Capitolo 33

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«Allora? Cos'ha detto? Com'è andata? Ascolterà la canzone?»

«Si si, tranquilla, è andato tutto bene. Ascolterà la canzone e poi ti scriverà sulla tua e-mail per dirti cosa ne pensa e se vuole firmare un contratto. Ora però prima di fare qualsiasi altra cosa mandiamogliela, questa è la sua e-mail personale.»
Alla fine Greta mi guarda soddisfatta, si lascia andare sul divanetto e mi dice
«Bene, è andata, ora dobbiamo solo aspettare una risposta. Se dovesse andare male abbiamo comunque una lista intera di altre etichette quindi stai tranquilla. Ora che abbiamo fatto tutto possiamo andare al parco così diamo un'occhiata ai social e ci rilassiamo un po', perché quello fa sempre bene.»
«Ok, vado a cercare la chiavetta, mi metto le scarpe e andiamo.»
Stranamente la trovo quasi subito in un cassettino nel salotto. In camera mia c'è il caos più totale ma io sto riesco a trovare tutto. Poi, quando arriva il momento in cui non si può nemmeno più entrare e mia mamma mi obbliga a mettere a posto, non trovo più niente. Perché quando ordino la stanza non mi ricordo dove metto le cose, sapendo che poi in quel posto ci resteranno per poco. Invece, quando c'è disordine, bene o male posso immaginare dov'è una cosa, perché so dove sono abituata a metterla, se pur totalmente a caso.
Dopo cinque minuti siamo entrambe fuori dalla porta e stiamo camminando verso il parco. Sono le quattro e mezza e c'è ancora luce ma temo che resterà per poco, odio quelle giornate d'inverno dove alle cinque è già buio. Spero che oggi il sole tramonti un po' più tardi del solito, il cielo è così limpido.
Arrivate al parco prendo il telo e lo appoggio sul prato così riusciamo a sederci anche se il terreno è gelato.
Subito Greta apre tutti i social network possibili e immaginabili e insieme iniziamo a rispondere a un po' di commenti.
Quando guardiamo quante persone mi hanno chiesto l'amicizia su facebook rimango davvero senza parole. L'ultima volta che lo avevamo aperto me l'avevano chiesta millecinquecento persone e ora, in questi due o tre giorni, altre mille persone. Scorrendo i profili di tutte le persone ne noto una in particolare, Alex Serri. Era Alex, il mio Alex. È vero, mi aveva parlato di Gessy e mi aveva detto che le era piaciuta molto, forse dovrei dire che le ero piaciuta molto. Io sono Gessy. Sembra così strana da dire una cosa del genere, non ci avrei mai pensato prima. Vorrei tanto scrivergli, chiamarlo, palargli. Insomma, vorrei capire perché non c'era e quali sono le sue intenzioni ora. Però non farò il primo passo, è lui che mi deve dire qualcosa perché è lui che è sparito, non io.
Dopo aver controllato tutti i social spegniamo il computer e ci stendiamo per guardare insieme il tramonto. Oggi il cielo è bellissimo e non succede spesso d'inverno. Ci sono delle striature rosa che vanno a finire su uno sfondo arancione e giallo e sulle nuvole più alte ci sono delle sfumature viola che si intrecciamo con il blu del buio che piano piano si fa strada nel cielo. Amo guardare il tramonto perché il cielo cambia così in fretta che riesci a vedere come si trasformano i colori. Io e Greta lo guardiamo in silenzio sedute una a fianco all'altra, come direbbe Sofia, è una scena tumblr. Finito lo spettacolo del cielo ci incamminiamo verso casa perché sta diventando buio e sta calando il freddo.
«Sai che ho preso quattro in chimica? Devo assolutamente recuperarlo se no i miei mi ammazzano. Non gli ho ancora detto niente.»
Mi ero totalmente dimenticata di raccontarglielo perché mentre ha consegnato le verifiche lei era in bagno.
«Mi dispiace! Si, ti conviene recuperarla subito.»
«Stavo pensando che dato che per dopodomani non abbiamo compiti e non credo ce ne daranno potrei offrirmi per essere interrogata, perché domani pomeriggio ho il tempo di studiare.»
«Si potresti fare così. Prima recuperi e prima te la togli, così ti puoi dedicare alla musica.»
Si, devo proprio fare così, non ci sono altre soluzioni. E poi prima recupero prima posso dire ai miei genitori del quattro, perché ho paura lo scoprano guardando il registro elettronico. E se succede... altro che punizione, mi segregano in casa.
Greta non sale neanche da me perché i suoi la aspettano per cena.
Io invece vado a casa e dato che sono le sette e mangiamo tra un'oretta se non di più inizio a leggere le pagine di chimica. L'argomento sono le reazioni che, anche se sono la cosa più noiosa del mondo, non faccio troppa fatica a studiare. Basta leggerle bene una volta capendo a fondo tutto e poi non ci si mette molto a memorizzarle.
Tutto sommato non mi annoio neanche troppo e mi stupisco di come il tempo sia passato velocemente quando mia mamma mi chiama per scendere a cena.
Sono già tutti a tavola, anche Sofia e Carlotta, che di solito ci mettono tantissimo tempo perché vogliono finire il gioco che stanno facendo.
Dopo cena guardo un film e poi vado subito a letto, soddisfatta di questa giornata. Oggi mi sono divertita, sono stata davvero bene insieme a Greta e sono contenta perché siamo riuscite a chiamare l'etichetta. Spero davvero tanto che vogliano firmare un contratto perché dopo diventerebbe tutto più facile. Non facilissimo, perché il lavoro sarà lo stesso se non di più, ma almeno potrei avere un punto d'appoggio stabile e sicuro.

La vera storia di Alice F.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora