- gli chiese Tonno sedendosi accanto a lui.

-Margherita-

-Che fantasia...- commentò ironico, aprendosi anche lui la birra.

-Che ingrato.- si fecero una risata.

Poi iniziarono a mangiare e calò il silenzio. Nessuno dei due avrebbe voluto essere in nessun altro posto al mondo in quel momento; tuttavia c'era molto imbarazzo. Tonno non riusciva praticamente a guardarlo.

-Tutto bene?- chiese Dario ad un certo punto.

-Mh, si. È buonissima- disse Tonno tra un morso e l'altro.

-Dai! Non intendo la pizza- lo guardò dritto negli occhi. Tonno non riuscì a sostenere il suo sguardo e voltò la faccia. Dario allora poggiò la mano su quella di Tonno, il quale chiuse la propria a pugno.

-Ehi. Ti giri?- disse Dario continuando ad accarezzargli il dorso della mano.

E Tonno si girò, ma non lo guardò neppure per un secondo. Invece chinò la testa, fissando lo sguardo sulle loro mani.

Dario gliela strinse forte nella sua. Allora Tonno aprì il pugno e poi girò il palmo verso l'alto. Dario sorrise continuando ad accarezzargli le dita, finché non intrecciò le proprie con quelle di Tonno. Lui a quel punto alzò gli occhi e incontrò subito quelli di Dario.

-È tutto così strano- confessò Tonno.

-Si. E allora?- Dario fece spallucce.

-Non lo so- Tonno abbassò di nuovo lo sguardo -Che succede adesso?- mormorò pianissimo.

-Senti, io non lo so. Non so che cosa cambierà, che cosa accadrà domani. E non voglio saperlo. Perché adesso siamo qui, e io...Io non mi sono mai sentito così. Così bene.-

Tonno alzò lo sguardo e gli sorrise un po' incerto. Dario rispose al suo sorriso, poi si avvicinò e lo baciò delicatamente.

-Prima quando mi sono svegliato e non c'eri, pensavo te ne fossi andato- gli disse poi Tonno.

-Credi che potrei farti una cosa del genere?- chiese Dario aggrottando le sopracciglia -Insomma pensi davvero che io sia così stronzo?-

-Perché non è così?- A Tonno passarono per la mente tutti i racconti delle varie avventure di Dario, di tutte le sue conquiste, di tutte quelle ragazze "usa e getta".

-No- Dario lo guardò fisso negli occhi -Non con le persone a cui tengo. Ok?-

Tonno lo guardò negli occhi. -Ok- E anche lui lo baciò. Si alzarono e si strinsero in un abbraccio silenzioso. Si baciarono ancora, intensamente.

Poi si diressero di nuovo in camera.

Mano nella mano.

Le dita intrecciante, almeno per quella notte, in modo indissolubile.


NDA

Fatevi salire un po' di diabete. ❤️❤️❤️

In Deep Space (Space Valley)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora