Capitolo 1

141 34 34
                                    

Emma

La  sveglia  suona  alla  stessa  ora  tutte  le  mattine.  Ogni giorno  sempre  la  solita  scaletta:  Alzarsi,  vestirsi,  andare in  bagno,  sistemare  quel  viso  da  zombie  ed  infine  chiavi della  macchina  e  a  lavoro.  Passo  la  maggior  parte  del tempo,  in  ufficio  a  sistemare pratiche  e  fogli  assicurativi vari.  Successivamente  dopo  le  otto  ore  interminabili; riprendo  la  macchina  e  torno  a  casa.  Faccio  la  stessa, solita  e  monotona  vita  da  ormai  cinque  anni.  Sono sposata  da  quattro,  con  un  uomo  meraviglioso. Nonostante  sia  di  bu ona  famiglia,  mi  ama  molto  e  questo mi  rende  in  qualche  modo  lusingata  e  felice  di  poterlo avere  al  mio  fianco.  L’unica  pecca  nella  nostra  relazione è  la  sua  esuberanza  e  vivacità  nell’avere  un  figlio.  Non  si può  dire  la  stessa  cosa  di  me.  In  me  questa  ide a scaturisce:  ansia  e  timore  nell’averne.  L’idea  di  pro crearne  uno,  ancora  mi  spaventa.  Un  piccolo  e  minuscolo essere  che  richiede  le  mie  attenzioni  ogni  singolo momento  è  snervante.  Non  voglio  che  mi  fraintendete, ma  ancora  mi  è  difficile  immaginare  me, madre.  E’  una cosa  che  ancora  non  sono  pronta  ad  affrontare.  Non  sono pronta  a  prendermi  cura  di  qualcuno;  faccio  già un’enorme  fatica  a  prendermi  cura  di  me  stessa. Figuriamoci  un  neonato. Vivo  a  Seattle  da  sempre  e  l’unica  cosa  che  mi  spinge  a rimanere  in  questa  città  sono:  il  famigerato  Space  Seattle e  i  ferry  boat.  Forse  sono  le  stesse  cose  che  spingono  non solo  me  ma  la  maggior  parte  degli  abitanti,  a  restare  qui. Quando  avevo  all’incir ca  sette  anni,  mia  madre  mi portava  sempre  a  vedere  i  ferry  boat.  Ricordo  che  mi diceva  sempre,  che  ognuno  di  quei  mezzi  portava  con  sé mistero;  perché  in  ognuno  di  essi  era  metaforicamente raffigurata,  la  storia  di  ogni  passeggero.  Ognuno  di  loro aveva  un a  storia  da  raccontare  e  ognuno  di  loro trasmetteva  il  proprio  passaggio  di  vita,  attraverso  il viaggio  che  intraprendeva  nel  salirci  solo  sopra.  Mia madre  era  davvero  complicata  delle  volte.  Nemmeno  io che  pur  avendo  solo  pochi  anni  e  comunque  con  una fer vida  immaginazione,  riuscivo  a  vedere  così  lontano; oltre  l’orizzonte.  Lei  riusciva  davvero  a  vedere  oltre  ogni cosa.  Mi  manca  poter  parlare  con  lei.  La  cosa  che  mi rende  nervosa  e  mi  logora,  perché  ne  parlo  come  se  fosse morta,  invece  lei  è  viva.  Però  è  c ome  se  non  lo  fosse. Purtroppo  il  suo  cervello  si  è  spento  e  non  è  più  tornata in  sé.  Si  è  ammalata  dieci  anni  fa,  di  Alzheimer.  Giorno dopo  giorno  la  sua  mente,  i  suoi  ricordi,  la  sua  fervida immaginazione  si  sono  uno  ad  uno  spenti.  Portandosela con  se  e cancellando  tutti  i  ricordi  che  portava  dentro. Dentro  di  lei  riaffiorano  oggi,  solo  ricordi  confusi.  Ogni secondo  per  lei  è  come  fosse  un  nuovo  giorno.    Mi  fa soffrire  tutto  questo.  Ed  io  non  posso  che  ricordargli  ogni giorno,  chi  è  lei  per  me.  Raccontarl e  il  suo  amore perduto,  descriverle  com’era  e  com’è  diventata  una donna  stupenda  e  coraggiosa.  Ricordarle  che  madre meravigliosa  fosse  e  in  che  donna  e  moglie  è  riuscita  a trasformarmi.  Solo  questo  posso  fare  nient’altro.  Nella mia  infanzia  non  avuto  che  l ei  nei  miei  ricordi.  Ho sempre  vissuto  con  mia  madre  e  bensì  sentissi  la mancanza  di  un  padre,  lei  sapeva  come  colmare  quella mancanza. Bene  o  male  il  vuoto  che  portavo  dentro,  lei  riusciva  a dissolverlo.    Mio  padre  è  morto  quando  avevo  solo  tre anni.  Si chiamava  Charles  Robert  Turner. Non  ricordo  il  suo  volto,  ma  le  volte  che  mi  è  apparso  in sogno,  ho  sempre  cercato  di  immaginarlo  come  un  uomo elegante:  abbastanza  alto,  magro  e  capelli  color  nocciola lisci. I  suoi  occhi  nella  mia  mente  mi  apparivano,  de llo  stesso colore  dei  capelli  con  una  sola  sfumatura  che  dietro quegli  occhi enigmatici  si celava  una  persona  forte, coraggiosa,  generosa  e  che  le  persone  che  avevano potuto  conoscerlo,  sono  riuscite  ad  amarlo  e  ammirarlo. Anche  non  ricordandolo  se  non  dalle  foto  che  mia  madre aveva  conservato;  sapevo  che  in  qualche  modo  tutto quello  che  sognav o,  in  realtà  era  stato  reale.  Lui  era buono  ne  sono  certa.  Mia  madre  non  mi  parlava  quasi mai  di  lui.  Il  dolore  che  portava  dentro  di  sé  era  troppo grande  da  sostenere  e  ha  sempre  fatto  fatica  a  ripensare  a lui.  Nei  suoi  ultimi  attimi  di  vita,  in  cui  tutto era  perfetto e  in  cui  loro  erano  una  normalissima  coppia  felice, spensierata  e  dove  solo  uno  sguardo  bastava  per  volersi l’un  l’altro  e  potersi  coccolare  a  vicenda  assieme  alla quei  ricordi loro  piccola  è  arrivata  la  sua  malattia.  A  quel  frammento di feli ci  e  poi  tristi  ed  in  mia  madre  si  apriva una  ferita  troppo  grande  che  rendeva  il  suo  volto  pietra. In  quei  momenti,  s’incupiva  e  sulla  fronte  gli comparivano  rughe  marcate  fino  a  farla  divenire,  dieci anni  più  vecchia.  Solo  al  compimento  dei  miei  sedici a nni,  poco  prima  che  la  malattia  se  la  portasse  via,  mi raccontò  come  si  era  ammalato  e  quanto  lei  avesse lottato  al  suo  capezzale  per  far sì che  soffrisse  meno. Aveva  sofferto  e  pianto  per  lui.  Fino  all’ultimo  suo respiro,  lei  aveva  combattuto,  lottato  e sperato  per  la  sua sopravvivenza.  Anche  se  sapeva  benissimo  che  non sarebbe  successo.  In  fondo  al  suo  cuore  innamorato,  lei sapeva  che  prima  o  poi  sarebbe  giunta  l’ora  di  lasciarlo andare.  Gli  è  stato  accanto  e  l’ha  incoraggiato  a combattere  nonostante  non ci  fosse  più  speranza  per farlo.  Ellie  sapeva  che  i  suoi  polmoni  erano  troppo malati  e  quindi  che  era  impossibile  che  riuscisse  a vivere.  Ciò  nonostante,  ha  continuato  a  pregare;  giorno  e notte  finché  il  Signore  l’ascoltasse  e  lo  guarisse,  almeno dal  dolo re. Il  sei  gennaio  del  1995  mio  padre,  smise  di  vivere  e  mia madre  smise  di  pregare.  Il  Signore  l’aveva  portato  con  sé e  lo  aveva  accolto  oltre  la  luce.  Quel  giorno  oltre  a smettere  di  pregare,  mia  madre  smise  di  soffrire  per l’anima  del  proprio  marito  e decise  che  avrebbe  solo combattuto  per  me.  Sua  figlia.  La  sua  unica  ancora  di salvezza  e  la  sua  luce.  Avrebbe  reso  la  sua  bambina speciale. Perché per  ogni  madre,  il  proprio  figlio  è speciale.  Almeno  così  mi  ripeteva.  Finalmente  si  sarebbe rialzata  e  avre bbe  di  nuovo  sorriso  e  gioito  assieme  alla sua  piccola.  La  piccola  Emma  l'avrebbe  resa  più  forte che  mai.  Avrebbe  fatto  sì,  che  ella  poteva  continuare  a vivere  la  sua  vita,  anche  se  Charles  ormai  non  era  più con  lei.  Per  quella  piccola  e  innocente  bambina, nata  dal suo  grembo  con  fatica  e  sudore  avrebbe  dato  la  vita. L’avrebbe  resa  una  donna  forte  e  coraggiosa  quanto  lo era  stata  lei.  Gli  avrebbe  insegnato  che  la  vita  nonostante le  avversità  e  le  terribili  difficoltà,  sarebbe  stata comunque  una  vita  buona  e felice.  Infine  gli  avrebbe insegnato  una  cosa  ancora  più  bella;  ad  amare.  Amare  se stessa. Emma avrebbe  conosciuto  persone  nuove,  che  con  il tempo  l’avrebbero  aiutata  e  forse  incoraggiata  nel  suo futuro.  Ed  infine,  gli  avrebbe  insegnato  la  cosa  più compl icata,  amare  il  proprio  uomo  un  giorno.  L’uomo con  cui  un  giorno,  avrebbe  passato  il  resto  della  vita  e sarebbe  stata  felice.  Però  adesso  mia  madre  non  sa  più com’è  la  mia  vita.  Non  sa  più  come  sua  figlia  si  sente. Certi  giorni  vorrei  solo  annegare  e  non  r iaprire  più  gli occhi  per  cancellare  il  dolore  che  adesso  sento.  Alcune volte  ho  l’impressione  di  soffocare  al  punto  da  non  poter più  riuscire  a  respirare. Non  posso  dirgli  il  dolore  che  in  questi  ultimi  mesi,  mi ha  spinto  quasi  al  suicidio.  Non  capirebbe ,  non  più  per  lo meno.  Non  può  sapere  che  tutte  le  notti  spero  di svegliarmi  e  ritrovarmi  con  lei  in quella  casa.  Di  nuovo bambina. Ormai  la  sua  piccola  è  solo  una  candela  spenta; dopo  che  gli  è  stata  tolta  l’aria.  Di  me  è  ormai  rimasto, solo  un  esile  corp o  e un’anima  ormai  vuota  e  piatta. “Potrò tornare  ad  avere  quei  ricordi  felici  e  di  folle spensieratezza?  Potrò  anche  io  riprovare  l’amore  e l’affetto  nello  stare  vicino  al  mio  uomo?  Potrò  farti vedere  ancora  una  volta,  quello  stesso  orizzonte  che  tu ste ssa  amavi  guardare  e  mostrarmi?  “ Mamma al  nostro  prossimo  incontro,  ti  leggerò  qualcosa di  nuovo  e  ti  dirò  ciò  che  ho  provato  io  nel  conoscere mio  marito.  Tu  mi  avevi  mostrato  la  tua  lettera  quello stesso  giorno  dei  miei  diciott’anni  e  adesso  tocca  a  me. Ti  leggerò  ciò  che  ho  provato  nel  conoscere  il  mio  uomo. Cosa  ho  provato  la  prima  volta  che  ci  siamo  conosciuti  e quali  sentimenti  aveva  scaturito  in  me  per  volerlo.  Ti racconterò  qualcosa  di  nuovo  ed  io  ricorderò  com’era  la vecchia  Emma,  prima  di  essere una  moglie. Non ti  preoccupare,  non  è  una  scusa  per  dimenticare  la mia  infanzia  o  la  tua  vita  con  Papà.  Io  non  smetterò  mai di  ricordare  quei  momenti.  Mai.  Però  ho  bisogno  di parlare  con  te.  Ho  bisogno  di  nuovo  della  mia  mamma saggia.  E l’unico modo  che  h o  trovato,  per  riavvicinarmi a  te  e  raccontarti  della  tua  bambina.  Ti  racconterò  un nuovo  capitolo  di  me.  E  ti  mostrerò  come  un  piccolo bozzo  si  è  trasformato  in  una  farfalla.  Ti  mostrerò  la giovane  donna  che  hai  cresciuto  e  che  hai  amato.  Ed infine  anche se  poi  dimenticherai  tutto,  mi  dirai comunque  ciò  che  ti  appare  all’orizzonte,  oltre  la giovane  donna.

~ ~


Un abbraccio caloroso a tutti i lettori e buona lettura ♥️

_ Gessica_

In ogni mio ricordo -Versione Estesa Su AmazonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora