PROLOGO

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Da sempre l'italiano é stata la mia materia preferita.
La maestra Giovanna, alle elementari, chiamava ripetutamente quell'Emilia alta qualche centimetro più di un metro, dal viso tondo e paffutello, con gli occhiali rosa sul nasino, per farle leggere, ad alta voce, davanti a tutta la classe, il testo che aveva scritto.
Mamma dice spesso che "divoravo i libri".
E questo posso confermarlo, perché ricordo quando accompagnavo lei e mia nonna al centro commerciale per fare la spesa.
Loro sceglievano la pasta ed io leggevo i libri.
Con un libro spalancato sulla faccia camminavo tra gli scomparti del supermercato, evitando di schiantarmi contro oggetti e persone.
A volte mi capita di farlo ancora.
Mi é sempre piaciuto.
Generalmente, finisco un libro in meno di una settimana, tanto che mio padre, scherzosamente, mi propone di conservare lo scontrino e di riportarlo in libreria e cambiarlo con uno nuovo.
Forse perché mi piacciono le storie; forse per le parole, le idee.
Forse perché mi piace stare da sola.
Isolarmi e fermare un pò il tempo.
Mi piace pensare o che qualcuno mi faccia pensare.
Mi piace leggere.
E mi piace anche scrivere.
Tanto.
Il mio blocco note sul telefono é tra le applicazioni che più uso.
Le parole mi incantano.
Questo meccanismo per il quale singole piccole lettere, se mischiate, possano creare una favola é bello per me. Semplicemente bello.
Ne sono sempre stata affascinata.
A volte scrivo.
Scrivo così, per caso, per me.
Molto spesso, tra l'altro, quando passo davanti alla vetrina di una libreria, mi soffermo sempre a pensare a quanto sia magico scorgere il proprio libro lì, assieme a tanti altri.
Quanto possa essere gratificante vederlo fra le mani di qualcuno che non conosci e che non conoscerai mai.
Sapere che, magari, questo qualcuno, questo perfetto estraneo, si é sentito parte delle tue parole, protagonista di ciò che é nella tua testa.
Come se, in qualche modo, avessi scritto di lui.
Il frutto della tua fantasia, quello per cui hai lavorato senza neanche lavorare.
Perché si scrive se ne si ha bisogno, se lo si vuole.
É un pò questo quello che significa per me impugnare una penna.
La magia che provo ogni volta.
La voglia di poter vedere tutto ciò che é dentro di me, trasformato in qualcosa che chiunque possa leggere, é viva.
Quindi, é da tempo che custodisco il desiderio di scrivere, scrivere seriamente.
Un libro.
Sento l'idea mia.
É di Emilia.
É Emilia.
É quello che renderebbe felice non solo la me che sono ora, ma anche quella che, con i codini e gli elastici a forma di fiore, leggeva davanti ai suo compagni.
Eppure, non ho una storia.
Non l'ho mai avuta.
Per quanto la cerchi, non l'ho ancora trovata.
E mi sono sempre ripetuta "Io voglio scrivere", quando, all'improvviso, ieri sera, proprio mentre non la stavo cercando, non ho trovato la mia storia.
Ho deciso, infatti, che questo mio non trovarla e cercarla sarà la mia storia.
Sarà chiederla in giro a chiunque e a qualsiasi cosa.
Alla ricerca di una storia sarà la mia storia.

ALLA RICERCA DI UNA STORIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora